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Jungkook corse fino alla capanna del curatore, sentendo già da fuori le urla di Taehyung ed altri strani rumori.

Non appena riuscì ad entrare la scena che gli si parò davanti gli spezzò il cuore.

Taehyung era seduto a terra, la schiena premuta al muro e le gambe strette al petto con il viso arrossato ed inondato di lacrime, che urlava e lanciava tutto quello che trovava accanto a lui per cercare di far allontanare tutte quelle guardie che lo circondavano per cercare di farlo calmare.

Jungkook allora si avvicinò, spostando alcune guardie prima di parlare.

«Taehyung...calmati», disse con la voce un po' spezzata e gli occhi lucidi.

L'omega, nel sentire quella voce, si bloccò subito, al contrario delle sue lacrime.

«J-Jungkook... », sussurrò piangendo, abbassando poi il capo.

L'alfa, senza spostare lo sguardo da Taehyung, diede il comando a tutti gli uomini lì presenti di uscire e lasciarlo solo con l'altro.
Ordine che venne eseguito immediatamente.

Solo allora Jungkook si avvicinò al piccolo, inginocchiandosi al suo fianco ed allargando le braccia.

Taehyung non perse altro tempo, e subito andò a stringersi al maggiore, stringendo le mani sulla sua schiena come se non avesse altri appigli al mondo, come se solo Jungkook avesse potuto tenerlo in equilibrio su quel filo sottile che era la sua vita.

«M-mi dispiace...davvero...», sussurrò tra le lacrime, stringendo ancora di più le mani sulla sua schiena.

«Sta zitto, non pensarlo neanche», rispose subito Jungkook, passando una mano tra i capelli del piccolo, stringendolo a sé con l'altro braccio.

Ma le lacrime di Taehyung continuavano a scendere copiose, e ad esse si aggiunsero diversi singhiozzi tristi, disperati.

«...l'ho perso...», sussurrò ad un tratto, ricominciando a piangere ancora più forte.

Jungkook strinse per un istante gli occhi per evitare di piangere, portando nel frattempo le mani ad accarezzare il viso del minore, spostandolo gentilmente indietro per farlo staccare dal proprio petto e poterlo, così, guardare.

«Non importa, ci riproveremo», sussurrò, asciugando lentamente e dolcemente il suo viso «ho avuto talmente tanta paura di perderti che, davvero, non mi interessa di questo, ho ancora te, e va bene», continuò, poggiando la fronte contro quella dell'altro.

Ma il pianto di Taehyung non si fermò, si sentiva in colpa, era stata colpa sua.

«Sarei dovuto restare qui...», sussurrò, allontanandosi dalle braccia dell'alfa.

A Jungkook si strinse il cuore nel vedere il suo compagno in quello stato, e sì, la pensava un po' come lui, ma non poteva incolparlo per una cosa del genere.

«Tae...l'hai fatto perché volevi aiutare la tua famiglia, non devi fartene una colpa»

«Ma anche questo cucciolo era la mia famiglia! Perché non sei arrabbiato con me? Ho ucciso tuo figlio!», urlò, tirandosi in piedi, seppur con il corpo tremante.

«Cosa dovrei fare? Urlarti addosso? Mi sembra inutile, Taehyung», parlò con tono calmo, avvicinandosi nuovamente al suo compagno.

«Non lo è! Ogni volta che combino qualche cavolata tu resti sempre calmo! Com'è possibile? Perché non reagisci in qualche modo?!»

Jungkook chiuse gli occhi, inspirando profondamente prima di poggiare le mani sulle spalle dell'omega, abbassandosi poi lievemente con la schiena per raggiungere la sua altezza e guardarlo dritto negli occhi.

«Perché devo urlarti contro? Credo tu lo capisca da solo quando fai cose che non dovresti fare.
L'unica cosa che m'importa è che tu resti tutto intero, e farò sempre di tutto per guardarti le spalle ed aiutarti, non mi serve sgridarti come un bambino di cinque anni.
Vuoi sentirti dire che hai sbagliato? Bene.
L'hai fatto, hai sbagliato, hai fatto una grande cazzata, ma non importa, perché ora sei di nuovo qui, e posso stringerti prima di addormentarmi e baciarti al mio risveglio.
È questa l'unica cosa che importa...perché ti amo, Kim Taehyung. E non smetterò mai di farlo.
Hai capito?»

Gli occhi di Taehyung durante quel discorso continuarono a versare lacrime, ma questa volta erano miste ad alcune di felicità.
Annuì alla sua ultima domanda e poi si fiondò sul petto dell'alfa per stringerlo e nascondere, allo stesso tempo, il viso lì.

«Ti amo anch'io, Jungkook», sussurrò con il viso premuto contro il suo petto, rischiando quasi di non far sentire le sue parole all'altro.
Dalla sua parte soltanto l'udito lupesco, che gli permetté di sentirlo più che bene, procurandogli anche un sorriso ampio.
Subito lasciò un bacio tra i capelli argentei del più piccolo, stringendolo nello stesso istante maggiormente a sé.

«Vuoi tornare a casa?», gli domandò dopo qualche istante, ricevendo soltanto un lieve consenso da parte dell'altro.

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Ciao belli. :)

 :)

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You're mine || KookV (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora