27. Una festa alternativa

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Chelsey accostò la sua auto all'interno di un enorme giardino illuminato da qualche lampione sparpagliato qua e là, che intuii appartenesse alla casa di Spencer. Oltre alla macchina di Chelsey, c'erano minimo altre quindici macchine parcheggiate lì fuori.

Scesi dall'auto di Chelsey e mi osservai attorno, spaesata. Se soltanto il giardino aveva le dimensioni dell'intera casa di Brian, quanto diavolo era grande la casa di Spencer?

«Reagiscono tutti così la prima volta che vengono qui» commentò Chelsey, notando la mia reazione.

«Mi domando il perché» gracidai con ironia.

«Seguimi, ti faccio strada» civettò lei, scuotendo le anche con disinvoltura.

Scossi la testa e la seguii senza obbiezioni. Percorremmo un piccolo sentiero piastrellato ed illuminato che conduceva all'entrata della casa di Spencer, da cui proveniva in lontananza il rimbombo delle canzoni di Katy Perry.

«Eccoci» annunciò entusiasta Chelsey, mentre indicava un'enorme villetta illuminata.

«Credo di capire perché sostieni che le sue feste siano le migliori in circolazione» commentai, mentre varcavamo la soglia d'ingresso. Spencer aveva lasciato la porta d'entrata spalancata. 

Ci ritrovammo in un enorme sala addobbata con luci colorate, tavole imbastite di alcolici di ogni tipo e persone che ballavano seguendo il ritmo della musica. Mi osservai distrattamente attorno, nella speranza di scorgere Logan, ma di lui non c'era la minima traccia.

«Chelsey, Maya! Finalmente siete arrivate» civettarono in coro Cass e Paige, che ci raggiunsero ancheggiando sui loro tacchi esageratamente alti.

«Cass, Paige! Che festa sensazionale! E pensare che l'ha organizzata in poche ore» commentò Chelsey, osservandosi attorno con aria sorpresa.

«Già, lo penso anche io. Dopotutto, è risaputo che le feste di Spencer sono le migliori» cinguettò Cass, mentre canticchiava il testo della canzone che rimbombava per tutta la stanza.

«Allora Maya, come ti trovi qui? Ti stai ambientando?» mi domandò educatamente Paige.

Era la sorella di Shawn e speravo vivamente che non fosse a conoscenza di quanto successo negli ultimi giorni, anche se ne dubitavo fortemente. Le voci in quel posto si diffondevano con estrema velocità, soprattutto se riguardavano me.

«Uhm... Sì, tutto a posto grazie» balbettai svogliatamente. Non avevo molta voglia di fare conversazione con loro in quel momento.

«Superlativo! Beh, qualche scottante gossip da condividere?» gracchiò Cass, rivolgendomi sguardi maliziosi.

Io mi limitai a ruotare gli occhi. «Ho sete, vado a prendermi da bere» annunciai, liquidando quel ridicolo tentativo di sapere cos'era accaduto tra Logan, Shawn e me nei giorni precedenti.

«Ti accompagno Maya» mi sussurrò Chelsey, abbandonando le sue amiche all'entrata della villa.

«Non so come fai Chelsey, io non le sopporto» blaterai, mentre mi versavo il contenuto verdognolo di una caraffa in un bicchiere di plastica. Speravo fosse alcolico, avevo bisogno di alcol. Soprattutto se avessi dovuto affrontare Logan e Shawn.

«Oh, Maya... Sbaglio o una conversazione sui pregiudizi e le prime impressioni l'abbiamo già avuta in passato?» soffiò lei, mentre sorseggiava della birra.

«Sì, beh... quella volta era diverso però.»

«L'unica differenza è che l'altra volta mi riferivo a Logan. E guarda dove ti ha portato ascoltare i miei consigli...» osservò lei, rivolgendomi un sorriso complice.

Roteai di nuovo gli occhi. «Sei pessima Chelsey, non usare le mie confidenze contro di me» sputai, sulla difensiva.

«E tu chi saresti?» cinguettò acidamente una vocina sconosciuta alle mie spalle, costringendomi a voltarmi per scoprire a chi appartenesse.

«Ehi Cotton! Lei è Maya Hamilton. Non avete ancora ancora avuto modo di conoscervi...»
«Ah, certo... Ho sentito qualcosa su di te. Meglio che avvisi Spencer di nascondere le cose di valore, non si sa mai cosa potrebbe succedere...» sentenziò facendomi l'occhiolino.

Stavo per risponderle in maniera poco garbata, ma Chelsey mi tirò per un braccio, facendomi capire che non ne sarebbe valsa la pena.

«Ehi, magari tra le cose di valore di Spencer c'è anche un cervello funzionante per te! Credo davvero che ne avresti bisogno» le rispose lei, rivolgendole un sorriso finto quasi quanto il naso di Cotton.  

Non potei fare a meno di trattenere una risata. Chelsey ci sapeva fare eccome! Le diedi il cinque e ci godemmo la faccia sconvolta di Cotton, che non sapeva come controbattere.

Finii di bere il contenuto del mio bicchiere, anche se non avevo ancora capito cosa contenesse, e feci cenno a Chelsey di uscire un momento per prendere una boccata d'aria. Lei mi fece strada e mi condusse nella porzione di giardino che dava sul retro della casa di Spencer.

Ogni volta che ci imbattevamo in una nuova parte di casa, mi guardavo attorno con attenzione, nella speranza di scorgere Logan. Avevo un brutto presentimento che mi tormentava con insistenza e non riuscivo a liberarmene.

«Oddio, cosa sta succedendo?» urlò Chelsey non appena raggiungemmo il giardino sul retro.

Io la feci scansare e mi buttai fuori per vedere cosa stesse succedendo di così insolito da attirare la sua attenzione. Non appena capii perché Chelsey avesse reagito così, mi si gelò il sangue nelle vene.

Dinnanzi a noi c'erano Logan e Shawn che si stavano azzuffando. L'uno rivolgeva all'altro insulti pesanti, schiaffi, pugni, calci. Si stavano massacrando fisicamente, ma anche verbalmente. Spencer stava cercando di separarli, ma senza ottenere grandi risultati.

«Logan, Shawn! Che cazzo state facendo?» urlai, nel tentativo di attirare la loro attenzione e farli interrompere quella stupida rissa che avevano avviato.

Però, nessuno dei due pareva essersi minimamente accorto della mia presenza. Continuavano a massacrarsi senza prestare attenzione alla calca di persone che li stava circondando.

Spencer alzò lo sguardo e lo fissò su di me. Nonostante non lo conoscessi affatto e non avessi una particolare dote nel leggere gli sguardi delle persone, capii che era sconvolto quasi quanto me nell'assistere a quella scena. «Maya, vattene. Ci penso io a loro, tu hai già fatto abbastanza» mi disse con neutralità senza smettere di guardarmi.   

Quelle parole mi fecero male. Spencer aveva ragione, era colpa mia se si stavano azzuffando. Li avevo messi l'uno contro l'altro, fregandomene di quello che stavo rovinando con i miei capricci.

Eppure, nonostante questa consapevolezza, non ascoltai le parole di Spencer. Non potevo abbandonare Logan proprio in quel momento, sapevo che aveva bisogno di me. Così, mi gettai tra di loro per cercare di separarli e di riportarli alla realtà. Era il minimo, lo dovevo ad entrambi dopo l'innumerevole quantità di casini che avevo creato.

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