C'era una volta un abilissimo calzolaio, rinomato oramai in tutto il reame. La sua particolarità che lo rese famoso era quella di saper tener fede anche alle richieste più assurde di tutti i suoi clienti. Era riuscito a fare delle scarpe con polvere di stelle, dei mocassini adornati con scaglie di serpente e scarpette in pelle di unicorno incastonate da piccoli e lucentissimi diamanti. Non vi era persona, cosa o animale che potesse superarlo in ingegno e fantasia.
Quando la notorietà del calzolaio arrivò anche alle orecchie della regina, inizialmente incuriosita dalle sue abilità, decise di metterlo alla prova, per vedere se le voci che giravano sul suo conto erano veritiere. Chiamò la sua serva più fidata e si fece ricoprire di stracci malandati, si fece mettere della cenere sui capelli e del fango sotto gli occhi, in modo tale che nemmeno suo marito, il re, avrebbe potuto riconoscerla. Ma sopratutto era a piedi nudi.
Pensò tra sé:
– Se costui è davvero così abile come si racconta voglio le scarpe più belle che si siano mai viste ai piedi di una regina.
Ma non appena la regina arrivò alla bottega del calzolaio, nella quale era sempre rintanato, oberato del molto lavoro che gli era stato commissionato, venne ad aprirle sua moglie. Una piccola figura esile, gracilina, con due occhi azzurri e profondi, segnata da tempo da tante rughe che un tempo nascondevano la bellezza e il fascino di quella donna, oramai perduto.
Costei, scrutando da cima a fondo la regina che non riconobbe, le chiese:
– Che cosa desideri, mia cara? Mi sembra che tu non te la stia passando proprio bene, – rimanendo un attimo a scrutarla.
– Entra, vieniti a scaldare vicino alla fucina e al fuoco. Hai fame, vero? – chiese invitando la donna ad entrare.
La regina non disse nulla, ma accennando un lieve sorriso valicò la soglia della bottega e scendendo alcuni gradini, trovò il calzolaio al lavoro su un paio di mocassini. Era intento a fare diversi buchi con il proprio punteruolo, per poi usare uno spago turchese che emanava un bagliore unico, sembrava splendere come un astro celeste nel buio della bottega. Non aveva mai visto niente del genere, nemmeno nelle mani dei suoi sarti di corte. Incuriosita da tanta alacrità, la regina si avvicinò al calzolaio per poter osservare da vicino il suo operato. Quest'ultimo, da parte sua, continuò a lavorare senza degnare di un minimo sguardo la regina. Notò solamente, osservandole i piedi, che era scalza.
– Siediti qui mia cara, – disse ancora la moglie del calzolaio indicando uno sgabello, – vado a preparare una focaccia e un po' di cioccolata calda, così potrai rifocillarti. – aggiunse dirigendosi in cucina. Mentre era con la testa china sul proprio lavoro il calzolaio borbottò, interrompendo bruscamente il silenzio che si era creato:
– Hai bisogno di un paio di scarpe, a quanto pare.
– Sì, buon uomo. Ho sentito molto parlare di voi, ho tanta fame, tanto freddo e non sapevo dove altro andare, – mentì la regina.
Il calzolaio interruppe per un po' il lavoro sui mocassini e fece stendere le gambe della regina su di un secondo sgabello, prese del cuoio poggiandovi i piedi della sua nuova cliente. Con una piccola matita che teneva sempre dietro l'orecchio iniziò a prendere la misura dei piedi della regina, disegnando con calma ma con notevole precisione.
– I tuoi piedi sono molto curati, non si direbbe che tu sia una povera trovatella, – sottolineò il calzolaio mentre prendeva la forma con le sue callose ma sapienti mani.
La regina non seppe cosa rispondere e si limitò a mostrare un ghigno forzato mentre sognava in cuor suo le sue nuove scarpe.
– Ho sentito dire che lei è in grado di fare delle scarpe bellissime, riesce a cucire con spago e chiodi anche le cose più strane e belle che si possano desiderare... – disse la regina.
Il calzolaio alzò lo sguardo, si risistemò la matita dietro l'orecchio e gli occhiali sul naso, poi con molta noncuranza disse:
– Sì.
La regina iniziò a pensare e presa dall'impeto e dall'emozione di avere un nuovo paio di scarpe disse tutto d'un fiato:
– Visto che non ho nulla e sono molto povera vorrei il paio di scarpe più bello che lei riesca a fare, qualcosa che dovrà fare invidia perfino alla regina del reame vicino.
Intanto la moglie del calzolaio porgeva alla ragazza un pezzo di focaccia bianca e una piccola tazzina in ceramica con dentro della cioccolata calda ancora fumante. La regina, evidentemente poco interessata all'ospitalità offerta, fissò il calzolaio in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare:
– Farò il possibile, torna tra una settimana e il lavoro sarà completato.
A questo punto, entusiasta e ignorando completamente quello che aveva preparato la moglie del calzolaio, la regina si alzò ed uscì dalla bottega in attesa che il lavoro fosse ultimato.
Passò una settimana e questa volta alla porta della bottega del calzolaio bussò sì, la regina, ma nella sua veste più bella, candida, con uno splendido copricapo, una pelle lucente e soffice che rifletteva i raggi del sole e delle gambe perfette.
Ad aprire venne sempre la moglie del calzolaio che, a quella vista, indietreggiò per lasciare spazio alla regina che scese i gradini, ignorando la donna.
Il calzolaio, dal canto suo, non sembrava per nulla sorpreso, anzi, si direbbe che si aspettava qualcosa del genere mentre stava lavorando al suo paio di scarpe.
– Allora, queste scarpe? – chiese impaziente la regina incrociando le braccia al petto e battendo nervosamente il piede sul pavimento.
Il calzolaio, non appena finì di lucidare le suole porse le nuove scarpe alla regina, ma qualcosa non andava. Il paio di scarpe che il calzolaio aveva appena finito era molto più semplice di quello che la regina si aspettava, delle scarpette ridipinte di bianco con un piccolissimo rialzo e una perla ancora più piccola incastonata nel mezzo dell'attaccatura.
A quella vista la regina, storcendo un angolo della bocca, inorridì:
– Tutto questo tempo per realizzare...questo sgorbio? Altro che diamanti, altro che pelle di unicorno, i miei sarti a corte saprebbero fare molto meglio di questa banalità! – disse scaraventando le scarpe a terra di fronte al calzolaio.
Quest'ultimo, con una calma del tutto innaturale, prese le due scarpe e disse: — Mi dispiace non aver esaudito le sue richieste, ma purtroppo il paio di scarpe più bello del reame era già stato prenotato da un'altra cliente.
La regina iniziò a sbraitare impaziente gridando a gran voce:
– E sentiamo, chi sarebbe la persona che ha avanzato questa richiesta prima di me? Nessuno è più importante per il tuo lavoro e per la tua vita se non la tua regina! Dimmelo subito, altrimenti chiamerò le mie guardie per lasciarti marcire in prigione fino alla fine dei tuoi giorni! Dimmelo!
– Lei... – sibilò il calzolaio, indicando con lo sguardo sua moglie. Poi si rimise meticolosamente al lavoro, continuando ad ignorare la regina.
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Hellbird
Science FictionUn enigmatico messaggio dal futuro, intrighi e cospirazioni all'interno di diverse fazioni, una nuova teoria fisica in grado di poter far vivere entità virtuali nel mondo reale, rimpianti che continuano ad emergere da un passato oscuro, continui e v...