Esibizionista

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La palla entrò in rete per l'ultima volta in quella partita, qualche attimo prima del fischio finale. Una splendida rovesciata aveva firmato quel goal, e ora il giocatore responsabile stava esultando abbracciato dai compagni di squadra, lo sguardo rivolto in un punto preciso degli spalti, cercando di incontrare un paio d'occhi azzurro cielo.

°°°°°

*3 ore prima*

Samantha si stava annoiando alla grande. Jason e Hazel erano usciti per andare da qualche parte insieme, non sapeva dove, lasciandola sola a casa. Aveva pensato di andare da Bran e Nat, ma la verità era che non aveva la minima voglia di farsi quei, seppur pochi, isolati a piedi.
Così se ne stava distesa sul divano, passando svogliatamente da un canale all'altro nella speranza che trasmettessero qualcosa di interessante. Alla fine decise di lasciare dove trasmettevano musica.

Era ormai pomeriggio inoltrato quando il campanello suonò. La ragazza si alzò e, pensando fossero Jas e Hazel aprì senza guardare.
«Grazie al cielo, mi stavo annoia...» la frase però le morì in bocca quando si trovò davanti l'ultima persona che voleva vedere in quel momento, per di più a casa da sola.

Cercò di chiudere la porta di scatto ma il ragazzo non si fece prendere di sorpresa e la fermò incastrando un piede tra lo stipite e la porta.
Poi la riaprì, ma la ragazza era decisa a non farlo entrare e bloccò l'ingresso appoggiando le braccia da un lato all'altro della porta.
I due si squadrarono per qualche istante.

«Allora, non mi fai entrare?» chiese Caleb.
«Mmm... no, credo di no» rispose la ragazza «Vattene» aggiunse poi cercando nuovamente di richiudere la porta senza però avere successo.
Sospirò.
«Che cosa vuoi?» chiese iniziando a perdere la pazienza.
«Intanto entrare» rispose lui.
«Ti ho detto di no, vattene, c'è Jas al piano di sopra» mentì Samantha nel tentativo di farlo andar via.
«È uscito con la sua bella un'ora fa» disse lui.
«Cosa fai ci spii adesso?» chiese la ragazza senza parole.
«Volevo solo parlarti» disse lui con noncuranza «Spostati»
«No»
Caleb la guardò come se non aspettasse altro.
«Sai che entrerò lo stesso»
«E io chiamo la polizia» lo minacciò lei.
La minaccia non sortì però l'effetto sperato, il ragazzo scoppiò a ridere.
«Correrò il rischio» disse.

Poi fece un passo avanti, sollevò di peso Sam e la spostò mentre veniva ricoperto da insulti da parte di quest'ultima ed entrò per poi chiudersi la porta dietro di se.
Poi la rimise con i piedi per terra.

Si prese alcuni istanti per guardarsi intorno. Era da tanto che non entrava in quella casa, era così strano rimetterci piede.
Riportò lo sguardo sulla ragazza che gli stava di fronte e che ora se ne stava appoggiata al muro con le braccia incrociate e un'espressione arrabbiata, gli occhi azzurri di solito limpidi come il cielo sereno, ora offuscati dalla rabbia.
«Violazione di domicilio» disse lei fredda.
«Sto diventando un criminale» rispose lui.
Caleb si prese la libertà di andare in cucina, ma quando fece per aprire il frigo Samantha lo richiuse con una mano.

«Senti, o mi dici subito cosa vuoi o te ne vai. Non hai molte opzioni, non sei più il benvenuto qui» la ragazza mise le cose in chiaro.
«D'accordo, tra un'ora ho la semifinale, vieni a vederla?» le propose, ma l'invito aveva tutta l'aria di non essere tale.
«No» rispose subito lei «Neanche morta, l'unica tua partita che verrò a vedere sarà la finale, e sempre se ci arrivi ragazzino»
Il "ragazzino" fece una smorfia.
«Non era una proposta in realtà» disse «Tuo fratello è via fino a tardi, non sarà tra i piedi, perciò ti porto a vederla»
«Neanche. Morta.» ripeté la ragazza scandendo bene le parole.
«Invece. Sì.» disse Caleb con il suo stesso tono di voce.
«Senti, sono stanca di questa pagliacciata, vettene subito!» gli urlò in faccia lei.

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