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Due mesi dopo

Connor non la smetteva di piangere e Harry non sapeva più che fare.

L'aveva cambiato, aveva provato a dargli del latte, ma nulla...il bimbo continuava a urlare a pieni polmoni.

Louis era seduto a tavola come se niente fosse e continuava a consumare la sua cena.

" Forse sta male " disse Harry disperato " dovrei portarlo dal dottore "

" Vai " commentò Louis imperturbabile.

" Ma è buio, e la strada è lunga...non...non potresti chiedere a tuo padre se ci presta il carro? Faremmo prima così..."

Louis sollevò gli occhi dal piatto e disse gelido:

" Mio padre è stanco a fine giornata e a quest'ora sta già dormendo di sicuro. Inoltre non capisco perché parli al plurale...il figlio è tuo, non mio. Se vuoi portarlo dal medico, vacci pure "

Harry ricacciò indietro le lacrime, strinse a sè il piccolo che piangeva e sussurrò:

" Come puoi essere diventato un mostro simile? Come puoi far finta che Connor sia tuo figlio quando c'è un estraneo e poi, a casa, non degnarlo nemmeno di uno sguardo? Che male ti ha fatto? "

" Quello di nascere " sibilò Louis con rabbia.

Il cuore di Harry si ruppe ancora un po', le sue spalle si incurvarono per il peso delle cattiverie appena udite e i suoi occhi si velarono di lacrime.

Senza dire una parola, avvolse il bambino in una coperta e uscì dalla porta.

Era buio, la luna era alta nel cielo e il paese era deserto.

Stringendo a sè Connor si incamminò lungo la strada cercando di non piangere e di non pensare a che incubo si fosse ridotta la sua vita.

Louis gli parlava a malapena e con il bambino, beh, con il bambino era gelido come un pezzo di ghiaccio.

Mai l'aveva guardato, mai l'aveva preso in braccio, mai gli aveva anche solo rivolto un cenno.

A volte si chiedeva come facessero le loro famiglie a non accorgersi di questo comportamento, ma poi si diceva che nessuno ci faceva caso davvero, perché tutti li consideravano solo ed esclusivamente una giovane coppia di sposi.

Impiegò un sacco di tempo a raggiungere la casa del medico, ma fortunatamente l'uomo lo ricevette comunque.

Visitò Connor, gli diagnosticò una semplice colica infantile e gli diede delle erbe da prendere.

Harry ringraziò l'uomo e si rimise sulla strada di casa, con il bambino stretto fra le sue braccia.

Ius primae noctisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora