Promesse infrante

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La finale tanto attesa era iniziata.
Sam se ne stava in tribuna e sbocconcellava il suo hot dog, anche se la maggior parte finiva a Loki, a cui dal canto suo non dispiaceva affatto.

Caleb era un attaccante, Jason anche, e questo era l'unico lato positivo perché significava che molto probabilmente non si sarebbero scontrati direttamente. A meno che non l'avessero voluto loro, cosa non da escludere. Per il momento però la partita procedeva tranquilla. Entrambe le squadre stavano dando il massimo per guadagnarsi la vittoria del torneo, e per ora erano alla pari, ancora 0 a 0.

Era da tanto che Sam non vedeva giocare Caleb, e rimase stupita. Quando prendeva la palla non lo fermava nessuno, si muoveva veloce e sicuro come se il pallone fosse una parte di lui, scartando giocatori su giocatori senza perderne il possesso.
Riusciva anche ad arrivare a qualche conclusione, ma la porta era resa una saracinesca da Bran.

Era strano vederlo giocare per lo più da solo. Quando era ancora con Jason, loro due facevano gioco di squadra diventando quasi un'unica persona, perfettamente sincronizzati, sapendo esattamente dove si trovava l'altro senza il bisogno di vederlo e capendosi con un solo sguardo. Una volta, diversi anni prima, Caleb le aveva detto che lo stile di gioco di suo fratello completava il suo, che si integravano a vicenda e che separati non avrebbero mai giocato così bene.

"È difficile da spiegare" aveva detto "A volte, due giocatori, hanno una chimica particolare"

Evidentemente non aveva trovato questa chimica con qualcun altro.
Stupido ragazzino si ritrovò a pensare Samantha Stupido ragazzino egoista.

Il primo tempo stava per finire in parità, ma poco prima del 45° minuto, Jason segnò portando l'FC Boston in vantaggio. Sam si alzò in piedi per esultare e le venne automatico guardare con aria soddisfatta Kevin qualche fila più giù. Anche il ragazzo la guardò, ma scosse la testa mentre sillabava Non è ancora finita.
Dopo quell'azione l'arbitro fischiò la fine del primo tempo, e entrambe le squadre andarono nelle rispettive panchine a riposarsi. Sam poté vedere la faccia soddisfatta di suo fratello mentre veniva abbracciato da Bran che gli faceva i complimenti per il goal.

Ora erano un passo più vicini alla vittoria.

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Caleb ascoltava distrattamente le direttive del mister prima dell'inizio del secondo tempo.
Erano sotto di un goal, dannazione.
Ci aveva provato, a passare in vantaggio, ma se c'era una cosa che era riuscito a fare rarissime volte nella sua vita, era segnare un goal a Brandon.

Si passò entrambe le mani sui capelli per la frustrazione mentre cercava di inventarsi qualcosa.
Poi si bloccò, un ricordo vago si fece strada nella sua mente, e quando tornò in campo sapeva esattamente cosa avrebbe dovuto fare. Un sorrisetto furbo si fece strada sulla sua faccia, mentre il secondo tempo iniziava.

Non ci mise molto a prendere il possesso della palla, e non ci mise molto nemmeno a farsi strada e a raggiungere la porta.
Non era facile quello che aveva in mente di fare, doveva essere preciso al millimetro o non avrebbe funzionato.

Tirò, piazzando la palla sulla destra, perfettamente dove voleva. Bran si sarebbe tuffato per cercare di prenderla, lo sapeva, ma non sarebbe stato necessario perché il pallone non sarebbe entrato in porta ma avrebbe colpito il palo.
Fu proprio quello che successe. Bran si tuffò inutilmente, infatti la palla colpì il palo e tornò indietro da Caleb che la tirò di nuovò, al volo, stavolta però dritto all'angolo in alto a sinistra.  Bran capì subito di aver fatto un enorme errore a tuffarsi, perché per quanto velocemente si alzò, non riuscì a raggiungere la palla dall'altro lato della porta. Non poté fare altro che guardare il pallone entrare in rete.

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