Episodio 2.3

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– Dovrà seguire me e il Tenente sulla nave per la base Moon Dagger 212, nel sistema Epsilon. Le sue capacità di ingegnere saranno utili alla Confraternita per un progetto che sta per dispiegarsi, un progetto dall'importanza vitale per l'intera galassia.

– Ma questo è assurdo! Ho almeno il diritto di sapere a cosa lavorerò e sopratutto con chi, – ribatté con poca convinzione l'ingegnere, – mettetevi nei miei panni, prima il governatore di Beta-Uno mi chiede di lavorare in segreto per lui, poi lei mi dice che sono costretto a partecipare ad una cosa che coinvolge l'intera galassia altrimenti potrei essere denunciato. In poche ore sembra che la mia vita stia prendendo una piega del tutto imprevista.

A quel punto il Tenente prese la parola:

– Stia tranquillo, posso dirle che, se lo vorrà, si troverà a far parte di un team di ricercatori provenienti dalle migliori accademie della galassia che sono già al lavoro da alcuni anni su questo progetto. Il fattore tempo è assolutamente improrogabile in tutto ciò, dobbiamo agire il più presto possibile prima che le altre fazioni scoprano il potenziale che abbiamo tra le mani. Sono sicuro che lei accetterà, leggo notevoli credenziali qui ed un quoziente intellettivo di gran lunga al di sopra della media. – riferendosi alle informazioni che venivano costantemente aggiornate sul suo visore.

– Ma questo non mi aiuta a sapere su cosa lavorerò! So che la riservatezza è fondamentale, ma non potete paragonarmi ad altri scienziati ed esperti che lavorano da anni su questo progetto, ho bisogno di aggiornarmi in caso sia necessario.

Il Tenente guardò il confratello che seccamente annuì, rimanendo passivamente immobile, come una statua di marmo.
– Mi è consentito solo comunicarle che è un esperimento che coinvolge la realtà virtuale e la teoria del ponte, che lei già conosce; ha anche scritto una tesi di un master universitario su questa teoria come vedo, ma c'è molto di più in gioco. Il progetto mira a guardare eventi in una realtà futura. Se dovesse avere successo riusciremo ad avere il controllo su alcuni avvenimenti del presente, vincendo la guerra contro l'Armata e le sue fazioni alleate.

Roman rimase sbigottito, non si aspettava una risposta di questo tipo; eppure non poteva mettere in dubbio le parole del Confratello e del suo strano compagno. Ma quali le conseguenze di tutto ciò? E soprattutto quali le cause che portavano alla creazione di un progetto del genere? Si sentiva parte di un élite alla quale non era abituato.

Dopo aver riflettuto silenziosamente per alcuni minuti decise di agire in maniera razionale, come farebbe qualsiasi altro ingegnere:

– Potrei prendere in considerazione la cosa, anche perché mi pare di capire di non avere molta altra scelta, ma vorrei pensarci e ponderare la mia decisione se permettete. – trasse un breve respiro, – Quanto tempo ho a disposizione per dare una risposta? – chiese mordendosi il labbro inferiore.

I due figuri si guardarono e risposero in maniera sincrona: – Un paio d'ore, ingegnere, – poi proseguì il Confratello, – questioni come queste non ammettono perdite di tempo, – passando ad un tono più confidenziale, – e se pensa che due ore siano poche posso dirle che è un tempo sufficiente a far scoppiare e finire una battaglia.

Roman sospirò, scuotendo lievemente la testa, desiderava avere sottomano qualcosa che gli impedisse di fare la cosa sbagliata, qualcosa che lo tenesse impegnato e che riuscisse a distrarlo per un po' da questa faccenda di natura prettamente politica.

– Accetto la proposta di vedere il lavoro dei vostri uomini sulle tracce mnemoniche, mi aiuterà a pensare... – disse con tono del tutto sincero.

Alla parola "accetto" il Tenente inarcò un sopracciglio per poi tornare nuovamente sorridente e, con un'espressione affabile, fece cenno a Roman di seguirlo, facendogli strada tra i vari biolettini. Si avvicinò ad una porta alla destra del grande magazzino.

All'interno, schermato da un enorme campo di forza olografico, vi era qualcosa come una trentina di persone, ognuno di essi al lavoro su copie della stessa interfaccia grafica ad implementare differenti parti di codice, in modo che quando il lavoro fosse finito si sarebbe potuto finalizzare il tutto e impiantare nella memoria degli Alasheriani; tra di essi spiccava alla postazione numero uno l'ingegnere capo Elidos. Forse, tra tutti i presenti, era quello che Roman sospettava maggiormente di poter trovare dietro le quinte di tutto questo trambusto. Di alcuni conosceva solamente il volto, avendoci lavorato qualche volta al Palazzo delle Città, di altri ancora non sapeva assolutamente nulla; evidentemente dovevano essere altre menti brillanti reclutate dalla Confraternita per poter concentrarsi totalmente sulla risoluzione di questo problema.

Tutto ciò che faceva la Confraternita era studiato nei minimi dettagli, passo dopo passo, schema dopo schema, soprattutto gli imprevisti. Fortuna che si trattava di un'organizzazione benefica a scopo pacifico perché, data la minuziosità nei dettagli, avrebbe potuto riscuotere un enorme successo come organizzazione criminale su scala interplanetaria.

Inizialmente Roman si limitò ad osservare, non proferendo alcuna parola per non distogliere l'attenzione degli uomini al lavoro; osservava in silenzio, immaginando già l'implementazione grafica delle innumerevoli stringhe di codice che vedeva scorrere postazione dopo postazione. Si fermò solamente ad analizzare quello che Elidos stava scrivendo, mettendo una mano sul mento come era solito fare quando si concentrava su un problema. Ovviamente il Tenente era davanti a lui, illustrando con grandi e vuote parole il magnifico operato dei ricercatori della Confraternita in campo fotonico, quantistico ed informatico (erano tutte e tre parte della stessa branca nelle divisioni della Confraternita).

Nonostante Roman continuasse ad annuire alle parole del Tenente piuttosto convintamente, puntava con lo sguardo verso un punto imprecisato dello schema grafico dell'ingegner Elidos. Osservava alcuni passaggi che si infittivano e che diventavano via via più complessi.

– Noto con piacere che avete sostituito il buranio con del comune azoto liquido, volete dare un tocco forse più scientifico al trasporto di questo carico? – disse improvvisamente Roman, interrompendo il discorso del Tenente.

Senza distogliere lo sguardo dall'interfaccia il capo ingegnere Elidos replicò: – Così mi hanno ordinato, Roman. Potrebbe essere plausibile, la nostra premura è cercare di ricreare ogni dettaglio alla perfezione, anche se alcune delle informazioni andranno perse durante il trasferimento, proprio come succede nei sogni.

– Spero solo che ne valga la pena... – aggiunse.

– Ma non si è mai troppo prudenti, dal momento che tutti non ricorderanno esattamente la stessa cosa ma solo frammenti diversi dello stesso avvenimento! – ribatté Roman con tono amichevole mentre si allontanò dal suo collega dandogli una pacca sulla spalla.

Piuttosto incuriosito e a tono basso, il Tenente si rivolse a Roman dicendogli:

– Lei è in grado di renderizzare anche questi piccoli dettagli leggendo solo il codice, signor Roman? Io le vedo grazie al compilatore automatico che mi è stato fornito con il visore, ma il suo è un vero talento.

– Più che di talento parlerei di esperienza, dopo un po' riesci ad identificare gli errori prima del computer, – disse, facendo una piccola pausa, poi riprese con tono lievemente ironico:

"Io ne ho viste cose, che voi umani non potreste immaginarvi..."

Il Tenente storse un po' il naso a queste parole e ribatté: – Non è forse anche lei umano, dopotutto?
Scuotendo la testa e sorridendo Roman replicò, con fare più distensivo: – Era una citazione di un vecchio film in voga sul sistema stellare terrestre, quando la gente ancora si radunava in massa pagando ingenti somme di denaro per vedere delle immagini in sequenza su supporti magnetici.

– Preistoria, suppongo... – soggiunse il Tenente.

– Già, preistoria. – ripeté Roman.

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