𝚝𝚒 𝚟𝚘𝚐𝚕𝚒𝚘 𝚋𝚎𝚗𝚎 𝚙𝚊𝚙𝚊̀

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La casa di Theo era sporca e buia,le finestre erano tappate da travi di legno dove facevano entrare poco luce che ribatteva sul pavimento sporco.

Chiude la porta bruscamente,tant'è che sobbalzo dallo spavento:
«so che forse ti aspettavi qualcos'altro» dice per fare il dispiaciuto anche se si vede che poco gli importa.
«tranquillo non è niente» ho la voce tremante,accidenti non so proprio fare la bugiarda.
«so che invece ti ha tipo stranito»
«nono,ma ti pare» dico in preda al panico.
«tranquilla,ora ti farò cambiare idea su di me»

Si avvicina pericolosamente a me,indietreggio finché non sbatto contro un mobile che non avevo notato.
Riesce a impedirmi di andarmene mettendo le mani ai limiti del mobile,si avvicina pericolosamente alla mia bocca.

Mi bacia,un bacio possente e territoriale,mi fa paura solo il pensiero che le sue mani tocchino il mio corpo,la pelle che ha toccato Liam:no,non posso.

«no Theo ti prego!» dico spingendolo via,non gliene importa mi prende e mi porta in camera sua.

Credo sia la stanza più "pulita" di tutta la casa:alle pareti regna un color pesca spento e un letto al centro della stanza,è disordinato come la mia vita in questo periodo.
Mi spinse sopra di esso,si mette sopra di me baciandomi il collo:
«perché lo fai,cioè:perché ciò?» mi guardò negli occhi con fare l'assente,per un'instante sembrò che si stesse guardando nel profondo e poi parlò:
«perché io ti amo,ti amo dal primo momento che ti ho visto all'aeroporto,da quando mi hai rivolto la parola e da quando mi hai sorriso.» giurerei di averlo visto ricacciare dentro le lacrime per un secondo.
Tornò a baciarmi.

Quel giorno me lo ricordo come fosse ieri,è passata una settimana e non gli ho più rivolto la parola.
Tutti noi ci teniamo i segreti dentro per non farci male,ci siamo allontanati,io e Liam neanche ci parliamo è come se sa cosa è successo e mi evita.

Stamattina nemmeno ho salutato Lydia e in questo periodo è l'unica che mi è rimasta accanto,anche se ci siamo allontanate molto.
Arrivo all'armadietto con dieci minuti dopo che la campanella è suonata,lo stavo chiudendo quando vedo una scritta,scolorita,scritta con un pennarello:
«torna presto questa vita senza di te fa schifo»

Immagini mi ricorrono velocemente davanti,tutti i sorrisi,pianti,emozioni sfocate e tutto quello ch ehi passato con Liam.
Ed è solo ora che capisco che lui c'è sempre stato,anche quando non c'ero più,anche quando ho sbagliato e quando gli ho detto che fa uno stronzo.
Che ore sono?dieci e venti.
Avrei l'allenamento di Lacrosse,sarà sicuramente lì,inizio a correre come non mai sembra che il fiato mi stia mangiando dentro ma non mollo finché non respiro l'aria pulita del campo.

Lo vedo,è tutto sudato piegato a fare gli addominali,come ho fatto a farmelo scappare?
Mi avvicino piano per sussurrare un «ehi» debole,si gira e i suoi occhi si illuminano alzandosi non mi toglie gli occhi di dosso:
«come stai?»
Esito,esito su cosa rispondere, «come credi che stia?il mondo mi crolla sulle spalle,vivo per te ma nemmeno te ne accorgi,ho passato giornate a piangere per te,ho passato pomeriggi interi a pensare come sarebbe la mia vita con te al mi fianco.
Come credi che mi senta?»
L'ho ferito,ma non avevo finito di parlare:
«stavo uno schifo perché non avevo capito che volevo te al mio fianco che il mondo era una tale merda senza i tuoi baci,vorrei solo te.»

Mi fiondo sulle sue labbra respirando affannosamente per la fatica che ho fatto per ammettere ciò.
Le nostre lingue si stuzzicano a vicenda dandomi un senso di "scompiglio" nello stomaco,io non ho le farfalle nello stomaco ma un'intera zoo.
«mi sei mancata Cather-Charlotte»
«shh,Catherine va benissimo»

-

Torno a casa distrutta dal l'allenamento di oggi,non so come io abbia fatto a rientrare a casa.

Vi starete chiedendo come vanno le cose con Liam,vanno bene,piano piano ci stiamo riavvicinando tutti ma Malia sembra essere assente.

L'appartamento è silenzio,riecheggia solo il rumore di una mosca che vola fastidiosamente.
Poso il borsone e vado in cucina,ho una fame che potrei mangiarmi il braccio:
Inizio a canticchiare una canzone in francese,così per sentirmi meno sola ma a quando pare non lo sono:
«già a casa?» Chris sbuca da un'angolo «oh mio dio mi hai spaventata,cosa c'è?» dico fredda e irritata allo stesso tempo.
«vorrei parlarti,per favore» sembra una specie di "obbligo" non sono mai stata una che viene comandata anzi,di solito sono io che do gli ordini,ma decido di starlo a sentire,dopotutto voglio sapere il perché della mia adozione:
«Charlotte è il nome che volevamo che ti portassi.
Sei nata dall'amore mio e di Victoria che per anni hai considerato tua zia e io tuo zio,sei nata in Francia,più precisamente a Rennes era il sedici ottobre,pioveva quel giorno finché non sei uscita tu che piangevi e hai fatto tornare il sole.
Eri quarantasei cm, due chili e nove,con quei capelli mori e gli occhi pieni di dolcezza;Allison era lì quando nacqui,ti ha tenuto in braccio ma fortunatamente era troppo piccola per ricordare ciò.
Poi puoi immaginare cosa è successo:avevi dei problemi al cuore,il ciò è la causa perché ti ho dovuta lasciare.
Victoria non voleva che una Argent non fosse perfetta e quindi ti voleva morta,ti avrebbe ucciso con le sue stesse mani se non fosse stato che l'amore che aveva la tua madre adottiva era più forte di qualsiasi altra cosa:fu così che in una notte riuscii a portarti nel luogo dove io e tua madre adottiva c'eravamo dati appuntamento.
Da quel momento tu diventasti Catherine Argent,la storia era quella di dire a Victoria che tua madre aveva avuto nello stesso momento una bambina e che,appunto,Charlotte l'avevo uccisa lasciandola nella fredde che di Parigi.
Cambiasti abbastanza da diventare irriconoscibile,tua madre ti ha addestrato talmente bene che sei diventata una donna forte e sei riuscita a scavalcare i muri che la vita ti ha messo davanti.
E ora ti starai chiedendo:perché lo hai fatto?
Perché io ti amavo troppo»
Mi mancava il fiato,non mi ero nemmeno accorta che avevo le lacrime agli occhi.
Le parole non mi uscivano in nessun modo,riuscì a fare solo una cosa:abbracciarlo.
«ti voglio bene papà»
«anche io,tesoro»

-♡-
sciaooo,mi ha fatto emozionare questo capitolo e devo dire che è uno dei miei preferiti.
anyway mancano due capitoli,ma a cosa?

𝐓𝐇𝐄 𝐇𝐔𝐍𝐓𝐄𝐑 , 𝗅𝗂𝖺𝗆 𝖽𝗎𝗇𝖻𝖺𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora