Smoking

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Capitolo un po' lento, ma di preparazione per i prossimi.
Ho disseminato molti indizi qui che sono sicura sarete bravissimi a cogliere!

Inoltre mi è venuta un'idea: lasciatemi in questo capitolo tutte le domande che avete, a proposito della storia e a proposito di me, e nel prossimo vi risponderò!
Fatemi tante, mi raccomando ⭐️⭐️⭐️

"Nell'amore un silenzio
vale più di un discorso.
Il piacere di amare senza osar dirlo
ha le sue pene,
ma anche le sue dolcezze."

Blaise Pascal

Lasciai scivolare il fumo giù per la gola, sentendola pizzicare ma allo stesso tempo riconoscere quella sensazione.
Non fumavo da un po', non quello almeno.
Allungai le braccia per appoggiarmi alla panchina dietro di me, respirando a pieni polmoni quella stupida sensazione di libertà.
L'erba in realtà non avrebbe risolto un cazzo, ma anche solo l'idea di annebbiarmi il cervello mi faceva stare bene.
Non avevo più voglia di pensare, non avevo più la forza di pormi mille domande alle quali non avrei saputo dare neppure una cazzo di risposta.

Cosa volesse Cheryl, cosa volesse Emma, cosa volesse Cole, cosa volessi io... 
Perché Stephen, che adesso fumava e chiacchierava con me come se niente fosse,  mi era sembrato così strano quel giorno al pub?

Non sapevo nulla.
Non capivo nulla.
E quella mattina, con i pensieri filtrati da quella canna, mi andava bene così.
<< Allora con Cheryl? Davvero non vi parlate più? >> domandò distrattamente Kevin.
Eravamo in un vecchio parcheggio quasi in disuso, se non per le coppiette che volevano appartarsi o per i ragazzi come noi che cercavano disperatamente di dare un senso alle proprie giornate.
Annuii, ma non avevo alcuna voglia di parlarne.
<< È un peccato >> mormorò << Ho sempre pensato che prima o poi sareste finiti insieme. Insomma lei... >>
<< Lei niente, Kev >> lo bloccò subito Cole.
Fossi stato lucido, mi sarei chiesto il perché e avrei capito che mio fratello, nonostante restasse sempre in silenzio, in realtà sapeva molto più di quanto facesse credere.
Ma ero completamente fatto e pertanto neppure ci feci caso, limitandomi a scrollare le spalle.
<< Piuttosto >> ricominciò Cole << Lizzie non è gelosa del tuo studiare con Emma? >>
L'erba non bastò ad evitare che mi si gelasse il sangue nelle vene.
Erano giorni che Cole alludeva a quella storia, in maniera sempre più o meno accennata, e non riuscivo a capire che cosa volesse intendere davvero.
Sembrava sempre sul punto di sapere la verità, ma ogni volta faceva poi un passo indietro, rivelando invece che aveva ragione Emma.
Non sapeva nulla, non ancora, era semplicemente troppo preso da lei nonostante tutto e non riusciva ad accettare che io potessi vederla e sentirla quando invece lui non poteva.
Ma io, dal mio canto, ero terrorizzato.
Da quando ci aveva visti studiare a casa nostra, non ero più riuscito a togliermi dalla testa l'idea che mancava veramente poco alla rivelazione, che Cole ci avrebbe scoperto prima ancora che riuscissimo a trovare il modo di dirglielo noi.
Cosa che, a dirla tutta, Emma mi aveva più volte chiesto di fare, ricevendo sempre in risposta un rifiuto secco.
Non potevo dire a mio fratello del fatto che stessimo insieme ora, perché poi avrei dovuto dirgli anche di prima, di quando stava con lui e io avevo disperatamente provato a portarla dalla mia parte.
Non potevo dirgli di essermela scopata in quel bagno, mentre lui era di sotto a chiedersi dove fosse finita.
Forse lei poteva farlo, dirglielo ed uscirne illesa, perfino essere perdonata considerando quanto lui ci tenesse ancora.
Ma non io.
Non il suo fratello gemello, la sua brutta copia su carta carbone.
<< No >> dissi quindi, conciso.
Cole sollevò le spalle ostentando un disinteresse che non provava.
<< E lei invece, sta con qualcuno? >> domandò ancora << Emma, intendo >>
Scossi la testa.
<< Non ne ho idea >>
Cole lasciò lo sguardo su di me per un po', come se volesse trovarmi dentro la verità che mi ostinavo a nascondergli.
Mi conosceva bene, troppo bene, sapeva che non c'era più niente di sincero in quello che dicevo.
Eppure non provava ad andare più a fondo, forse ancorato ad una fiducia che tra fratelli dovrebbe essere imprescindibile.
<< E voi raga, fatto conquiste in questo periodo? >> buttai giù allora, tentando di recuperare un po' di normalità.
Steph guardò Kev.
Kev guardò Steph.
Ed entrambi fecero semplicemente cenno di no con la testa, senza lasciarsi andare ad alcun commento come avrebbero di solito fatto.
Erano strani.
Anche loro.

Era davvero rimasto qualcuno di normale nel nostro gruppo, qualcuno che non nascondesse nulla, che riuscisse ancora ad essere se stesso?
No, molto probabilmente no.

E me ne convinsi ancora di più quando, appena due secondi dopo quella riflessione, la vidi incamminarsi verso di noi.
Indossava una minigonna di jeans nonostante il freddo glaciale, le braccia strette attorno al corpo per far aderire di più il largo maglione color senape.
Un paio di Nike ai piedi, i capelli rossi con quel nuovo taglio che le lasciava scoperto il lungo collo pallido e al quale non avevo ancora avuto modo di abituarmi.
<< Ma guarda 'sti stronzi! >> sbottò << Adesso fumate senza di me? >>
Ridacchiarono tutti a quell'imprecazione e, fossero stati altri tempi, l'avrei fatto anch'io.
Ma adesso io non ero più io, lei non era più lei.
Era tutto diverso, compreso il modo in cui non mi lanciò neppure uno sguardo, neppure per caso.
<< Non è colpa nostra, bro >> si difese Kevin, usando tranquillamente quel nomignolo nonostante si trattasse di una ragazza << È stato Mike a portare l'erba >>
Cheryl non fece una piega.
Non mi chiese di farle fare un tiro nonostante fossi rimasto l'unico con la canna tra le dita, nonostante di solito fosse lei che quella che le rollava, quella che mi si arrampicava addosso se non volevo che fumasse.
Ci avevo provato tante volte a convincerla a smettere, a comportarsi come tutte le altre ragazze che conoscevo, quelle che rompevano il cazzo ai loro fidanzati se fumavano troppo e respingevano alcol e droghe come fossero Satana.
"Ma cazzo me ne fotte di fare la figa" mi avevo risposto lei ogni volta "io sono così: se ti piaccio bene, sennò vaffanculo."
Ed io a quel punto ero sempre scoppiato sempre a ridere e, noncurante degli altri presenti, l'avevo presa per i fianchi  e l'avevo baciata fino a farmi girare la testa.
Ma adesso quei ricordi mi sfumavano negli occhi lucidi.
Adesso la guardavo e lei non guardava me, chiacchierando con gli altri come se non esistessi.
La odiavo, la odiavo ancora di più adesso che mi ignorava.
Avrei preferito mi urlasse contro come la volta precedente, mi dicesse che ero un coglione, che rappresentavo l'apoteosi dell'incoerenza.
E poi, siccome lei non era poi così diversa, che mi dicesse ancora che le ero mancato.
Il cellulare vibrò nella mia tasca in quel momento, segnale dell'arrivo di un nuovo messaggio.
E, seppur sapevo avrebbe potuto trattarsi di Emma, per qualche strana ragione non avevo alcuna voglia di rispondere.
Sarà stata la canna, saranno stati i ricordi, ma in quel momento i miei neuroni disconnessi mettevano a fuoco soltanto Cheryl.
Cheryl e il perché non mi chiedesse di passarle quella maledetta canna.
Mi sembrava una questione di vita o di morte, mi sembrava che da quel semplice gesto dipendesse la mia già provata salute mentale.
E così, mentre lei parlava con gli altri, allungai le dita verso la sua bocca, il mio sguardo che le seguiva.
Si zittirono tutti e Cheryl mi guardò interrogativa, ma non disse niente.
Schiuse le labbra invece, avvolgendole intorno alla cartina, ma senza accennare minimamente a prenderla con le dita.
Fumò tra le mie, dunque, espirando poi nella mia direzione.
Ed io non potei fare a meno di ricordare quel vecchio detto.

Sai cosa vuol dire quando una persona ti fuma in faccia?

Fece solo un tiro, poi riprese ad ignorarmi e a dire non so cosa a Cole, Kev e Steph.
Ed io, che forse ero stato l'unico a percepire la forte tensione che si era creata in quell'attimo, afferrai il cellulare in malo modo, tentando di distrarmi, di calmarmi.
Il messaggio era di Emma, come avevo previsto.

Da: Fidanzata

Ehi Bae,
lo so che in questo periodo é tutto un po' confuso, che abbiamo mille problemi e che sembra che tutto sia contro di noi...ma a me non interessa Mike, a me l'unica cosa che interessa sei tu.
Perciò, che ne dici se sabato ti porto in un posto?
Non provare a chiedermi dove perché tanto non te lo dico! ahahah

Alzai gli occhi al cielo.
Che cazzo di coglione che ero.
Emma era fantastica, davvero, ed io volevo stare con lei e volevo starci bene, volevo essere serio e non rovinare tutto come al solito.
Eppure adesso vedevo Cheryl di fronte a me e non potevo fare a meno di pensare alle sue labbra attorno a quella canna, al modo in cui aveva buttato il fumo verso di me, all'intensità di quello sguardo, alla tensione, sessuale e non, che si era creata.

Lo sai cosa vuol dire quando una persona ti fuma in faccia?

Che vuole scoparti.

EmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora