𝚒𝚕 𝚋𝚛𝚊𝚗𝚌𝚘

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I giorni passavano in fretta e la scuola era alle porte,continuavo a allenarmi giorno e sera,con o senza mio zio.
Stavo migliorando nel combattere,ma la sera ero distrutta,cenare diventava impossibile dopo gli sforzi.
Sono in camera ad aspettare che questa notte passi in fretta, l'ansia del primo giorno di scuola si faceva sentire.
«Catherine, scusa-entrò in camera mio zio- andiamo in un posto»
-alle 23:34 di sera?!-
-avevi detto che mi aiutavi,è allenamento-
-di notte?-dico alzandomi e infilarmi un paio di leggings
-andremo a "caccia" di notte,devi abituarti a guardare la notte.Ti aspetto in macchina.-conclude.
Mi metto una maglia,felpa e mi faccio una coda,arco in spalla,frecce e pronta.
Salgo in macchina e andiamo verso il campo,Beacon Hills è silenziosa,le luci fuori dalla cade formano un'atmosfera sicura ma allo stesso tempo inquietante.
-guarda,questa sarà la tua scuola-dice Zio mostrandomi con l'indice un'edificio con scritto:Beacon Hills High School.
-è grande-dico.
Non giro neanche la testa che qualcosa viene a sbattere contro la macchina,sbatto la guancia verso il finestrino ormai spaccato dalla cosa.
-stai bene?-mi dice zio preoccupato.
-sisi,non ti preoccupare-mi tocco la guancia,sanguina,apro lo specchietto e vedo un piccolo taglio sulla guancia destra.
Noto che la cosa sta andando verso la scuola,è una persona.
Apro lo sportello,prendo l'arco e scendo.
-dove vai?-
-vado a vedere cos'è quella cosa!-dico
-è pericoloso,torna qui!-
-starò attenta .-
Inizio a correre,cercando di capire dov'è andato,sul pavimento ci sono tracce di scarpe bagnate,più precisamente è fango.
Sento un urlo provenire dalle scale.
Mi precipito giù e con un gesto veloce metto la freccia nell'arco,la mia schiena è appoggiata al muro.
Uno scatto veloce e vedo l'uomo combattere.
Non era solo,o meglio,stava combattendo da solo,ma con altri lupi:lupi mannari.
Abbasso l'arco per vedere meglio,tutto era più chiaro:due lupi mannari.Uno stava combattendo la cosa che aveva colpito la macchina di zio,venne scaraventata al muro,una ragazza aveva una spada,al muro anche lei.
Il leader,il capogruppo:l'Alfa.
Sarebbe riuscito a sconfiggerlo?la cosa era più grande di lui di almeno trenta centimetri,l'Alfa è solo un piccolo lupo,anche se lo stava graffiando non bastava.
Viene scaraventato al muro,ma non lo lascia lì come gli altri,lo prende per la gola e se lo porta alla sua stessa altezza.
Lo sta per uccidere:alzo l'arco.
Un flashback mi torna in mente:
"Nous défendons ceux qui ne peuvent se défendre"
(noi difendiamo chi non si può difendere da solo)
Due anni fa.
Scocco la freccia nella schiena dell'essere,si gira,ha gli occhi blu:è un Omega.
La paura si impadronisce del mio corpo tanto da renderlo pietrificato,ma l'adrenalina era più forte:
estraggo la seconda freccia,scocco.
Si avvicina ringhiandomi,un'altra.
La terza freccia:la scocco.
Tutto in torno a me va a rilento,la pianto dritta nel cuore dell'essere.
Si ferma e cade,non era morto.
Rimango lì a fissarlo.
-CATHERINE!DOVE SEI?-zio.
Ripercorro le scale,mi volto di nuovo:i tre ragazzi mi stanno guardando,corro per non essere vista.
-dove eri?-
-ero a vedere che cosa era-
-e cosa era?-
-un cerbiatto-mento,la discussione finisce così.
Torniamo a casa,niente allenamento.
Ma lo avevo fatto da me.
Avevo combattuto un Omega.
Wow.
—————————————————————
Mi sveglia zio,mi alzo con qualche difficoltà perché il mood letto,non è ancora svanito.
Primo giorno di scuola,anzi:primo-primo giorno di scuola,in una nuova scuola dove non conosco nessuno.
-fai veloce,dobbiamo entrare prima-dice mio zio uscendo dalla camera.
Ci metto poco per scegliere i vestiti:una canottiera nera,camicia a scacchi rossa e nera,jeans blu strappati sui ginocchi e le Vans.
Mi faccio un ma treccia,più lenta sulla testa e lascio qualche ciocca ribelle ricadere sugli zigomi.
Prendo lo zaino pieno di scritte,le quali,leggerle è diventato difficile,esco e percorro il lungo corridoio che sembrava tanto lungo invece basta due passi e sei alla porta.
Mi fermo davanti alla porta,la quale doveva essere lo sgabuzzino,noto che zio è fuori:una sbirciatina non farà di certo male.
Apro piano la porta bianca,scricchiola un po' ma non si nota piú di tanto.
-Catherine ci sei?-chiudo la porta,per la paura di essere scoperta -eccomi!-urlo,sbuffo.

-allora lei è la signorina Argent?-mi chiede il preside,è un uomo sulla cinquantina d'anni,ha la pelle bianca come la neve,due labbra sottili che sembra non averle.
L'ufficio è piccolo,tant'è che ci stiamo a malapena in tre:io,mio zio e il preside.
La stanza,alle pareti,è ricoperta da una fantasia di legno scuro,su esse ci sono appesi molto diplomi,lauree e trofei.
Mio zio si guarda intorno,sconcertato dall'idea che ci siano ancora arredamenti stile anni '40.
-si,sono io-rispondo mostrando un sorriso.
-benvenuta alla Beacon Hills High School,si troverà bene glielo assicuro!-era entusiasta,quasi come un bambino in un negozio di dolci.
"lo spero"dico tra me e me.
-signor Argent,deve firmare qui-si fa serio come sé parlare con gli adulti è una cosa che gli dà fastidio.
Mio zio prende una penna e firma.
Sono ufficialmente un'alunna della:Beacon Hills High School.
-le mostro la classe-mi fa alzare e ci dirigiamo verso l'aula.

I corridoi sono silenziosi,le pareti sono ricoperte di armadietti color cobalto,ogni tot di essi ci sono delle porte,suppongo siano le aule.
-ecco qui l'aula di storia-mi dice l'uomo.
Entriamo,la classe ha gli occhi tutti su di me,non riesco a vedermi ma sono già da sola che sono diventata rossa.
-ragazzi lei è la vostra nuova compagna,trattatela bene-detto ciò il preside se ne va,lasciandomi alla ora di storia,una LUNGA ora di storia.
-prego,siediti-il professore avrà su i 45 anni,sarà sicuramente cinese lo intuisco dalla forma degli occhi.
Mi siedo in seconda fila,preoccupata da cosa può succedere, -com'è che ti chiami?- chiede il professore -Catherine Argent- il ragazzo davanti a me si gira,non completamente ma abbastanza da far vedere gli occhio color mare che farebbero innamorare anche un cieco.
-nome completo?-dice il professore.
-ah scusi,Cathrine Elisabet Laurent Argent-concludo.
-lungo come nome,come mai?-
-a mia madre piaceva Cathrine,a mio padre Elisabet.Non so sono mai messi d'accordo e ecco qua-dico.
-ti troverai bene qui-sorride è continua a spiegare.Decido di prendere un po' di appunti tanto da non rimanere indietro.
No,mi sono dimenticata la penna.
-cavolo la penna-dico sottovoce frugando nello zaino sperando che sia sparsa da qualche parte.
Il ragazzo si volta mostrando tutto il viso:aveva le labbra rosa come i petali di una rosa,gli occhi color mare,i capelli tendenti al biondo/moro.
Mi porge una penna,la prendo -grazie-dico,sorride e si gira.Che carino.

È ora di pranzo,la mensa è piena di studenti che non sanno se mangiare o studiare per l'ora successiva,sono in un tavolo isolato da tutti e sto giocando con la forchetta la quale è tutta morzicchiata.
Ho ancora in mente il ragazzo delle lezione di storia:ma come ha fatto a sentire la mia voce?non ho mica urlato che volevo una penna.
-STILES!-i pensieri si fermano quando noto una ragazza dai capelli corti mori,un ragazzo gli aveva appena rovesciato il succo addosso -scusami!-.
Inizio a guardare quel tavolo,sono sei:quattro ragazzi e tre ragazze,c'è anche il ragazzo della lezione di storia.
Alcuni avevano una faccia famigliare altri erano facce nuove,si vedeva che erano più grandi di me:parlavano sottovoce come se avessero paura di essere sentiti.
Un ragazzo,pelle abbastanza scura,occhi quasi neri..no aspetta...rossi?!
Dice qualcosa al resto del gruppo,iniziano α fissarmi,la ragazza che aveva urlato mi mostra i suoi occhi blu,un'altra ha gli occhi color fuoco e l'ultimo,il ragazzo dell'ora di storia ha gli occhi gialli.
Scappo lontano da quella mensa;devo stare lontana da loro.

Le lezioni finiscono in fretta,mi faccio 4km α piedi fino α casa,mi butto sul letto stanca dalla giornata che,spero,mi butterò alle spalle.
Zio non è ancora tornato,ho il tempo per scrivere sul diario prima di iniziare l'allenamento.
"caro diario oggi ho iniziato la nuova scuola, è grande e bella, ho """""parlato""""" con un ragazzo davvero carino, non so il suo nome, ma ho scoperto che è un lupo mannaro più precisamente un Beta almeno credo.
Non finisco di scrivere che entra mio zio:
-ti voglio presentare delle persone-
Mi alzo e vado in salotto e...no.

𝐓𝐇𝐄 𝐇𝐔𝐍𝐓𝐄𝐑 , 𝗅𝗂𝖺𝗆 𝖽𝗎𝗇𝖻𝖺𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora