Prologo

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Le sbottonai la camicetta con una lentezza quasi esasperante.
Un bottone alla volta, ogni carezza sempre un po' più vicina al suo seno.
Ero attento nei movimenti, calibrato come non lo ero mai stato.
Perché io non volevo soltanto farla mia quella notte, no.
Non mi bastava averla finalmente di fronte a me in balia di qualsiasi cosa avessi voluto farle, non era abbastanza vedere quanto doveva trattenersi per non gemere ogni volta che semplicemente la sfioravo.
Io volevo di più.
Volevo osservarla a fondo, disegnare nella mia memoria ogni singola curva della sua pelle.
E poi volevo assaggiarla, tutta, senza perdermi neppure un briciolo di ciò che era.
Volevo che fosse mia quella notte e poi ancora, nei miei pensieri e sotto le mie mani.
Perché nessuna mi aveva mai fatto sentire così, nessuna mi aveva mai assuefatto come il suo odore aveva invece imparato a fare.
E non avevo mai desiderato altro che sesso, ma con lei era diverso.
Era venerazione quella che provavo, la consapevolezza che non potesse esistere al mondo niente di più perfetto se non la ragazza che adesso, coperta solo dall'intimo, gettava la testa all'indietro per permettermi di baciarle il collo.
Ed era sbagliato, tremendamente sbagliato su tutti i fronti.
Sbagliate le sue mani che nervosamente tentavano di sbottonarmi i jeans, sbagliato il fatto che stessimo per farlo su un lavandino, sbagliati i baci lascivi che le stavo lasciando ovunque.
Sbagliato io, perché non avrei dovuto essere il ragazzo che la faceva godere in quel modo, e senza neppure essere ancora arrivato al dunque.
Eppure, per quanto fosse un errore, io non riuscivo a smettere di toccarla.
E non riuscivo a smettere di pensare a lei, ormai da settimane, nonostante avessi disperatamente tentato di non fantasticare in quel modo sull'unica ragazza che mai avrei dovuto desiderare.
Ma la desideravo invece, e in una maniera così potente e così carnale da non avere più scampo.
<< M...Mike >> gemette quando arrivai con le dita proprio dove da troppo tempo immaginavo di essere.
Ed in quel momento seppi che mai e poi mai sarei riuscito a dimenticare quel suono, il modo in cui il mio nome era sembrato la cosa più erotica che avessi sentito in vita mia.
Quasi le strappai le mutandine, eccitato come un ragazzino alle prime armi, al che lei ridacchiò appena, le labbra piene che lasciavano intravedere i suoi denti perfetti.
E allora gliele morsi quelle labbra, le morsi abbastanza forte da soffocare i suoi gemiti quando finalmente iniziai ad entrare in lei, dapprima con un dito e con lentezza, poi aumentando sempre di più velocità e passione.
<< Sei così bagnata... >> mormorai, senza quasi accorgermene, il commento involontario che la mia mente aveva appena partorito.
Lei ridacchiò ancora, avvicinandosi poi al mio orecchio per poterlo leccare sensualmente.
<< Sei tu che mi fai bagnare così >>
E a quel punto non ci vidi più.
Sapevo che era bellissima, che mi eccitava anche solo al guardarla, ma mai avrei immaginato che dietro a quella bambina dal visetto d'angelo si nascondesse in realtà una donna tremendamente sexy e audace.
Mai avrei pensato a lei come provocatrice, come colei che detta le regole.
E mai avrei pensato che alla fine sarebbero state le sue di mani a liberarmi dai boxer, guidandomi lascivamente verso dove le mie dita stavano già lavorando.
Fissò i suoi occhi nei miei, quelle iridi azzurre che avevo creduto appartenessero ad un angelo ma che in realtà si erano rivelate essere quelle del mio diavolo personale.
Era impaziente, proprio come lo ero io.
Ma, per quanto non avessi in mente di aspettare un secondo di più, io non potevo lasciarla trionfare.
Così mi allontanai leggermente dal suo meraviglioso corpo, continuando a tenerle le gambe per far sì che si reggesse sul lavandino, ma spostando il bacino lontano dal suo.
Mi guardò stranita, delusa.
<< Dimmi che mi vuoi >> le dissi allora, il tono provocatore ma in realtà solo bisognoso di una conferma.
Sono pronto a sbagliare, a commettere l'errore più grande della mia vita, le stavo dicendo, però devo essere sicuro che lo voglia anche tu.
Ma forse lei era davvero troppo presa dal piacere per rendersi conto di cosa in realtà le mie parole nascondessero.
Infatti non mi riservò altro che un'occhiata lasciva, afferrandomi poi i fianchi con le mani per potermi riavvicinare a sé.
<< Ti voglio, Mike >> mi sussurrò sulle labbra, leccandone appena l'angolo.
Ed io, da bravo coglione, mi sciolsi come neve al sole.
Sapessi quanto cazzo ti voglio io, Emma.
La baciai subito, intensamente, le mani che si perdevano nei suoi capelli biondi mentre, con un'unica spinta decisa, entravo finalmente dentro di lei.
E allora non lo sapevo né potevo saperlo, ma io da quella ragazza non ne sarei più uscito.
O meglio, sarebbe stata lei ad incastrarsi tra le mie costole, a togliermi il sonno e a farmi sentire come mai nella vita avrei pensato di poter essere.
Felice. Innamorato.
E colpevole. E traditore.
Si, perché la ragazza che mi stavo scopando non era una qualsiasi.

Lei era Emma Saint Claire.
La fidanzata di mio fratello.

EmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora