It means that we are a couple, Harry Styles.

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Il giorno seguente Harry si svegliò pensando alla sera precedete: era arrivato a casa di Niall Horan insieme a Noah, avevano bevuto, il suo migliore amico aveva rimorchiato una ragazza e cosa più importante, Louis aveva finalmente detto le famose parole che il ragazzo sperava dicesse da un po' di tempo. Non sapeva se fosse più felice del fatto che quella mattina non aveva i postumi della sbornia -non aveva bevuto molto- oppure perché il ragazzo che gli piaceva aveva detto che voleva stare con lui. Per quanto Harry fosse meno arrabbiato con il mondo del solito quella mattina, sapeva che doveva parlarne con Noah perché sicuramente non voleva nascondere niente al ragazzo. Harry a malincuore scese dal letto e prese il telefono che aveva appoggiato sul comodino e vide dei messaggi da parte di Noah dove gli chiedeva cosa fosse successo la sera precedente perché lui, come previsto, non si ricordava niente. Il ragazzo decise così di chiamarlo e i due si misero d'accordo per incontrarsi a casa del riccio. Dopo circa tre quarti d'ora, Noah arrivò a casa e iniziò a tempestarlo di domande;
-Non ricordo nulla. Cos'è successo? Cos'ho bevuto? Ho vomitato?- iniziò a chiedere e Harry alzò gli occhi al cielo.
-No, non hai vomitato, almeno penso, e ah vodka, tequila e due bottiglie di birra- gli rispose.
-Ci sono andato veramente dentro e poi?- domandò toccandosi i capelli confuso.
Harry alzò le spalle -Ti sei fatta una ma onestamente non ho la minima idea di chi sia- ammise di nuovo. Noah lo guardò.
-Era bella?- disse riprendendosi dallo stato di dolore che aveva qualche secondo prima.
-Più o meno- ridacchiò. -Comunque, ho una cosa importante da dirti-
Noah sembrò dimenticare tutto e scattò mettendosi dritto con la schiena. -Dimmi tutto- disse sedendosi pesantemente sul divano.
-Riguarda Louis- disse sottovoce ma sapeva che il ragazzo biondo lo aveva sentito bene.
-Cosa ha fatto?- chiese irritato.
-Oh niente lui mi ha chiesto..- iniziò -se volessi essere il suo ragazzo- disse nuovamente sottovoce ma anche questa volta il ragazzo accanto a lui lo aveva sentito.
-Cosa?- urlò -è da pazzi! Da quando si è convertito nel mondo dei gay?- domandò ironicamente e Harry ridacchiò.
-Oh ma dai- alzò agli occhi al cielo. -Te l'ho detto perché ti ho promesso che non ti avrei nascosto più niente e..-
-Vuoi la mia approvazione, non è così?- domandò guardandolo e Harry annuì. Noah ci pensò su e alla fine alzò le spalle -Per me va bene insomma, se a te piace e tu piaci veramente a lui, io non sono nessuno per dirti con chi devi o non devi stare. Non mi starà mai simpatico e non penso che la situazione tra di noi possa migliorare in un qualche modo ma se tu sei felice allora lo sono anche io- finì per dire. In tutto ciò Harry rimase confuso.
-Dici sul serio?- chiese con aria confusa.
Il ragazzo biondo alzò le spalle -Sì basta solo che uno, lui non stia con te quando ci sono io o meglio, non sempre. Due, quando starete vicino a me di non baciarvi in continuazione ricordandomi di essere ancora single perché vomiterei e terzo, non c'è una terza cosa.- sorrise.
-Oh ma andiamo lo sai che non sono una persona del genere- disse.
-Si si lo dici ora ma si sa come funziona tra coppiette- disse strizzando l'occhio e Harry rise.

Quel pomeriggio quando Noah se ne andò da casa di Harry, scrisse un messaggio a Louis dicendogli che aveva parlato con il suo migliore amico e che voleva vederlo di persona così i due si misero d'accordo di vedersi fuori un locale non molto frequentato dalla gente, la cosa diede fastidio a Harry perché era come se Louis volesse ancora una volta nascondere la sua amicizia -o relazione- con il ragazzo e non dire apertamente come stavo le cose ai suoi amici e a chi conoscesse ma alla fine decise di non dargli tanta importanza e di presentarsi comunque. Quella sera indossò il suo solito outfit e quando arrivò fuori al locale, iniziarono a sudargli le mani per la tensione. A un certo punto Harry vide Louis avvicinarsi e sorridergli non appena lo vide.
-Ehi- lo salutò con il sorriso sulle labbra e Harry ricambiò. -Entriamo?- chiese e lui annuì semplicemente. Il locale all'interno era piacevole, stile anni ottanta e la musica era anche essa di quell'epoca.
-Sai, non mi aspettavo che un ragazzo come te amasse gli anni ottanta- ammise ridacchiando Harry.
-Beh diciamo che non sai molto su di me- disse facendogli l'occhiolino e incitarlo a seguirlo. Harry scoprì che Louis aveva già prenotato il tavolo così la donna sui quaranta li accompagnò al loro tavolo.
-Come fai a conoscere questo posto?- domandò una volta seduto sul suo posto, voleva saperne di più. Louis alzò le spalle.
-Quando ero piccolo mia mamma mi faceva sempre ascoltare, conoscere, musica di quest'epoca, mi raccontava di cosa andasse di moda, vestiti, balli, acconciature e pian piano mi sono appassionato- gli raccontò e Harry si stupì.
-Ho sempre amato gli anni ottanta- ammise -non l'ho mai detto a nessuno perché forse a oggi giorno, nessuno mi capirebbe- disse Harry guardandolo.
-Già non dirlo a me- sorrise -Sai, tutti mi conoscono come il ragazzo che fa baldoria ogni weekend, il ragazzo che si porta dietro ragazze, il ragazzo fico, il ragazzo strafottente ma non sono così. Ho sempre voluto dimostrare questo lato di me perché mi è più facile ma in realtà sono una persona che ama l'arte, le varie epoche e il tiramisù- a questa ultima parola scoppiò a ridere e Harry pensò avesse una bellissima risata.
-Io onestamente vengo conosciuto per quello che infastidisce i ragazzi a scuola e il ragazzo gay ovviamente- sorrise e vide Louis deglutire.
-Ordiniamo?- domandò di scatto e il riccio annuì. Entrambi presero una caraffa di birra e delle semplici patatine.

Dopo aver finito di mangiare i due si recarono fuori nonostante facesse molto freddo.
-Quindi mi stai dicendo che all'età di otto anni ti sei preso la colpa al posto di Michael per aver fatto la pipì sul pavimento in classe?- domandò Harry ridendo.
-Beh sì- rise -Pensavo mi avrebbero preso tutti in giro ma alla fine qualche schiaffo di qua, qualche minaccia di là e nessuno ha detto nulla- continuò a ridere.
-Eri un cattivo ragazzo già a quell'età- continuò a ridere.
-Che ti posso dire..- rise nuovamente anche Louis ma subito dopo diventò serio. -Quindi? Con Noah?- domandò all'improvviso. Harry sospirò e sorrise.
-Ha detto che non gli crea problemi e minchiate varie su delle regole, non ho ben capito- disse e Louis sorrise a sua volta.
-Sei fortunato ad avere un amico che ti guardi le spalle, io non l'ho mai avuto- alzò le spalle sorridendo e a Harry fece un po' pena. -Comunque mi sa che è ora di andare, si è fatto tardi e..-
-Oh sì hai ragione-. Harry si accorse che era veramente tardi.
-Io quindi, vado- sorrise al ragazzo riccio e lui annuì -Ciao- disse per poi girarsi e iniziare a camminare ma poi, a un certo punto, si voltò di nuovo verso il ragazzo e si avvicinò, gli prese le guance tra le mani e lo baciò: era un bacio rapido ma intenso. Quando si staccarono, Louis lo guardò;
-Buonanotte Harry- sorrise dandogli di nuovo le spalle e il ragazzo lo chiamò.
-Louis! Aspetta!- disse ad alta voce e lui si girò nuovamente. -Questo cosa significa?- domandò.
-Significa che siamo una coppia ora, Harry Styles- non aggiunse altro e se ne andò definitivamente lasciando Harry a bocca aperta.

Ops. (by Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora