Quando finalmente riuscii ad acquistare un respiro normale, alzai lo sguardo da terra e incontrai quello di Logan, che era lievemente velato di preoccupazione.
«Ti senti meglio?» mi domandò con una gentilezza estranea al Logan che avevo conosciuto. La sua mano non voleva saperne di abbandonare la mia guancia. Quel contatto così innocente mi faceva venire i brividi.
«Sì... sto meglio, grazie di essere rimasto. Io non so cosa mi sia preso... Non mi era mai capitato prima d'ora» farfugliai. Quell'inaspettata vicinanza tra lui e me e quei lievi ma intensi contatti fisici e visivi mi mettevano a disagio. Lui aveva visto quanto fossi vulnerabile, fragile ed instabile. Ed io non riuscivo a smettere di pensare che avrebbe potuto usarlo contro di me, per danneggiarmi ulteriormente.
Logan smise di accarezzarmi la guancia e addolcì lo sguardo. «L'importante è che ora tu stia bene. Ah, e non devi ringraziarmi, non ti avrei mai lasciata sola nelle condizioni in cui eri... Mi... mi hai fatto preoccupare.»
Io sgranai gli occhi e lo fissai fingendomi sorpresa. «Il misterioso gradasso Logan Wyatt che si preoccupa per me? Oh, ma quale onore» gracchiai agitando una mano all'aria per prenderlo in giro.
Logan ridacchiò. «Ma smettila... E per la cronaca, non sono un gradasso. Comunque, vuoi che ti riaccompagni a casa? Non credo che andare alla festa di Cotton sia una buona idea, considerando come stavi poco fa...»
Io abbassai lo sguardo. Non mi andava di aprirmi con Logan, non mi fidavo di lui. Anche se sembrava davvero preoccupato per le mie attuali condizioni.
«No, a casa non ci torno. Meno vedo Brian e meglio sto» obiettai secca.
Logan distese le gambe sul praticello umido che ci circondava. La sua gamba destra sfiorava delicatamente la mia.
«Okay, come vuoi... Perché chiami tuo padre per nome? Insomma... è una cosa insolita.»
«Perché non lo considero mio padre. Un padre non si sarebbe comportato come lui ha fatto con me e con mia madre... Lui è solo Brian.»
Logan ricominciò a fissarmi con estrema intensità, come se potesse entrare in contatto con il mio passato con semplici scambi di sguardi.
«Lo so, le famiglie fanno schifo» constatò lui mentre si accendeva una sigaretta.
«Già, è proprio vero... Oh cazzo, che ore sono? Shawn ha detto che sarebbe venuto a prendermi alle nove...»
Logan si irrigidì appena sentendo che pronunciai il nome del suo amico. «Sono quasi le dieci ormai. Non preoccuparti, gli mando un messaggio per avvisarlo che non andiamo da Cotton.»
«Va bene, grazie...»
«Hai detto che non vuoi tornare a casa e abbiamo deciso di evitare quella festa... Ti andrebbe di andare al lago? Di sera non c'è mai nessuno.»
«Dipende Coso... che versione di te vuole farmi compagnia stasera?» sputai con ironia, anche se una punta di serietà la contenevano le mie parole. Logan si stava dimostrando essere lievemente affetto da bipolarismo.
Lui si limitò a ridacchiare, convinto che stessi facendo del sarcasmo. «Lo sai che potrei rivolgerti la stessa domanda?»
Io roteai gli occhi in segno di disappunto. «Punto primo: hai iniziato tu a fare lo stronzo con me. Io mi sono soltanto difesa. Punto secondo: sei tu che ti sei permesso di giudicarmi senza neppure conoscere me o il mio passato. Quindi, caro mio, la mia domanda è più che lecita» gracchiai sulla difensiva.
Logan si avvicinò a me e cercò il mio sguardo con insistenza. «Hai ragione, abbiamo iniziato con il piede sbagliato tu ed io. Non ho nulla di personale contro di te, dato che come hai sottolineato tu poco fa, non ti conosco affatto. Sono soltanto una persona diffidente di natura.»
Io mi ritrassi d'istinto avvertendo quell'immediata vicinanza tra noi, che continuava a mettermi a disagio. Non riuscivo a capirlo quel ragazzo.
«Tranquilla Maya, vengo in pace. Non ho cattive intenzioni. Neppure io ho voglia di andare a quella stupida festa o a casa. Quindi concedimi il beneficio del dubbio o una seconda possibilità... Vedrai che non te ne pentirai.»
Ripensai involontariamente alla conversazione che avevo avuto con Chelsey riguardo alle prime impressioni e mi tornò alla mente ciò che lei aveva accennato sul fatto che Logan avesse molti segreti. C'era qualcosa di misterioso e magnetico in quel ragazzo, che mi spingeva a volerne sapere di più sul suo conto. Avevo bisogno di sapere che cosa nascondesse, di capire perché si comportava in maniera così incoerente ed imprevedibile.
Logan Wyatt era un mistero e io adoravo svelarli quando mi capitavano tra le mani.
«Hai intenzione di fare strada o devo avventurarmi da sola per le strade deserte di questo maledetto posto sperduto?»
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BACK TO YOU
Fiksi RemajaMaya Hamilton è un'adolescente problematica, che odia quando le vengono imposte delle rigide regole da rispettare. Lei è uno spirito libero, che ama le avventure, soprattutto quando sono condite con illegalità e adrenalina. Lei non vuole essere dom...