Ora X

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«Devi mangiare se vuoi essere in forma stasera» disse Sam a Jason.
Era la mattina della finale e lei stava praticamente rincorrendo il fratello visibilmente agitato per tutta la casa, zoppicando con una sola stampella mentre con la mano libera teneva il piatto con la colazione.

«Sì certo ora mangio» disse lui mentre per l'ennesima volta controllava di aver messo le scarpe nel borsone.
«Jas, adesso ti siedi e mangi» disse lei spingendolo sul divano.
«Ma devo preparare le cos...» iniziò a protestare lui, ma la ragazza gli ficcò in mano il piatto e lo costrinse a fare colazione.
«Mangia» disse con un tono che non ammetteva repliche «Ci penso io qui»

Quando finalmente Jason prese il primo boccone Sam si mise a sistemargli il borsone, che era già preparato quasi del tutto.
L'aveva appena richiuso quando il campanello della porta suonò.
Jason fece per alzarsi ma Sam con un'occhiata gli intimò di finire la colazione.

La ragazza andò a vedere chi era.
«È Bran» annunciò dopo aver guardato dallo spioncino.
«Ciao sorellina, come va?» la salutò il ragazzo più grande quando Sam gli aprì la porta e lo fece entrare.
«Bene, tutto apposto» rispose lei.
In realtà non era completamente vero, era da quella mattina che si sentiva stranamente stanca, ma cercava di non farci molto caso.

«Perfetto, sono venuto apposta per te» disse mostrandole una scatola di cerotti «Bisogna cambiarlo ogni tanto no?» disse indicando il cerotto che copriva i punti sul ginocchio e che in effetti stava iniziando a staccarsi.
Sam annuì e andò a sedersi sul divano stendendo la gamba.

«Ehi Jay, carico per stasera?» disse Bran all'amico che aveva appena finito le sue uova con pancetta.
«Certo» rispose lui «Pronto a vincere» disse mentre si alzava per portare in cucina il piatto sporco.
Sam e Bran lo guardarono allontanarsi.
«Sono venuto anche per vedere come stava lui» disse Bran.
«È molto agitato, non vuole ammetterlo ma giocare contro Cohen lo preoccupa molto» confermò Sam «Stasera tienilo d'occhio ok? Non lasciargli fare qualcosa di stupido»
«Certo» disse il ragazzo «Ora diamo un'occhiata al ginocchio»

Bran sollevò delicatamente il cerotto sulla gamba della ragazza, e lei guardò incuriosita. Non aveva ancora visto i punti.
C'era un unico taglio verticale sotto la rotula e i punti fatti con del filo nero risaltavano sulla pelle un po' arrossata.
Vide Bran corrugare la fronte mentre guardava la ferita, ma non disse nulla così Sam non ci pensò.
Poi il ragazzo prese un cerotto nuovo e lo mise.

«Dobbiamo smetterla di passare il tempo così noi eh» disse lui sorridendole mentre lisciava i lati del cerotto per farli aderire bene.
«Ti nomino mio medico personale» disse Sam ridendo.
«Quale onore» rispose Bran ridendo anche lui e facendo un inchino teatrale «Finito» disse poi alzandosi.
«Porto tuo fratello a fare un giro, se non ti dispiace» aggiunse poi il ragazzo.
«Sì, certo» acconsentì Sam, sapendo che la vera frase era "porto tuo fratello a fare un giro per assicurarmi che stia bene"

Così Sam passò il resto della mattinata sola, prima sul divano insieme a Loki e poi in cucina a cercare di preparare qualcosa da mangiare.

Quando Jason tornò pranzarono e poi passarono il pomeriggio assieme, ma il tempo sembrò volare così, senza accorgersene, giunse la sera.

«Jas, hai la maglia al contrario» disse Sam divertita al fratello, che agitato ricontrollava per l'ennesima volta di aver preso tutto.
Il ragazzo si girò la maglietta imprecando.
«Dove sono finite le chiavi?» disse poi mentre si guardava intorno.
«Jas, ce le hai in mano» disse la sorella ridendo ancora di più.
Jason guardò le chiavi con espressione corrucciata come se gli fossero comparite in mano solo in quel momento.
«Che hai da ridere?» sbuffò poi rivolgendosi alla sorella.
«Niente, niente» disse lei coprendosi il sorriso con una mano «Allora, sei pronto?» gli chiese poi.
«Io sono nato pronto sorellina» disse lui con aria di superiorità.
«Scemo...» borbottò la ragazza spintonandolo scherzosamente «Muoviti che arrivi in ritardo»
Jason prese il borsone e uscì, seguito dalla sorella e da Loki.
I tre salirono in macchina e partirono alla volta dello stadio dove si sarebbe giocata la finale.

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