Era una calda giornata di mezza estate. Il sole picchiava sulle bianche rocce appuntite sulla sponda del lago, sciami di cavallette si avvicinavano a pelo d'acqua per trovare un po' di ristoro e iniziare la loro rituale danza di accoppiamento. La languidezza avvolgeva tutto l'ambiente, mentre un alligatore era steso a crogiolarsi all'ombra di un salice bianco, godendosi l'ombra e origliando il chiacchiericcio delle ninfee:
– Ma guardatelo! Dico io, non è mai successa una cosa simile, è assurdo, inconcepibile! – esordì una ninfea a bordo d'acqua.
– Cosa, mia cara? – replicò una tortora che passava lì vicino.
– Per quell'alligatore, no? Non si è mai sentito di un alligatore innamorato di una cicogna. Che cosa ci troverà mai di tanto attraente?
– Ma non si può nascondere il fatto che sia pur sempre un bellissimo esemplare, un muso affusolato e stretto, gli occhi color fuoco, le zampe palmate e un'andatura invidiabile. – rispose la tortora.
Era vero.
L'alligatore era follemente innamorato della cicogna, un amore impossibile. Eppure lei ogni volta gli ripuliva i denti, picchiettando con il suo becco acuminato e lui faceva la guardia al nido di lei affinché nessuno si avvicinasse.
La cicogna intanto ascoltava noncurante questi discorsi futili, mentre era sul salice sistemando il proprio nido con alcune frasche che aveva appena raccolto tra i massi, ricoprendo le sue uova, la cosa che amava più al mondo. Ma il caldo diventava di ora in ora sempre più insopportabile e decise di planare sulla riva del lago cercando anch'essa conforto all'ombra del salice, proprio accanto all'alligatore.
Esso, per nulla infastidito, socchiuse un occhio al fremito delle ali della cicogna, beandosi con lo sguardo della sua magnificenza mentre si avvicinava e gli si rannicchiava accanto. Una splendida sensazione pervase il corpo freddo dell'alligatore, sentiva che quel momento nel tempo poteva essere il momento perfetto, non desiderava altro che fermare tutto e restare per sempre così, accanto a lei.
Passarono così l'intero pomeriggio, sentendosi sempre più vicini, ma sapevano entrambi che erano irraggiungibili, sotto qualsiasi punto di vista, le cicogne vivono molto poco rispetto agli alligatori e l'istinto famelico impediva all'alligatore di mostrare a nudo i propri sentimenti.
Purtroppo, mentre entrambi avevano gli occhi chiusi, un'aquila che sorvolava il laghetto adocchiò subito il nido della cicogna, senza nessuno che lo proteggesse. Con fare svelto rubò, una dopo l'altra, le tre uova della cicogna, proprio sotto il suo naso, e sparì, proprio così com'era arrivata.
Non appena la cicogna aprì gli occhi un brivido percorse le sue zampe, spiccò subito il volo sul grande salice bianco, dove l'attendeva l'amara sorpresa. In preda al panico e alla disperazione la cicogna iniziò a volare, prima perlustrando la sponda del laghetto, poi dirigendosi verso il boschetto alle sue spalle. Era terribilmente spaventata, non aveva nemmeno salutato l'alligatore. Adesso non era più importante. Doveva ritrovare le sue uova, a qualsiasi costo.
Quello che riusciva ad osservare dall'alto erano solo alberi e fronde, una distesa infinita. Non un uccello, né un animale selvatico. Il bosco sembrava vuoto, morto. L'unica cosa che riuscì a distinguere fu un piccolissimo diadema color turchese. Era proprio sul ramo di un pioppo, quasi come se qualcuno l'avesse lasciato lì di proposito. Istintivamente la cicogna si avvicinò, sbattendo veementemente le ali e, preso il diadema con una zampa, lo osservò, vedendo la propria immagine specchiata nei piccoli retini cristallini.
Improvvisamente una figura misteriosa si palesò di fronte alla cicogna, luminosa, sospesa nell'aria e dotata di due piccolissime ali. I suoi lineamenti erano dolci e armoniosi, i capelli rosso scarlatto le scendevano da un lato mentre gli occhi emanavano un limpido bagliore mai visto su questa Terra. Le parlò, con voce soffusa:
– Amica mia, tu hai trovato il mio diadema che credevo perduto da secoli. Mi era stato rubato dalla mia rivale, la Ninfa della Discordia. A proposito, io sono la Ninfa dell'Amore, – disse mentre faceva delle piroette nell'aria in maniera altezzosa.
– Dato che hai ritrovato il mio diadema ti concederò il privilegio di esprimere un desiderio, uno solo. – fece indicando con l'indice e sfiorando appena il lungo becco della cicogna.
Improvvisamente si manifestò la soluzione ai suoi problemi: avrebbe chiesto di riavere le sue uova senza alcuna fatica. Si rivolse alla Ninfa con tono gentile e le disse:
– Ho smarrito le mie uova, sono la cosa più preziosa che ho al mondo e credo che morirei se non le riuscissi più a ritrovare. Le vorrei di nuovo indietro. Sono la mia vita. – disse con tono mesto.
– Le ami?
La cicogna annuì.
– Esaudirò il tuo desiderio allora, ma ad una condizione. Il mio compito è mantenere l'equilibrio nel mondo, la quantità di amore non deve aumentare né diminuire. Deve rimanere uguale a se stessa, – ribatté la Ninfa, – non puoi dividere il tuo cuore, o mia cicogna. Io ti conosco. Non riuscirai a donare il tuo amore sia alle tue uova sia ad all'alligatore. Devi compiere una scelta. Se vorrai le tue uova indietro l'alligatore non proverà più nulla per te, mai più. – concluse con un pizzico di superbia.
Con le lacrime agli occhi la cicogna rispose: – E sia... – mentre si asciugava una lacrima con una zampa.
La Ninfa sparì com'era apparsa e al suo posto apparvero le tre uova della cicogna. Intatte. La cicogna abbracciò con le sue grandi ali le tre uova e ritornò volando presso il suo nido, sul salice bianco.
L'alligatore non l'avrebbe più amata, su questo era preparata, ma voleva almeno dargli l'ultimo addio, per ringraziarlo dell'amore donato in tutto quel tempo. Perché è vero che la vita è forte, ma forse l'amore lo è ancora di più.
Poggiò le uova nel proprio nido, avendo cura di coprirle con diverse frasche e ramoscelli che aveva raccolto nel tragitto per ritornare al salice. Poi planò fino a terra, andando incontro all'alligatore
Purtroppo esistono giorni in cui il destino non solo è beffardo, ma rincara anche la sua dose.
E questo era uno di quei giorni.
L'alligatore, oramai non più legato ad alcun sentimento verso la cicogna e preso dal proprio istinto animalesco si avventò contro di lei, senza che essa avesse potuto dire nulla. La sbranò di fronte agli occhi increduli della tortora e della ninfea, affondando ferocemente i propri denti e dilaniando il suo corpo.
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Hellbird
Science FictionUn enigmatico messaggio dal futuro, intrighi e cospirazioni all'interno di diverse fazioni, una nuova teoria fisica in grado di poter far vivere entità virtuali nel mondo reale, rimpianti che continuano ad emergere da un passato oscuro, continui e v...