I can't be angry with you

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Harry non vedeva Noah da due giorni interi. Il ragazzo era abituato a vederlo tutti i giorni, erano sempre stati inseparabili fino a giovedì scorso. Harry aveva più volte chiamato il migliore amico al telefono ma lui non aveva mai risposto, voleva chiedergli scusa di non avergli detto nulla, voleva dirgli che si fidava ancora di lui e che gli voleva bene. Non lo aveva neanche mai visto a scuola cosa strana visto che i due avevano le stesse lezioni e stessi orari. In diciassette anni Harry non si era mai sentito così a pezzi, neanche quando suo padre se ne andò di casa formando la sua famiglia perfetta con un'altra donna e altri figli a lui sconosciuti. E il ragazzo pensò alla frase "non capisci quanto per te sia importante una persona finché non la perdi", lui non aveva ancora perso Noah -o almeno lo sperò- ma sapeva che se non avesse fatto niente, lo avrebbe perso e come fai a perdere una persona così importante per te? Il tuo punto di riferimento, la tua spalla su cui piangere. Arrivò alla conclusione di andarlo a trovare a casa così, dopo scuola si recò nel quartiere dove abitava il ragazzo biondo e non appena arrivò davanti alla porta di casa, suonò. Ad aprirgli fu la madre del suo amico. -Harry che piacere vederti- disse la donna non appena lo vide. La mamma di Noah era sempre stata come una seconda mamma per il ragazzo.
-Il piacere è mio Annalise, c'è Noah in casa?- domandò e la donna annuì.
-È in camera sua prego, entra- disse spostandosi dalla porta per far passare il ragazzo. -Sai la strada, non penso di doverti accompagnare- sorrise.
-No infatti- ridacchiò -Grazie- concluse per poi avvicinarsi alla porta infondo al corridoio e bussare.
-Mamma ti ho detto che sto bene!- urlò il ragazzo da dentro la camera. Aveva lasciato giusto la porta un po' aperta e Harry sbirciò: il ragazzo era sdraiato sul letto con una tuta a tinta grigio chiaro con l'mp3 in mano e le cuffie nelle orecchie.
-In realtà penso di essere molto più Figo- disse Harry ironizzando e aprendo la porta del tutto.
-Che ci fai qua?- domandò il ragazzo stupito.
Harry alzò le spalle -Mi mancavi e volevo chiederti scusa- disse guardandolo negli occhi.
-Mi hai già detto scusa- disse con una voce distaccata e Harry si rese conto che non era tipico di Noah.
-Già. Non ti ho visto a scuola..- iniziò a dire.
-Ho avuto da fare, c'è altro?- domandò.
-Tutto qui? "Ho avuto da fare"? Non è da te-
-Già anche il nascondermi le cose non è da te ma a quanto pare siamo cambiati entrambi- disse lanciando la frecciatina.
-Te lo volevo dire ma non te l'ho detto perché sapevo che avrei avuto da te solo opinioni soggettive essendo che tu odi Louis-
-Io non od..okay sì non mi sta molto simpatico, insomma hai visto come va in giro? Va a fare il Figo quando è solo una femminuccia- disse e Harry ridacchiò, il ragazzo biondo fece lo stesso.
-Su questo hai ragione-
Noah sbuffò -Non riesco ad essere arrabbiato con te Harry, sei il mio migliore amico e..- iniziò a dire ma si fermò nel momento esatto in cui il ragazzo lo andò ad abbracciare e Harry poteva solo immaginare la faccia di Noah in questo momento: era sicuramente ad occhi aperti per lo stupore.
-Ti voglio bene Noah e non ti cambierei con nessuno al mondo- disse e si staccò guardandolo nuovamente negli occhi.
-Anche io te ne voglio ma possiamo non abbracciarci mai più? È stato inquietante- domandò e i due iniziarono a ridere. Ecco una delle cose che il ragazzo amava del suo migliore amico: il fatto di avere sempre qualcosa di ironico nel momento in cui il ragazzo si sentiva giù di morale.
-Non sono mai stato più d'accordo con te- confermò Harry.
-Allora? Ti va di raccontarmi cos'è successo con  Louis oppure ti devo pregare?- disse sorridendo a Harry e il ragazzo gli disse tutto quello che gli successe in queste ultime settimane e una volta raccontato ogni singolo dettaglio, Harry sospirò. Si sentiva più leggero, si stava confidando finalmente con qualcuno e quel qualcuno era una delle persone più importante della sua vita.

Ops. (by Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora