Buon anno bimbi ❤️
Come avete passato il capodanno? Io sono stata sulla neve per la prima volta in vita mia.Per chi ne aveva sentito la mancanza, in questo capitolo finalmente ritroviamo Cher...si salvi chi può!
Vi aspetto nei commenti, fatevi sentire ⭐️⭐️'Le stesse emozioni hanno ritmi diversi
nell'uomo e nella donna:
perciò l'uomo e la donna
non cessano di fraintendersi. 'Friedrich Nietzsche
Affrontai il discorso di mia madre un po' come in quel periodo ero solito fare con qualsiasi cosa mi facesse male: lo ignorai.
Appallottolai tutte quelle parole in una matassa disordinata, accantonandole in un angolo del cervello dove speravo non le avrei più trovate.
Non ero d'accordo con lei, ovviamente.
Anzi, a dirla tutta neppure avevo davvero capito dove volesse andare a parare.
Ma non avevo alcuna intenzione di approfondire, né tantomeno di mettere in discussione la mia storia con Emma per un semplice commento negativo.
Era il suo pensiero, lo rispettavo.
Ma la realtà era un'altra.
Era la mia, la nostra.
Soltanto su una cosa aveva effettivamente ragione: non vedevo i miei amici da settimane, era arrivato il momento di uscire di casa e di farlo senza Emma.
Ne avevo parlato con lei nel pomeriggio ed era d'accordo, avevamo entrambi bisogno di una serata da passare come ai vecchi tempi, tattiche di rimorchio a parte.
E, anche se ero sicuro che avrei passato una buona parte del tempo ad aspettare un suo messaggio, decisi comunque di chiamare Steph.
Rispose all'ultimo squillo, tipico di lui.
<< Ehi bro, che si dice? >> mi sentii solo vagamente a disagio nel pronunciare quel saluto, quasi come se gli ultimi giorni potessero aver arrugginito anni di amicizia.
<< Oh, ma allora sei vivo! >> esclamò lui divertito, facendomi sorridere in maniera un po' amara.
Non passavo del tempo con lui da quando era iniziata la storia con Emma, visto e considerato che ogni minuto libero lo dedicavo a trovare il modo di stare con lei.
L'ultima volta che eravamo stati da soli io e lui era stata la mattina dopo la mia dichiarazione, quando davanti ad un caffè lungo gli avevo raccontato di quell'avvenimento così assurdo, beccandomi non poche prese per il culo.
Era schifosamente sdolcinato dirlo, però mi mancava.
<< Così pare. Che fai stasera? >>
<< Pub con gli altri, una cosa tranquilla >> mormorò, il tono rilassato di chi non si sarebbe mai aspettato che mi aggregassi.
<< Perfetto, ti passo a prendere per le nove così andiamo insieme >> esclamai invece, stupendolo non poco.
<< Wow! >> ridacchiò infatti << Ed Emma? >>
Sospirai annoiato, nonostante non fosse mia intenzione.
Perché pensavano tutti che non muovessi più un passo senza di lei?
Erano state soltanto due settimane, non era forse tipico dei primi giorni di relazione trascorrere tutto il tempo appiccicati l'uno all'altra?
<< Emma esce con le sue amiche >>
Sarebbero andate a bere qualcosa insieme e poi al cinema, una serata che tutto sommato non avrebbe dovuto darmi chissà quale preoccupazione.
Chiacchierammo un altro po' del più e del meno, lasciando i discorsi importanti per quella sera.
E poi, proprio quando stavamo per riattaccare, il mio migliore amico mi domandò inquieto: << Lo sai che con noi ci sarà anche Cher, vero? >>
<< Si, purtroppo si >>*
Avevo semplicemente intenzione di ignorarla.
Sarebbe stato difficile in un primo momento, considerando che non la vedevo da settimane a causa della sfasatura dei nostri orari all'università, ma con il passare dei minuti mi sarei nuovamente abituato alla sua figura e avrei finalmente potuto fare come se non ci fosse.
Non avrei ribattuto alle sue frecciatine, non le avrei dato modo di mettere bocca sulla mia vita.
Io non volevo vederla, non volevo parlarle, non volevo ascoltarla.
Non ora che stavo con Emma.
Non ora che quello che avevo creduto di provare per lei stava finalmente sbiadendo.
Non ora che mi madre me l'aveva rigettato addosso come la prima pietra di una lapidazione.
Accostai sotto casa di Steph, tenendo a mente quel piano appena elaborato.
<<Bro! >> esclamò lui, aprendo la portiera con un sorriso smagliante e lasciandomi un'amichevole pacca sulla spalla.
Scegliemmo insieme la musica, uno degli ultimi pezzi di XXXTentacion, una di quelle canzoni che insieme ad Emma non avrei mai potuto ascoltare.
<< Allora, come va con la principessina? >> chiese, abbassando il finestrino appena prima di accendersi una sigaretta.
Sorrisi involontariamente.
<< Molto bene >> mormorai << Andiamo d'accordo, parliamo tanto, scopiamo bene... >>
<< Quella è la parte più importante! >> mi interruppe ridacchiando.
Il solito coglione, constatai, felice che ci fossero cose che non sarebbero davvero mai cambiate.
Gli strappi la sigaretta dalle mani, rubando qualche tiro.
<< Tu invece, cos'hai fatto in questo periodo? >>
Scrollò le spalle.
<< Niente di che. Dopo che mi hai abbandonato sono uscito spesso con Kev e Cole, oltre che con Cher ovviamente >>
Nonostante fossimo ormai così distanti, mi piacque comunque sentire il nome di lei accostato a quello di un gruppo di ragazzi.
Era sempre stata la ragazza più femminile che conoscessi, ma anche la più maschiaccio.
E questa era sempre stata la cosa che di lei mi piaceva di più.
<< Non è che ti sei fatto scappare qualcosa riguardo me ed Emma, vero? >> domandai allarmato.
Scosse la testa.
<< No, ma ti pare? >>
Espirai profondamente, rilassandomi.
<< Anche se non mi piace questa situazione >> aggiunse poi << Insomma, tu sei il mio migliore amico, ma Kev... >>
<< Kev cosa? >>
Fosse stato lui qualcun altro e non fossi stato io concentrato sulle manovre da compiere, avrei giurato che ci fosse qualcosa di strano nel suo viso.
Un'accenno soltanto vago di un'espressione che non aveva mai sfoggiato prima d'ora.
E probabilmente le sue parole avrebbero risolto ogni dubbio, se solo non avessi appena parcheggiato e la figura di mio fratello non si fosse subito stagliata al di fuori del finestrino.
Che cazzo di tempismo aveva Cole?
<< Ne parliamo dopo >> fui quindi costretto a dire a Steph, seppur incuriosito e quasi spaventato di ciò che era stato sul punto di dirmi.
Ma, se Kevin aveva anche solo intuito qualcosa di quella situazione, certamente non potevamo parlarne davanti a mio fratello.
<< Bro, e tu che ci fai qui? >> esclamò stupito, sorridendo sornione.
Sollevai le spalle, tentando di scacciar via dalla testa il pensiero della conversazione precedente.
<< Sorpresa! >>
Cole ridacchiò, mentre io mi rendevo conto solo in quel momento di quanto effettivamente lo avessi evitato in quei giorni.
Passavo quasi tutto il tempo in camera, a tavola parlavo per lo più con i miei e quando provava ad avvicinarsi a me lo respingevo con delle scuse sempre più banali.
Sapevo che non avrebbe potuto reggere per molto, che quella situazione era troppo precaria eppure, per quanto avessi ormai imparato a seppellire il mio senso di colpa sotto chili e chili di bugie, trovarmelo di fronte mi faceva comunque sentire a disagio.
<< Entriamo? Gli altri già sono dentro >>
Io e Steph annuimmo in contemporanea, avviandoci poi verso l'interno del locale.
Il Mc Larens era stato per anni il nostro ritrovo, veloci cene prima di andare in discoteca, pranzi nascosti dopo aver saltato la scuola e tanta, tanta, birra.
Nonostante ciò, mi sentii quasi in imbarazzo nell'entrare, come un imbucato ad una festa il cui festeggiato non conoscevo neppure.
Bastava così poco, un mese di lontananza, per sentirmi così estraneo alla mia vita?
Non ebbi il tempo di trovare una risposta però, il mio sguardo fu subito attirato da Kevin che, dall'altra parte della sala, si sbracciava per farsi vedere.
Mi avviai verso di lui seguito da Cole e Steph e ci vollero poco meno di dieci passi perché riuscissi finalmente a scorgere anche lei.
Non la vedevo da poco meno di due settimane, eppure mi sembrava una vita.
E lei era diversa, tremendamente diversa.
Aveva tagliato i capelli, ora le incorniciavano il viso e graffiavano il collo, ricadendo sulle spalle in ciuffi scalati.
Ma non era soltanto quello a renderla un'altra persona: era il suo sguardo.
Il modo in cui mi guardò, freddo e noncurante, fu la vera sorpresa.
Per qualche strana ragione mi ero convinto che sarei stato io ad ignorarla, che Cher avrebbe provato ancora a parlarmi e che avrebbe come suo solito insistito per farmi ragionare.
Ma non avevo fatto i conti con il nostro ultimo incontro, con il modo in cui l'avevo ignorata la sera di capodanno, troppo preso a pensare ad Emma e a quanto dovessi disperatamente allontanarla.
Preso dagli ultimi avvenimenti, me n'ero quasi dimenticato.
Ma Cheryl no, non a giudicare dal suo sguardo almeno.
<< Mike fratello, che piacere vederti! >> esclamò Kevin, allungandosi per stringermi la mano, così come fece poi con i due ragazzi dietro di me.
Cheryl invece si alzò, schioccando due baci sulle guance sia a Stephen che a Cole e riservando a me una mezza smorfia che non riusciva a nascondere il fastidio.
Ed io non dovevo avere un'espressione troppo diversa, perché mio fratello subito si lamentò: << Oh andiamo, ma voi due non avete ancora fatto pace? >>
Evitai di guardarla, così come evitai di rispondere, prendendo invece posto a tavola il più distante possibile da lei.
Ma neppure Cheryl disse nulla, lasciando invece che le parole si perdessero nella fredda aria di inizio Febbraio.
<< Perché non la piantate e fate pace? >> ribatté allora Steph, ignaro come tutti di quale fosse il vero motivo della nostra separazione.
Odiavo il fatto che mettessero bocca in quella situazione.
Odiavo tutto quando si trattava di Cheryl, tutto ciò che me la ricordava, tutti quelli che disperatamente tifavano per un noi che non ci sarebbe mai stato.
<< Perché non vi fate un po' di cazzi vostri? >> sbottai infatti, senza alcuna cortesia.
Steph e Cole, abituati a quei miei continui scazzi, alzarono gli occhi al cielo.
Kevin, invece, rincarò la dose.
<< Perché tu non ci sei mai e, per una volta che ci sei, sei incazzato >>
Non aveva tutti i torti, ma non l'avrei mai ammesso ad alta voce.
<< Se fossimo usciti soltanto noi ragazzi, il problema non si sarebbe posto >>
<< Ah, adesso sarei io il problema? >>
Risentire la sua voce fu strano, fastidiosa come lo stridio del gesso su una vecchia lavagna.
Avevo dato quella risposta solo per provocarla, per spingerla ad uscire da quell'irritante silenzio e rivolgermi la parola, anche se con quel tono irritato.
E c'ero riuscito.
Del resto, la conoscevo meglio di chiunque altro.
Ma prima che potessi nuovamente risponderle, Cole sbuffò annoiato.
<< No Cher, non sei tu >> mormorò e poi, con mia (e non solo) grandissima sorpresa, annunciò << Mio fratello non sta più uscendo con noi per un altro motivo, solo che non l'ha ancora detto a nessuno, neppure a me >>
Per un attimo smisi di respirare.
Aveva capito?
Sapeva di me ed Emma?
Spostai lo sguardo su Steph e Kev, il primo quasi più in tensione di me.
S'erano detti qualcosa?
Il mio migliore amico aveva tradito la mia fiducia?
<< E cioè? >> schioccò Cher annoiata.
<< Si è fidanzato >> sorrise Cole, convinto di aver smorzato la tensione << Sta con una certa Lizzie >>
Il cuore riprese a battere, il respiro tornò regolare.
Non lo sapeva, Steph non aveva detto nulla.
Ma allora cos'era stata quell'espressione che avevo colto sul suo viso, quella mascherata tensione?
Avrei voluto rifletterci su, parlargliene, ma proprio in quel momento udii lo stridio di una sedia sul pavimento, la voce di Cole stranita e vagamente preoccupata.
<< Cher, dove vai? >>
Se n'era andata.
Era uscita fuori e non era una coincidenza che l'avesse fatto subito dopo quelle parole.
Cole poteva pure bersi la storia di Lizzie, ma lei no.
Lei sapeva benissimo con chi avevo deciso di stare.
<< Vai >> mi intimò Steph, lo sguardo più serio che gli avessi mai visto sul volto.
Ed io, sebbene avessi pianificato fin dall'inizio di non parlarle, non potei evitare di ubbidire.
Perché era scattata come una molla?
D'accordo, detestava Emma, ma fino al punto di scappare via così?
<< Cheryl >>
Pronunciare il suo nome fu una liberazione e al contempo una fatica immane.
Era appoggiata di spalle al muro, una sigaretta ancora spenta tra le dita.
Non aveva neppure indossato il cappotto e, stretta soltanto in un maglioncino a collo alto, doveva stare morendo di freddo.
In un primo momento non mi disse nulla, si limitò a lasciarmi avvicinare, a lasciarsi guardare.
E poi, dopo aver constatato che non aveva alcun accendino con sé e aver nervosamente gettato via la sigaretta, mi aveva finalmente sputato addosso la sua rabbia.
<< Ti sei messo con lei? >>
Annuii e lei rise.
Ma non una risata come quelle di Emma, quella leggera e contagiosa allegria a cui mi stavo pian piano abituando.
Fu una risata cattiva, delusa...quasi un singhiozzo.
<< E la tua coerenza dove l'hai buttata, nel cesso? >>
Anche quel modo di parlare era tutto al contrario rispetto a quello della mia ragazza.
Emma era attenta, educata, fine perfino negli insulti.
Cher, invece, sapeva essere volgare, non esitava ad accumulare parolacce e cattiverie.
<< Non capisco cosa c'entri la coerenza >>
Per poco il suo sguardo non mi incenerì.
<< Tu non mi parli da un mese per aver baciato tuo fratello >> spiegò, ma senza riuscire a trattenere le urla << E poi che fai? Ti fidanzi, fidanzi! >>
Scuoteva la testa mentre parlava, un misto di incredulità e stizza.
<< E con chi? Con la ragazza che se l'è scopato per mesi, con quella che ha sempre preferito lui a te! >>
Il suo discorso non faceva una piega.
Ma non era tutto così semplice.
<< Emma ha scelto me >>
Mi rise in faccia, ancora.
<< Ma tu cosa c'hai al posto del cervello? La segatura? >>
Alzai gli occhi al cielo: non avevo voglia di stare lì a farmi insultare, non da lei e non adesso.
Avevo stabilito il mio equilibrio, non mi serviva null'altro.
Non mi serviva la sua rabbia, il nostro litigio.
Non mi serviva neppure il nostro vecchio rapporto.
Volevo solo andarmene da lì, tornare da Emma, rientrare nella nostra bolla.
<< Spiegami, se adesso stai con quella, che senso ha portare avanti questa scenata di gelosia? >>
Un paio di passanti si voltarono a guardarci, ma a Cheryl sembrava non importare per niente.
Era troppo presa ad urlarmi contro, non vedeva nulla se non le mie pupille e chissà cosa al loro interno.
<< Non è una scenata di gelosia >>
<< E allora che cazzo è?! >>
Era esasperata e aveva ragione.
Non glielo avrei mai detto, ma l'aveva.
Quella era a tutti gli effetti una scenata di gelosia, l'unico motivo per cui ero arrabbiato con lei era quel dannato bacio, la possibilità ormai sfumata di poter costruire qualcosa di diverso insieme.
Cosa sarebbe successo se avessi fatto a lei la dichiarazione che invece avevo fatto ad Emma, se le avessi detto quelle parole in piena notte, di fronte quella casa in cui troppe volte avevamo dormito insieme?
Probabilmente mi avrebbe riso in faccia, cattiva come in quel momento.
Oppure mi avrebbe urlato contro che ero un coglione, che avevo rovinato tutto, che ormai la nostra amicizia non avrebbe più potuto essere la stessa.
Non avrebbe mai ricambiato.
L'avevo sempre saputo, ma la sua rabbia di quel momento fu solo un ulteriore conferma.
Non capiva davvero il perché quel bacio mi avesse fatto tanto male e tutto ciò che le interessava era tornare come prima, dimenticare quei giorni di lontananza.
Ma se puoi dimenticare, allora vuol dire che non hai provato nulla. Non davvero.
<< D'accordo, non me lo dire >> abbassò leggermente la voce, ma questo non significava certo che sì fosse calmata.
<< Rispondimi almeno a questo però: se io non avessi baciato Cole quella sera, tu ti saresti comunque messo con lei? >>
Non pronunciava mai il nome di Emma, quasi la infastidisse il solo pensiero che quella lei potesse avere dei contorni, una forma.
E la verità era che non avevo una risposta alla sua domanda.
Se non avesse baciato mio fratello, molto probabilmente quella sera avrebbe baciato me.
Ci saremmo appartati da qualche parte, avremmo passato la notte insieme.
Non avrei portato Emma al negozio di tatuaggi, quello no di certo, ma forse avrei portato lei, forse l'avrei baciata nel parcheggio e lì avrei comunque pronunciato quella fatidica frase.
Non si torna più indietro.
E forse lei l'avrebbe invece fatto un passo indietro, forse avrebbe soltanto confermato le mie insicurezze nei suoi confronti.
Ma non era successo.
Non era successo niente di tutto ciò.
Il suo bacio con Cole c'era stato, così come il mio con Emma.
E quella frase era l'unica cosa stabile, l'unica davvero adatta a descrivere entrambi quegli scenari.
Non si torna indietro, Cher.
<< Si, mi sarei comunque messo con lei >>
Mi guardò e, per la prima volta, non mi sentii in grado di sostenere il suo sguardo.
Era troppo forte, troppo arrabbiata, troppo simile a me perfino in quel suo modo di guardare le cose.
Non sembrava delusa, però.
E fu solo quando parlò che ne compresi il motivo.
<< Non ti credo neanche un po' >> mormorò infatti, avvicinandosi pericolosamente.
Avvicinandosi fino a quando mi sbatté con forza contro il muro e poi, con la normalità che il nostro rapporto aveva ormai perso, si avventò sulle mie labbra.
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Emma
ChickLit'I wanna hold you when I'm not supposed to, when I'm lying close to someone else.' E allora non lo sapevo né potevo saperlo, ma io da quella ragazza non ne sarei più uscito. O meglio, sarebbe stata lei ad incastrarsi tra le mie costole, a togliermi...