Ventiduesimo capitolo

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MELL'S POV

L' appuntamemto con Mikey è stato qualcosa di semplicemente perfetto, mi sono trovata benissimo con lui e mi ha trattata come una principessa. Penso che lentamente mi stia innamorando di lui, e chissà, magari lui potrebbe provare qualcosa ance lui per me. La serata è stata meravigliosa, per prima cosa siamo andati ad un ristorante carinissimo sul lungo tamigi. Il ristorante si chiamava "La vie en rose" ed era a tema francese. Era un posto piccolo ed intimo. I tavoli erano di pesante legno di quercia come le sedie con la seduta di paglia. La tavola era apparecchiata con una deliziosa tovaglia di seta rossa sopra ad un'altra bianca con i bordi di pizzo. Al centro del tavolo c'era una piccola lanterna antica e un vaso con dentro alcune rose rosse. Il tavolo era apparecchiato con due calici di vetro per il vino e due piccoli bicchieri bassi e cicciotti per l'acqua, con delle posate metallo con l'estremità infondo decorata con dei ghirigori  e i tovaglioli modellati a forma di cigno. Le pareti erano rosse con appesi alcuni quadri raffiguranti i monumenti e i quartieri più belli di Parigi. Dopo aver ordinato, abbiamo parlato del più e del meno per tutta la serata. Mi ha raccontato di lui, che è australiano anche se ha origini scozzesi, inglesi, tedesche e australiane, che adora le lunghe passeggiate, che è figlio unico e che è chitarrista in una band, i "5 Seconds of Summer", con altri due ragazzi della scuola, Luke e Calum, e con il fratello di Clary, Ashton, di cui un giorno mi farà assistere alle prove.

Dopo la cena siamo andati a fare una passeggiata lungo il tamigi e, con come sfondo il Big Ben e il parlamento, ci siamo baciati. Un bacio leggero e dolce, che mi ha fatto sciogliere. Poi abbiamo continuato la passeggiata e gli ho offerto un frappè da Starsbuck e poi lui è dovuto andare a casa, visto che sua madre ha avuto problemi con la caldaia. Quindi dopo averlo lasciato con un bacio sulla guancia. Ho guidato fino a casa ancora sognante, ricordando e assaporando ogni momento dell'appuntamento appena concluso.

Appena arrivata a casa ho trovato un bigliettino di Niall nel quale mi avvisava che non sarebbe tornato per la notte perchè aveva una festa in una confraternita. Le solite feste con alcool, fumo e droga che caratterizzano le serate di mio fratello, anche se non si strafà mai e per questo gliene sono grata.

Mi dirigo in bagno e mi do una sciacquata al viso e mi strucco, lavo i denti e mi cambio, indossando una canottiera giallo evidenziatore e dei pantaloncini arancioni, il solito abbigliamento che uso per andare a dormire. Tolgo le lenti a contatto e rimetto i miei occhiali azzurri e lego i capelli in uno chignon e mi dirigo in camera a leggere uno prima di dormire.

Ben presto mi accorgo di non essere sola, ma che in camera mia c'è qualcuno.

Mi avvicino alla porta e mi accorgo che c'è una figura possente, un uomo girato di spalle che sta ravanando nei miei cassetti . Ho paura, moltissima, e sono pietrificata dalla paura quindi con il minor rumore possibile torno in bagno e prendo il telefono e chiamo la prima persona che mi viene in mente e il più vicino a casa nostra.. Harry.

Risponde al secondo squillo, con voce abbastanza assonnata.

<< Uhm pronto? >>

<< Harry ti prego vieni c'è qualcuno- >>.

Faccio tempo a dire quando l'uomo misterioso spalanca la porta del bagno e mi butta per terra il telefono, del quale si frantuma lo schermo sul pavimento.

X: << Non sapevo che ci fossi anche tu qui, un motivo in pù per restare. Come cazzo hai osato chiamare qualcuno! Ora sai, la pagherai cara, molto cara>> disse con uno sgardo che mi fece rabbrividere, anche se aveva in dosso un passamontagna nero. Riuscivo a capire dai suoi occhi cosa voleva e speravo solo che Harry fosse arrivato in tempo.

Lui è la mia unica speranza...

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