Episodio 4.0

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Tanto tempo fa, in un lontano villaggio nel fondo della foresta si ergeva un piccolo villaggio fatto solo di contadini e gente semplice. La chiesa di quel villaggio era famosa per il dolce suono delle sue campane, ma nessuno in quel posto le amava di più della fanciulla che viveva sugli alberi. Ella era una ninfa immortale, ma non abbastanza ninfa per potersi perdere nei meandri della natura ma nemmeno troppo umana per non sapere cosa significasse un abbraccio.

Ogni sera, quando le campane suonavano a distesa, lei scendeva dalla sua dimora, la Grande Quercia, portandosi dietro uno stormo infinito di uccelli e bestie del cielo. Oramai era diventata un'abitudine. Era solita trotterellare lungo il sentiero che la riportava ogni volta alla Grande Quercia, dove, nel tempo libero, si dilettava ad intrecciare una nuova veste con i suoi lunghi giunchi. Ma non poteva resistere al richiamo delle campane e una sera decise di avvicinarsi quanto più possibile.

Sicuramente sarà ancora più bello il loro suono ascoltato da vicino! – pensava tra sé.

Ma la fanciulla non era una sprovveduta, doveva stare ben attenta che nessuno la stesse osservando quando si sarebbe avvicinata al retro della chiesa. Bastava un singolo sguardo con un umano e subito avrebbe perduto per sempre la sua immortalità

Eppure incrociò lo sguardo innocente di una bambina che, dopo un'intera mattinata passata a giocare, scoprì che in quel villaggio non era l'unica ragazza. Con i suoi capelli sciolti e una corona fatta di gigli, la fanciulla degli alberi non riusci a zittire la bambina che disse:

Mamma, mamma! Vieni qui presto! Ho scoperto dove si nasconde la ragazza degli alberi!

A quelle urla la ragazza, in preda al panico, volle scappare, con la paura di poter essere scoperta e di poter vivere una vita mortale senza le sue semplici amenità. Ma prima di fuggire decise di fare un patto con la bambina:

Se non dirai niente a tua madre o agli altri del villaggio ti prometto che potrai venire da me, sugli alberi, a giocare insieme! 

E così accadde.

Per giorni, mesi, e poi anni la bambina e la fanciulla degli alberi giocarono assieme, dando da mangiare agli uccellini, facendo dei nidi per le rondinelle, saltellando tra le chiome degli alberi.

La bambina mantenne il segreto, fino a quando un giorno, la fanciulla sugli alberi iniziò ad avvertire i primi segni del tempo: aveva iniziato ad invecchiare ed era entrata nel mondo dei mortali. Tutto ciò perché aveva incontrato lo sguardo innocente di una sola bambina che, per amore, aveva mantenuto il segreto della sua esistenza.

La fanciulla degli alberi iniziò a piangere, versando lacrime verde smeraldo, smettendo di andare ad ascoltare il soave suono delle campane del villaggio.

La bambina, oramai diventata una giovane donna, si stupì dell'improvvisa scomparsa della sua compagna di giochi e decise di andarla a trovare nella Grande Quercia.

Perché piangi? le chiese.

Non lo vedi? Ho perduto l'immortalità ed ora mi rimane solo una vita mortale, infelice e vuota da vivere. Ho perduto tutto quello che avevo, lasciami in pace! singhiozzò la fanciulla, tentando di allontanarla.

Ma la sua compagna di giochi non si arrese; accennò un sorriso, le accarezzò una guancia e tirandole su il mento con la mano le domandò ancora:

Ma allora non ti ho insegnato nulla in tutto questo tempo?

La fanciulla tirò su il naso e scuotendo la testa rispose:

Cosa vuoi dire?

La felicità non è mai nelle grandi cose, amica mia. Sono i piccoli dettagli a fare la differenza. E come tu ti sei presa cura di me quando ero piccola adesso è venuto il mio turno di prendermi cura di te. Perché in fondo nulla di quello che viene fatto per amore è fatto invano.

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