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Louis attese il ritorno di Harry nella più cupa disperazione, ma la sua disperazione era motivata e sostenuta da cause contraddittorie.

Se da un lato, infatti, aveva paura per la sorte del marito e della sua vita, dall'altra provava un senso di disgusto a pensarlo a letto con Cowell.

Sapeva che era sbagliato, che non era corretto nei suoi confronti, ma non riusciva a farne a meno.

La prima volta con Harry doveva essere sua, sua e solo sua, invece...invece quel bastardo aveva rovinato tutto.

Si passò per l'ennesima volta una mano fra i capelli e se li scompigliò con rabbia, tirandoli e strattonandoli.

Si affacciò alla finestra e scrutò la strada buia che passava davanti e che tagliava in due il paese.

Non si vedevano luci in lontananza, non si sentiva il classico rumore delle ruote di un carro in avvicinamento, nulla.

Louis si costrinse a sedersi su una sedia e si impose di calmarsi, ma fu tutto inutile perché l'agitazione lo invase ancora peggio di prima.

Si alzò di nuovo e cominciò a percorrere il piccolo salotto avanti e indietro, fino a non sentire più le gambe per la fatica.

All'improvviso, sentì in lontananza un rumore sferragliante, si bloccò e si precipitò alla finestra, appiccicando il viso al vetro.

Dopo alcuni minuti dal fondo della strada spuntò una carrozza nera e per Louis non fu difficile identificarla con quella di Simon Cowell.

Si precipitò alla porta, pronto ad uscire in strada, ma poi si bloccò, indeciso su come comportarsi.

Doveva correre fuori e fronteggiare quel bastardo?

Cosa doveva fare?

Tentennò per alcuni istanti, quanto bastò alla carrozza di Cowell per fermarsi davanti alla sua casa.

Louis udì dei passi sul selciato, poi movimento di ruote e infine silenzio.

Si decise ad aprire la porta e lo spettacolo che si trovò di fronte gli spezzò il cuore.

Harry era davanti a lui, con i vestiti stazzonati, il volto terreo e gli occhi gonfi e rossi.

Si fece da parte, lo fece entrare e, quando entrambi furono dentro, chiuse la porta alle loro spalle.

Harry si strinse il corpo fra le braccia e cominciò a tremare, guardandosi intorno con occhi persi e spenti.

Guardò Louis negli occhi con una muta richiesta di un abbraccio, ma il segnale non fu colto o, meglio, fu evitato.

Louis, infatti, non trovò il coraggio di toccare il marito e, nel più completo silenzio, si mise a preparare una tazza di tè per entrambi.

Ius primae noctisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora