Sorgeva un tempo, ai margini di un bosco, una grandissima radura, perennemente immersa in un silenzio quasi d'acquario. Fra le graminacee giallognole, alcune sottili sfumature di tenero verde e brillavano sotto l'esile crosta di rugiada ghiacciata, quasi fossero schegge di smeraldo e zaffiro: piante di fiordaliso. Circondavano tutta la valle, oltre al il verde intenso e ruvido del agrifoglio. Tra questa natura, ancora selvatica, la cosa che saltava per prima agli occhi era una fortezza, non molto estesa in larghezza, ma alquanto slanciata verso l'alto. Le torri, alcune in decadenza, erano di diversa altezza e, dalla giusta prospettiva, la fortezza aveva in tutto e per tutto l'aspetto di una mano. Si racconta che essa fosse sempre rimasta lì fin dall'inizio del Tempo e che fosse stata la dimora di un'importante famiglia che aveva il dominio su tutta la vallata e oltre. Tali voci si mischiarono alla storia che presto divenne leggenda, tant'è che di quella famiglia, non si seppe mai più nulla e qualcuno iniziò a sospettare che le sue ricchezze fossero ancora intatte nella fortezza, in attesa che qualcuno le andasse a recuperare.
"Chiunque riuscirà a prendere anche una sola moneta dalla mano morta erediterà le ricchezze di tutto il reame" si sentiva dire tra la gente di quel regno. In molti ci avevano provato, ma nessuno era mai ritornato vivo da quel castello.
Un gruppo di cinque avventurieri, tutti accomunati dallo spirito d'avventura e l'accaparrare tesori in ogni dove, arrivarono finalmente alle porte del regno in cui si trovava la fortezza. Armati di tutto punto e con mille avventure alle spalle decisero di fermarsi a riposare in una locanda e ascoltarono queste parole per la prima volta. Il più giovane dei cinque, disse:
– Se quello che ho appena udito è vero allora non possiamo non approfittarne, miei compagni. Niente nemici da sconfiggere, niente destrieri da cavalcare, solo una fortezza da espugnare. E da quello che è stato detto questo maniero è abbandonato da generazioni.
– Sagge parole. Mi chiedo solamente come mai nessuno non ci abbia pensato prima... – disse il più forte, mentre affilava la punta del coltello con una coramella.
– Già, è assurdo che in un paese rinomato nessuno abbia pensato di prendere tali ricchezze a cielo aperto, – reclamò il più anziano.
– La diceria della gente è pericolosa, può portare le persone a compiere i più crudeli e spietati atti. Non voglio fidarmi di parole lanciate al vento in un posto come questo... – replicò il più saggio.
– Ho deciso! – esclamò il più scaltro, – Domani partiremo alla volta di questo maniero e lo osserveremo dall'esterno. Chi pensa che non ci sia pericolo si avventurerà al suo interno, chi invece pensa che ci sia un qualsiasi pericolo allora rimanga all'esterno a coprire le spalle a chi sarà entrato dentro. In questo modo ognuno avrà la sua parte di bottino e nessuno rimarrà a mani vuote.
Dopo questo breve intervento e qualche sguardo titubante gli altri quattro annuirono alle parole dell'avventuriero più scaltro, senza aggiungere nulla al suo discorso e si prepararono per riposare. Ma essi anziché riposare, decisero di meditare quale fosse la strategia migliore per poter accaparrarsi l'intero tesoro. Chi pensava di irrompere per primo, arraffare tutto il possibile e scappare, chi invece pensava di aspettare che qualcun altro facesse il lavoro al suo posto per poi uccidere i propri compagni e proclamarsi re.
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Hellbird
Science FictionUn enigmatico messaggio dal futuro, intrighi e cospirazioni all'interno di diverse fazioni, una nuova teoria fisica in grado di poter far vivere entità virtuali nel mondo reale, rimpianti che continuano ad emergere da un passato oscuro, continui e v...