Crying your heart out

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Non troverai mai la verità
se non sei disposto ad accettare
anche ciò che non ti aspettavi.
(Eraclito)

Cole sospirò pesantemente, una mano a scompigliarsi i capelli biondi.
Guardò prima mia madre, ferma sulla porta e che si stava palesemente trattenendo per non intervenire, poi mio padre alle sue spalle, una sorta di garanzia se le offese fossero sfociate nuovamente in atti di violenza.
Poi, in ultima istanza, guardò me.
Aveva gli occhi ancora lucidi, l'espressione disillusa di chi ormai non ha più niente a cui aggrapparsi.
Forse rivide nei miei occhi tutti i momenti in cui si era sfogato con me, mi aveva raccontato della sua prima vera storia d'amore ed io ero sempre stato sfuggente, perfino ironico a volte.
Forse rivide il giorno in cui aveva raccontato a me e Cheryl della sua prima volta con Emma.
Forse rivide tutti i baci che si erano scambiati sotto i miei occhi, tutte le volte che mi aveva chiesto il perché la sua fidanzata sembrasse non essermi troppo simpatica.
Non saprei dire se rivide davvero tutto questo, ma per e fu così.
E rividi poi il mio provarci insistentemente con Emma, il nostro primo bacio, la sua freddezza che veniva giù con i suoi vestiti la notte di capodanno.
Rividi le bugie che mi ero raccontato, il disperato tentativo di spostare altrove la colpa dei miei sbagli.
Rividi un passato in cui non mi riconoscevo e poi vidi un presente, davanti ai miei occhi, che mi faceva più male di qualsiasi altra cosa.
Cole non era soltanto mio fratello: eravamo gemelli, eravamo due parti una sola inscindibile entità.
Ed il suo dolore era il mio.
<< L'avevo capito dall'inizio che c'era qualcosa che non andasse. >> cominciò così quel racconto, confermando tutti i sospetti che io mi ero invece convinto ad ignorare.
<< Insomma, il giorno in cui ti ho presentato Emma tu ci hai guardati come venissimo da un altro pianeta. >> ricordò << L'unica cosa che ho pensato in quel momento era che forse vi conoscevate già ma, quando entrambi avete negato, ho scartato quella prima opzione e ho fatto come se nulla fosse.
Ma poi, ora che ci ripenso è finalmente chiaro, avete iniziato a servirmi gli indizi su un piatto d'argento, uno dopo l'altro >>
Si sollevò in piedi, prendendo a camminare per la stanza.
Non aveva più l'aria nervosa di poco prima, ora sembrava quasi che stesse analiticamente analizzando tutti i pezzi di quel puzzle, vedendo come potessero incastrarsi al meglio tra di loro.
<< Lei non voleva mai uscire con il nostro gruppo ma, va beh, ho pensato semplicemente che fosse timidezza.
Tu eri sempre sfuggente quando si parlava di lei, sempre scazzato ma, okay, mi sono detto forse non gli sta simpatica e basta.
E poi c'era Cheryl... >>
In un modo o nell'altro, lei c'era sempre.
In qualsiasi casino mi riguardasse.
<< Cher odiava Emma senza neppure conoscerla, ogni volta che le raccontavo qualcosa tendeva sempre ad evidenziare i difetti, a dirmi che non era poi chissà cosa.
E questo atteggiamento, io l'avrei dovuto capire, l'ha sempre avuto solo con le tipe che ti portavi a letto. >>
Sperai che non menzionasse altro sul rapporto tra me e Cheryl perché, ad essere onesti, non mi andava che i miei genitori sapessero.
Un conto era menzionare la mia attiva vita sessuale, un altro inserire tra quelle la mia, forse ex, migliore amica.
Lei che, era vero, era quasi sempre ostile verso le altre ragazze che mi interessavano, atteggiamento che avevo sempre e solo attribuito al suo egoismo e al suo essere possessiva.
Mi voleva solo per sé, come da piccola faceva con la sua bambola preferita, come aveva fatto con qualsiasi altro giocattolo le fosse mai piaciuto.
<< Ma io ero troppo coglione per collegare questi atteggiamenti, troppo felice con lei per riuscire ad ipotizzare una cosa così.
Perfino quando le ho detto che la amavo e lei è scappata via in lacrime, perfino in quel momento, non mi è mai passato per la testa che potesse essere per un suo senso di colpa nei miei confronti. >>
Ricordavo quella sera.
Eravamo ad una festa, probabilmente Halloween, ed io e Cheryl c'eravamo appartati in una camera mentre tutti gli altri si stavano scatenando al piano di sotto.
Avevamo fatto sesso ed era stato diverso, io le avevo detto per la prima volta che era bella e ciò aveva risvegliato in lei una dolcezza che non avrei mai creduto potesse possedere.
E poi, dopo che se n'era andata, Emma era entrata nella stanza ed io l'avevo stretta a me mentre piangeva a dirotto.
Sul momento non avevo capito neppure io il motivo ma, il giorno dopo, un deluso Cole mi aveva spiegato di essersi dichiarato a lei e allora tutto aveva avuto un senso: Emma aveva baciato un altro, aveva baciato me, e quelle parole d'amore immeritate erano state per lei una vera e propria fonte di dolore.
<< Poi è arrivata la festa di Natale e quello è stato il primo momento in cui avrei dovuto capire per forza. Io e Cher siamo stati praticamente costretti a baciarci sotto quel cazzo di vischio, ma voi vi siete comunque arrabbiati e va bene, da un certo punto di vista mi era sembrata quasi una cosa dolce.
Ho litigato con Emma e lei mi ha detto che avrebbe chiesto a qualcuno di portarla a casa, così mi è sembrato tutto normale quando l'ho vista uscire con te e, anzi, ne sono stato rassicurato, perché la sapevo in buone mani. >>
Alzò gli occhi al cielo, una smorfia che in tempi migliori sarebbe stata un sorriso, mentre adesso sembrava solo ironica.
<< Sono tornato a casa subito dopo credendo di trovarti già lì, ma tu non c'eri. Così ho chiamato da Emma per sapere se fosse arrivata, visto che lei non voleva parlarmi, ma sua madre mi ha risposto che lei le aveva appena scritto che avrebbe fatto un po' più tardi.
Così mi sono scervellato, mi sono chiesto per ore dove diavolo potevate essere andati, ma poi sono crollato e, quando sei tornato, stavo già dormendo. Avevo in programma di chiedertelo il giorno dopo, però quando ho incontrato Emma ho visto il tatuaggio sul suo polso e quindi ho smesso di farmi seghe mentali: l'avevi accompagnata dal tatuatore, ecco il perché c'avevate messo così tanto.
Lei continuava ad essere arrabbiata con me, tu continuavi ad essere arrabbiato con Cheryl: le due cose andavano di pari passo e, fossi stato un po' più sveglio, le avrei subito collegate.
Ma non l'ho fatto, non fino alla festa di Capodanno: quella è stata la prima volta in cui ho pensato a voi due, sebbene per un attimo così breve da essere insignificante. >>
I miei genitori ed io lo ascoltavamo in silenzio, loro persi in dettagli di cui non sapevano niente, io mortificato da tutte le stronzate che avevo fatto.
L'avevo baciata la sera del tatuaggio, c'ero andato a letto la sera di capodanno.
E c'avevo provato tutte le innumerevoli volte che mio fratello non poteva aver visto o sentito, ma che adesso poteva tranquillamente immaginare.
Anzi, sicuramente lo stava facendo, la sua espressione lo rendeva fin troppo palese.
<< Siete spariti entrambi per un po' di tempo ed entrambi, poi, avete ripreso a comportarvi come se niente fosse. Lei è stata perfino più gentile con me, nonostante non mi avesse rivolto la parola fino a pochi minuti prima, mentre tu apparivi rilassato come non eri da tempo.
Ed il giorno dopo Emma mi ha mollato, improvvisamente attribuendosi tutte le colpe e non menzionando affatto il mio bacio con Cher.
La prima cosa che ho pensato era che avesse un altro: era ovvio, scritto tra le righe del suo senso di colpa, suggeritomi da Cheryl, da Kevin, da chiunque.
Per un secondo ho ipotizzato potessi essere tu, ma poi mi sono dato da solo dello stronzo: come potevo pensare una cosa del genere, mio fratello e la mia ragazza?
Sei in mala fede Cole, mi sono detto, solo perché stai male non devi prendertela con lui. >>
Ridacchiò forzatamente, prendendo in giro la sua stessa innocenza.
Ed io capii che, nonostante io ed Emma avessimo provato a nasconderglielo in tutti modi, in realtà quello che c'era tra noi era sempre stato fin troppo palese.
Se Cole fosse stato diverso, se non avesse sempre avuto quel natale spirito del guardare sempre il lato migliore delle cose, probabilmente avremmo avuto quella conversazione già mesi prima.
Probabilmente gli avrebbe fatto meno male, perché se lo sarebbe aspettato, perché quando le cose ti accadono tutte in una volta il dolore è sicuramente inferiore a quello che si prova nel vivere per mesi con il sospetto, in lotta contro la parte più malpensante di te che però, alla fin fine, si rivela essere la più sveglia.
<< Nelle settimane mi sono sfogato con te su quanto mi mancasse, mi sono aperto e ho lasciato che mi consolassi, che mi dicessi che sarebbe passata. Vi ho visti studiare insieme e ti ho invidiato perché potevi starle vicino, senza capire in realtà quanto effettivamente vicino le stessi. 
E poi, come avrei dovuto aspettarmi, hai mosso il tuo primo vero passo falso: Lizzie. >>
Sentir pronunciare quel nome non ebbe latri effetti se non quello di farmi sentire ancora più stupido.
E, improvvisamente, cominciai ad immaginare dove quel racconto sarebbe andato a parare.
<< Come hai fatto ad essere così stupido da presentare Emma a nostra madre e credere che prima o poi non sarebbe uscito fuori? >>
Mi chiesi la stessa identica cosa.
E poi mi voltai verso mamma, scorgendole in viso un'espressione indecifrabile, come se provasse allo stesso tempo rabbia nei miei confronti, ma anche un minimo di comprensione.
<< Glielo hai detto tu? >>
Lei scosse la testa.
<< Lo ha capito da solo >>
Monosillabica.
<< E questo che cazzo dovrebbe significare? >> sbottai, per la prima volta da quando ero entrato in quella camera.
<< Ehi signorino, abbassiamo i toni! >> mi rimproverò mio padre duramente, mal sopportando che mi rivolgessi a lei in quel modo.
Sospirai pesantemente, mentre mia madre prendeva la parola infastidita.
<< Ho chiesto a Cole di parlarti di Lizzie, di dirti che da quando stai con lei sei diverso e tutto il discorso che ti ho già fatto e che tu hai bellamente ignorato. Ero preoccupata per te, Mike, così ho iniziato ad elencargli i motivi per cui non vi vedo bene insieme e... >>
<< E, al sentir parlare di una bionda che studia filosofia e proviene da San Francisco, io mi sono finalmente posto due domande >> concluse Cole per lei.
Guardai mia madre senza sapere come dovessi sentirmi.
Non aveva fatto la spia, non c'era stata alcuna cattiveria nel suo gesto.
Aveva semplicemente chiesto a mio fratello di farmi aprire gli occhi, perfettamente consapevole del fatto che tra di noi la comunicazione fosse più facile e meno filtrata, più diretta, più onesta.
Non aveva pensato che avrebbe fatto scoppiare una bomba e non l'aveva fatto perché lei non aveva la minima idea che Emma e Lizzie fossero la stessa persona.
<< Mi dispiace, Mike >> mormorò ed io pensai che stesse dalla mia parte, che ci fosse almeno una persona al mondo che ancora riusciva a sostenermi.
Ma mi sbagliavo.
Mi sbagliavo perché lei non era solo mia madre, era la madre di entrambi, del traditore e del tradito, dello stronzo e dell'ingenuo.
E non poteva stare dalla mia parte: lei stava dalla parte di ciò che era giusto.
<< Mi dispiace, ma questa storia ha deluso tantissimo anche me.
Credevo di avervi insegnato ad essere uniti, di avervi fatto capire che il sangue viene prima di qualsiasi altra cosa, di qualsiasi ragazza vogliate portarvi a letto. >> scosse la testa e non era più monosillabica o infastidita.
Era solo profondamente triste.
<< E questo che vedo non sei più tu. Il ragazzo che ho cresciuto io, il Mike che amo, non avrebbe mai pugnalato suo fratello alle spalle. >>
Mio padre, dietro di lei, si limitò ad annuire e fu solo in quel momento che fui certo di avere completamente perso.
Perso Cole che avevo preso in giro, persa Cheryl che non avevo mai lasciato spiegare, persa Emma che avevo offeso senza ritegno, persi perfino i miei genitori che avevo deluso.
E forse, perso un po' anche il Mike che tanto avrei voluto essere e che invece, a conti fatti, non ero proprio per niente.
Una lacrima rigò la guancia di Cole, ormai solitaria e quasi timida, mentre mio fratello taceva per un attimo, non sapevo se perché fosse rimasto colpito dalle parole di nostra madre o perché una parte di lui, quella che mi odiava un po' di meno, sapeva che io lo ero stato.
Tirò su col naso pesantemente, mentre io sentivo un groppo alla gola e ripetevo lo stesso identico gesto.
Non l'ho ancora detto, ma stavo piangendo anch'io, più di lui e più di quanto avessi mai fatto negli ultimi anni.
Poi Cole riprese a parlare e, per un po', i miei singhiozzi si confusero con le sue parole.
<< Nonostante ormai l'avessi capito, avevo bisogno di un ulteriore conferma: così ho scritto a Cheryl. Le ho detto che pensavo ci fosse qualcosa tra te ed Emma e l'ho pregata di dirmi se era vero o meno.
Ma lei, come avrei dovuto immaginare, ha visualizzato senza rispondere, l'ennesima prova di una fedeltà che ha sempre riposto verso la persona sbagliata. >>

Ha visualizzato senza rispondere.
E ha chiamato me.
Ed io le ho urlato contro cose terribili, le ho dato la colpa quando invece lei stava solo cercando di mettermi in guardia.
E le ho dimostrato, ancora una volta, quanto infinitamente coglione io sia.

Scossi la testa, quasi sorridendo in maniera amara.
Cole aveva ragione, Cheryl aveva sempre scelto il fratello sbagliato e quell'occasione non era stata altro che l'ennesima conferma.
E sapevo che non era il momento giusto per pensare a lei, che avrei dovuto chiedermi chi fosse stato a quel punto a dare a Cole la certezza della mia colpa.
Eppure non riuscivo a togliermi dalla testa le parole che le avevo detto, il tono che avevo usato, la rabbia, la cattiveria.
E il suo silenzio, la rappresentazione più efficace di come in quel momento dovevo averla fatta sentire.
L'avevo fatta grossa, anche con lei, perfino con lei che era l'ultima persona con cui avrei potuto prendermela.
<< Così sono andato a casa di Stephen e naturalmente ci ho trovato anche Kevin >> lo disse come se fosse scontato, ma io non riuscii ad intendere il perché.
<< Ero incazzato con Cheryl per il suo silenzio e ho implorato Steph di dirmi la verità, certo che lo sapesse. Ma lui, proprio come lei, non ha voluto dirmi nulla, mi ha detto che per quanto mi voglia bene e per quanto ultimamente tu sia stato uno stronzo, resti comunque il suo migliore amico e non poteva tradirti.
E a quel punto Kevin lo ha guardato e gli ha urlato che io invece sono il suo migliore amico e che non poteva più continuare a mantenere quel segreto, neppure se era Steph a chiederglielo. Così ho scoperto tutto e...>>
Un momento...
<< E Kevin come faceva a saperlo? >>
Cole si portò una mano alla testa, scuotendola come di fronte ad una persona che non ha la minima idea di quanto stupide siano le proprie domande.
<< Quei due stanno insieme da mesi e tu sei l'unico che non abbia capito un cazzo! >>

Boom! Ecco a voi il capitolo delle rivelazioni.
Cosa ne pensate? C'eravate arrivati?
Ma soprattutto, adesso che Mike ha distrutto tutto, riuscirà a rimettere insieme i pezzi della sua vita?
Da dove ripartirà?
Ci vediamo nei commenti! ⭐️

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