Episodio 1.1

258 30 19
                                    

Dannazione! Dottor Reynold, non posso crederci!

Daniel riuscì nettamente a distinguere la voce del proprio ex-compagno di cella in mezzo alla folla che stava travolgendo entrambi. Non riusciva però a ricordare il suo nome, per quanto si sforzasse. Forse non gliel'aveva mai detto o forse la sua memoria stava iniziando a tirargli dei brutti scherzi; in effetti erano trascorsi circa dieci anni dal periodo di detenzione nel carcere di sicurezza su Nuova Coral.

Si voltò di scatto ma non mutò minimamente espressione. Rimase impassibile, lievemente impietrito, mentre cercava di ricordare il nome dell'individuo che gli si stava avvicinando. Iniziò a scrutarlo e fece alcuni brevi passi verso di lui.

Il sottile casco che il suo interlocutore indossava era totalmente trasparente e senza il minimo segno di usura. Si estendeva fino all'occhio sinistro coprendolo totalmente, riflettendo in toto la luce dei due soli ed evidenziando, nonostante il barlume, le sottili rughe sul suo volto, ancora più marcate dal lento logorare del tempo; spiccavano i due chip tracciatori impiantati sulle tempie che emanavano una flebile luce verde e una cicatrice proprio sotto la guancia sinistra. Sì, quella la ricordava particolarmente bene, gliel'aveva procurata proprio lui. Indossava un'uniforme piuttosto datata, fatta ancora in tessuto non sintetico e con alcune cuciture sulle spalle, dove probabilmente un tempo dovevano esserci i gradi di un qualche tipo di organizzazione militare. A quel punto un barlume di un ricordo lontano uscì dalla sua bocca:

Tenente. disse, con tono del tutto piatto, per prendere il tempo necessario a far sì che altri dettagli gli balenassero in mente, Trovo davvero singolare trovarla qui, credevo avesse dovuto scontare ancora cinque cicli completi su Nuova Coral.

Il Tenente notò con lieve disappunto lo sguardo smarrito di Daniel, ma a differenza sua, egli poteva disporre del proprio visore installato nel casco stesso per poter ricavare informazioni sul suo interlocutore: anni, residenza, lavoro, curriculum, stato civile e tanto altro.

Vedo che su questo pianeta nessuno perde tempo nel farmelo notare, ma ho ricevuto una grazia particolare per essere qui e poterle perfino rivolgerle la parola.

Ha incontrato altre persone che la conoscono, deduco... replicò immediatamente Daniel, sempre con un pizzico del cinismo che lo caratterizzava.

Deve aver acquisito una certa notorietà anche qui oramai, e domandò fissandolo negli occhi, grazia particolare?flettendo lievemente il tono di voce e fissando i chip tracciatori.

Avrò modo di raccontarle tutto a tempo debito, se vuole seguirmi verso il Palazzo delle Città...indicando il complesso di uffici ed edifici alle proprie spalle, sostanzialmente un agglomerato di alcune residenze ed uffici semovibili, tenute insieme da un unico edificio centrale alto quaranta metri circa, nel quale aveva sede il municipio e da cui vi era la possibilità di modificare l'altezza, la posizione e lo spostamento di ogni singolo ufficio. Inoltre dallo spiazzo centrale di forma ellissoidale partivano regolarmente alcune piattaforme di veicolazione verso il pianeta Arkantiis, ben visibile a qualsiasi ora del giorno, anche se l'atmosfera densa di alcuni gas nobili non permetteva di distinguere le varie zone del pianeta, lasciandolo in una luce biancastra con striature verdi percepibili solo all'occhio di un osservatore attento.

Credo di non poterla esaudire Tenente, mi attendono alla base stellare 202 e sono già in ritardo! commentò seccamente Daniel.

Comprendo. La sua condanna ora è quindi quella di lavorare a casi simili a quello che l'hanno portata dentro, a quanto leggo qui dal suo resoconto mensile... disse il Tenente, in maniera sprezzantemente sarcastica.

Ma la cosa non smosse minimamente Daniel, conosceva il suo comportamento e rispose a tono: Io almeno sono un uomo libero, anche se non ho accesso ai database della Confraternita, – scoccando un ultimo sguardo negli occhi del Tenente, poi proseguì verso una piattaforma parcheggiata a pochi metri davanti a lui, lasciando il proprio interlocutore su due piedi ad osservare la scena.

HellbirdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora