L'FC Boston aveva vinto quella partita, ora si era classificata per le semifinali.
Samantha aveva cercato i video che le aveva mandato Hazel mesi prima, e aveva scoperto di che squadra faceva parte ora Caleb: il New Hampshire Phantoms. Si era informata, e anche loro si erano classificati per le semifinali. Partendo dal presupposto che Bran e Jas riuscissero a vincere, le opzioni erano due: o anche il New Hampshire vinceva e così sarebbe finito in finale con loro, oppure perdeva e Caleb non avrebbe mai giocato contro di loro, cosa che Samantha sperava con tutto il cuore.L'aveva detto a Hazel.
E giustamente Hazel l'aveva detto al suo ragazzo.
E Jason poi l'aveva detto a Bran.
E infine Bran l'aveva detto alla moglie.
Così ora si ritrovavano tutti in salotto a casa di Sam, le facce pensierose. La felicità della vittoria era scomparsa nel momento esatto in cui avevano sentito quella notizia.Avevano pensato che Caleb non sarebbe più stato un problema, che fosse impegnato con qualche squadretta in un poco importante torneo di periferia, e ora invece c'era il rischio che se lo ritrovassero in finale.
Fu Brandon il primo a prendere la parola.
«Non c'è niente di cui preoccuparsi» disse «Certo, avrei preferito anch'io non sentire più parlare di lui, ma non è successo niente di grave. Insomma, non è neanche detto che dovremmo giocare contro di lui e anche se fosse, potremo cogliere l'occasione per stracciarlo, e credetemi gli brucerebbe tantissimo perdere la finale contro di noi»
Il ragazzo vedeva il bicchiere mezzo pieno, come sempre d'altronde.
Al pensiero di infliggere al traditore una bruciante sconfitta, un sorrisetto comparve sul volto di Jason, che si immaginava già ad alzare la coppa sotto lo sguardo demoralizzato del suo ex amico.
La sorella stava guardando la sua espressione senza accorgersi che lo stesso sorrisetto era comparso anche sulle sue labbra. Perché alla fine si sarebbe divertita un mondo anche lei se avessero sconfitto Caleb in finale.
«Beh, messa così quasi quasi spero che vinca la semifinale» disse Jason.
«Così potete fargli vedere come giocano i veri campioni» disse Hazel, mentre la stessa visione della sua sconfitta le passava per la testa.
«Già, che problema c'è infondo?» confermò anche Sam.
Il fratello si voltò a guardarla.
«Sa che sei tornata?» le chiese improvvisamente serio.
La ragazza non seppe cosa rispondergli e rimase alcuni istanti in silenzio.
Poi annuì.
Lo sguardo del fratello si rabbuiò.
«Ti ha fatto qualcosa?» le chiese, la voce velata da una collera crescente.
Samantha restò stupita da quella domanda. Davvero credeva che quello che un tempo non troppo lontano era stato un suo fratello potesse farle qualcosa di male? Che cosa era diventato quel ragazzino dolce impacciato in quei tre anni in cui era stata via da casa?
«No, abbiamo solo parlato» rispose.
Il fratello sembrò rilassarsi un po'.
«Se si avvicina di nuovo a te, se osa anche solo guardarti devi dirmelo, d'accordo?» si raccomandò il ragazzo.
Ed ecco l'iperprotettività del fratello maggiore, che compariva solo quando era davvero preoccupato e solo con la sua sorellina.
«Certo» rispose la ragazza.
Jason annuì.*****
Hazel e Samantha si trovavano nella camera di quest'ultima e discutevano sul da farsi. La ragazza dalla pelle scura se ne stava distesa sul letto, in modo stranamente sgraziato, mentre la bionda era seduta su un pouf.
«Jas ha davvero una così bassa considerazione di Bam... di Caleb?» chiese Samantha cercando di sembrare disinvolta, ma ad Hazel non sfuggì nulla.
Come lo stava per chiamare? Bambi forse? Da quanto tempo non usava quel soprannome?
Vecchi ricordi le tornarono alla mente.°°°°°
Samantha era seduta alla scrivania in camera sua e stava cercando di concentrarsi sugli esercizi di matematica che aveva davanti e che stava cercando di svolgere, ma qualcuno disteso sul suo letto non la aiutava per nulla.
«Ventidue, novantotto, centotredici...» il ragazzo dagli occhi color nocciola continuava a sparare numeri a caso divertendosi a far sbagliare Sam.
«Cal! Smettila!» lo rimproverò la ragazza per l'ennesima volta.
Riportò la sua attenzione sui compiti, ma poco dopo Caleb ricominciò.
Sam afferrò un peluche a caso e glielo tirò in faccia.
«Ehi!» si lamentò lui.
«Avevi detto che mi aiutavi, e non mi sembra che tu lo stia facendo» gli disse Sam fulminandolo con lo sguardo «Almeno stai zitto»
«Almeno stai zitto» le fece eco il ragazzo fingendo di far parlare il peluche di Bambi che gli aveva tirato.
«Tu hai dei grossi problemi» constatò la ragazza «Allora vuoi darmi una mano? Non ci capisco niente di sta roba» chiese poi esasperata sperando in un aiuto dal ragazzo più grande.
«E io secondo te andavo bene in matematica?» ribattè lui.
«Perfetto, sei inutile» sbottò Samantha.
Il ragazzo fece l'offeso.
«Non sono inutile» disse corrugando la fronte e piegando le labbra all'ingiù, in un broncetto offeso.
La ragazza lo guardò, con quegli occhioni color nocciola da cucciolo che la fecero subito ridere.
«Che cosa c'è da ridere?» chiese lui sempre più indignato.
«Sei cuccioloso» rispose lei ancora ridendo.
Lui la guardò in cagnesco.
«Non sono cuccioloso» disse, con ancora il peluche in mano.
«Oh sì invece, tu e quel peluche vi assomigliate tantissimo» ribattè la ragazza sempre più convinta.
Il ragazzo guardò il peluche con sguardo critico.
«Mi stai paragonando a Bambi?» chiese poi.
«Due gocce d'acqua» commentò la ragazza come risposta.
«Mi sento preso in giro, me ne vado» dichiarò allora Caleb alzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta, fingendosi profondamente offeso.
«D'accordo, a dopo Bambi» lo salutò Sam sillabando bene quello che subito decise sarebbe stato il suo nuovo soprannome.
Il ragazzo uscì, non senza aver prima fatto la linguaccia alla ragazza.
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Mistakes
Romans~ Non sapeva da cosa era più spaventata: se dal rivederlo ancora o se dal non rivederlo più ~ Tre anni sono lunghi, possono cambiare molte cose. In tre anni Samantha aveva perso un amico, un fratello... e forse qualcosa di più. Perché è quando si m...