(S)piacevoli scoperte

6 3 0
                                    

Jason e Bran erano tornati dall'allenamento felici quella sera. Scherzavano e ridevano, dicendo di avere una magnifica notizia per tutti.
Quel pomeriggio erano venuti a conoscenza, tramite il loro allenatore, che la squadra della Major Leage di New York era stata sciolta per mancanza di fondi. I giocatori erano stati smistati a casaccio in diverse squadre da quattro soldi. E tra quei giocatori c'era il loro adorato vecchio compagno di squadra. Chissà dove era finito ora e se giocava ancora.

«Dio, non ero così felice da tantissimo tempo» disse Jason ridendo mentre si apriva una birra in salotto insieme agli altri.
«Ha avuto ciò che si meritava» concordò anche Bran.
«Propongo un brindisi» disse Jason alzando il bicchiere «A quell'idiota disperso in qualche squadretta da quattro soldi» disse ridendo mentre anche tutti gli altri lo imitavano.

Anche Sam brindò, seppure un lieve senso di ansia e preoccupazione le opprimesse il petto. Non sapeva neanche lei perché, infondo avrebbe dovuto essere felice del fatto che quel ragazzino avesse avuto ciò che si meritava alla fine. Però quello che le aveva detto, quel suo sguardo e sorriso così sicuro di sé... sembrava non gli dispiacesse che la sua squadra fosse stata sciolta. I due ragazzi non sapevano che lo aveva incontrato, più di una volta. Aveva preferito non dire loro niente perché sapeva come avrebbero reagito.
Meglio evitare scenate.
E così ora stavano brindando alla brutta fine che il loro ex compagno aveva fatto, ignorando che lui potesse avere in mente qualcosa.

Il suo sguardo incontrò gli occhi di Hazel, e vi vide la stessa velatura di preoccupazione. L'amica annuì per confermare ciò che anche lei pensava, ma poi fece un lieve segno con la testa come a dire "non ora, lasciamo che si divertano un po'". E Sam fece così, lasciò che i suoi ragazzi continuassero a scherzare, perché dopo due anni orribili, due anni passati tra stop, tribunali e test a sorpresa, tornavano a sorridere. E se la meritavano questa felicità, nessuno poteva negargliela.
Il giorno dopo avrebbero avuto una partita, per qualificarsi per le semifinali, non serviva aggiungere un motivo in più per agitarli.
«Beh ragazzi domani avete una partita importante, quindi a dormire, tutti e due» disse Natalie trascinando il marito a casa.
Così si salutarono e la coppia se ne andò.

I tre ragazzi rimanenti finirono le loro birre con tutta tranquillità. Hazel si era accoccolata sulle gambe del suo ragazzo e Sam li guardava intenerita dall'altro divanetto.
«Non dovresti andare a riposarti per domani campione?» chiese Hazel a Jason.
«Hai detto bene, sono un campione, non ho bisogno di riposarmi» le rispose lui con la stessa ironia di sempre, mentre le spostava una ciocca di capelli dietro un orecchio.
Samantha decise così di andare a dormire, per lasciare alla coppietta i loro spazi.
«Io vado a dormire, notte ragazzi» disse alzandosi e dirigendosi verso le scale che portavano al piano superiore.
«Ora arriviamo anche noi, notte sorellina» la salutò il fratello
«Notte Sam» fece anche Hazel.

La ragazza andò in bagno a lavarsi i denti e mettersi il suo "pigiama": una vecchia maglietta extralarge che doveva aver fregato a uno dei ragazzi qualche anno prima. Poi andò in camera sua e si infilò sotto il lenzuolo.
Si sistemò il cuscino, prese il suo
e-reader dal comodino e si immerse nella lettura. Amava leggere, amava immergersi nei mondi dei protagonisti dei libri che leggeva provando le emozioni e le sensazioni che provavano loro, vivendo le gioie e le tristezza che vivevano loro. Se ne era innamorata a dieci anni, quando suo padre le aveva regalato il suo primo libro. Si intitolava "Amiche per la pelle", suo padre, amante anche lui della lettura, glielo aveva regalato al suo compleanno pensando fosse un libro adatto ad una bambina di dieci anni. Lei aveva però scoperto che dietro a quel titolo così innocuo si celava invece un thriller/horror carico di tensione. L'aveva letto in pochi giorni, incapace di staccarsi da quelle pagine finché non era giunta alla fine.
Un paio di notti si era svegliata tra gli incubi, ma nonostante ciò aveva continuato ad amare quel libro e la lettura. Sua madre si arrabbiò con suo padre quando scoprì che razza di libro le aveva regalato, e glielo nascose più di una volta, ma lei riusciva sempre a trovarlo. Ce l'aveva ancora quel libro, sistemato accuratamente nel cassetto del comodino.
In poco tempo diventò una divoratrice di libri, così il fratello, quando la sua carriera nel calcio aveva iniziato a dare i suoi frutti, le aveva comprato un lettore dove la ragazza aveva scaricato un'infinità di libri.
Così ora se ne stava lì, fisicamente nel suo letto ma con la mente persa nel mondo degli anni '30 di "Storia di una ladra di libri".

MistakesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora