Mistakes

Intruso

Caleb era davanti alla casa di Samantha e la stava guardando con occhio critico. Aveva sperato, anche se sapeva che non era possibile, che il fratello non si trovasse in casa, in modo da poter entrare tranquillamente. Invece la sua macchina era parcheggiata nel garage. Ovviamente, non avrebbe mai lasciato la sorella a casa da sola con la febbre.

Così ora se ne stava in strada, stando ben attento a restare nascosto dietro un albero e mettendo in moto la mente per escogitare un modo per poter entrare.
Dopo qualche minuto si rese conto che la risposta forse era proprio nell'albero su chi era appoggiato. I suoi rami infatti si allungavano verso l'alto, e uno raggiungeva la finestra della camera di Sam.

L'idea di doversi arrampicare non gli andava molto a genio, ma non vedeva altre vie d'uscita, perciò si arrese.
Studiò qualche istante l'albero e la diramazione dei suoi rami per cercare di capire da quale punto era più conveniente arrampicarsi. Poi saltò e afferrò uno dei rami più bassi con le mani. Si issò su di esso solo con la forza delle braccia e una volta alzatosi in piedi in equilibrio fu facile proseguire. Raggiuse il ramo che arrivava fino alla finestra della camera della ragazza e si sedette sul davanzale.

Come immaginava, la finestra era appoggiata e non chiusa. Si ricordava infatti che qualche giorno prima della sua partenza per l'Inghilterra l'aveva rotta e da allora non si chiudeva più. Con ogni probabilità nei tre anni che era stata via non l'avevano aggiustata e infatti era proprio così.

Appoggiò le mani a coppa sul vetro affianco alla faccia per riuscire a vedere all'interno della stanza. Intravide Samantha che dormiva sul letto e oltre a lei sembrava non essserci nessun altro.
Sorrise mentre lentamente alzava la finestra cercando di fare il minor rumore possibile. Poi si infilò agilmente all'interno e la richiuse alle sue spalle.

Tornò a girarsi verso il letto, dove Sam era distesa scompostamente. La coperta la copriva fino al petto, le braccia erano uno piegato sul cuscino sopra la sua testa e uno steso lungo il fianco. Anche le gambe erano piegate scompostamente e una sbucava dall'orlo della coperta.
Guardò il suo viso pallido e la fronte imperlata di sudore. Le sue sopracciglia erano corrugate e le labbra socchiuse lasciavano uscire il respiro leggermente affannoso. Immaginò che stesse avendo un incubo, probabilmente causato dalla febbre che sembrava avere piuttosto alta.

Infatti dopo poco la ragazza iniziò a muoversi nel sonno e a squotere di tanto in tanto la testa a scatti.
Caleb si avvicinò al letto e vi si sedette sulla sponda. Con una mano accarezzò delicatamente il suo viso, partendo dalla fronte e arrivando fino al mento. La ragazza corrugò ancora di più la fronte, ma dopo qualche istante si rilassò completamente.

Caleb si perse a guardarla dormire. Quelle lentiggini che le punteggiavano il naso e le guance risaltavano sul viso più pallido del solito. I suoi bellissimi boccoli biondi erano aperti a ventaglio sul cuscino dove poggiava la testa e, senza rendersene conto, il ragazzo si ritrovò ad arrotolarsi tra le dita una sua ciocca.

Ad un certo punto il suo cellulare squillò e lui fece un salto indietro per lo spavento silenziando subito la chiamata. Guardò Sam per vedere se si fosse svegliata, ma la ragazza si limitò a fare una smorfia infastidita.
Caleb tirò un sospiro di sollievo mentre scriveva a Kevin che non poteva rispondere e rimetteva via il telefono senza aspettare la sua risposta.

Poi iniziò a girovagare per la stanza osservando le varie foto appese ai muri. Probabilmente era da lì che priveniva la foto che le aveva preso e che anche in quel momento teneva in tasca.

Perso tra i vecchi ricordi, si accorse che Samantha si era svegliata solo quando già si stava alzando dal letto.
Si girò verso di lei, ma la ragazza gli dava le spalle e non si era accorta della sua presenza.
La raggiunse e la abbracciò da dietro posandole una mano sulla bocca per non farla urlare. La ragazza si irrigidì per lo spavento.