Il Marito

369 26 75
                                    

Ehi amici, ho notato che siete sempre di meno a commentare e votare i capitoli, dove siete finiti?

Questo che vi lascio oggi potete tranquillamente considerarlo la quiete prima della tempesta (per quanto di quiete non ci sia proprio nulla! ahahahah)
Fatemi sapere cosa ne pensate ⭐️⭐️⭐️

La prima cosa che si risvegliò in me fu l'istinto.
E l'istinto, mio malgrado, non riusciva a portarmi neppure di un passo lontano da lei.
Mi lasciò invece lì, con le sue labbra contro le mie, con la sua lingua che iniziava a ricercarmi in maniera esigente.
E le mie mani sui suoi fianchi, e le sue tra i miei capelli.
Non riuscivo più a ragionare, le sinapsi tra i miei neuroni sembravano in stand by.
Era l'istinto, era la voglia che avevo di lei dopo tutto quel tempo in cui neppure l'avevo guardata.
Era quel corpo che avevo avuto così tante volte e che eppure non mi bastava ancora, era la mancanza, era la rabbia, era la gelosia.
Era Cheryl che portava le dita alla zip della mia giacca, prendendo a sbottonarla così da avere libero accesso al collo, le sue labbra piene che lo baciavano, prima lentamente, poi con smania.
Fu solo in quel momento che la mia coscienza si svegliò.
Fu solo dopo aver ricambiato il bacio di Giuda che finalmente mi resi conto di ciò che stavo facendo, di tutto quello che stavo mandando a puttane.
Emma.
La sua immagine mi appannò gli occhi, costringendomi ad allontanarmi dalla rossa in maniera improvvisa.
<< Cher, che stiamo facendo? >>
Lei accennò un sorriso, leggermente ansimante.
<< Smettiamola con questa stronzata, Mike >>
Ascoltare di nuovo il mio nome pronunciato dalla sua voce fu strano, perfino eccitante in un certo senso.
Mi accarezzò il viso con una mano.
<< Mi manchi >>
C'era qualcosa di diverso in lei, ma non erano i capelli, nè la freddezza che avevo scorto quando ero entrato nella sala.  
Di diverso c'era la dolcezza nel suo tono, la leggerezza del suo tocco sulla mia pelle.
Era sempre stato tutto passionale tra noi, veloce, accennato: non c'era mai stato niente così, mai niente di lento e delicato.
<< Io sto con Emma >> pronunciai quelle parole quasi con il bisogno di difendermi, quasi come fossero uno scudo che non le avrebbe permesso di farmi del male.
Ma lo feci anche perché, per qualche strana ragione, sentivo la necessità di dirlo ad alta voce, di ricordarlo forse più a me stesso che a lei.
Cher però, come sempre, dei miei muri non se ne fregava nulla.
<< Non sto parlando di lei >> rispose infatti << sto parlando di noi >>
Ma io non sapevo cosa dirle.
Avevo il cervello in panne, gli ormoni in subbuglio.
Non sapevo neppure più cosa pensassi.
Non volevo perdere Emma, non potevo, non dopo tutto quello che avevo dovuto fare per averla, non dopo aver visto quanto bello fosse stare con lei.
Non potevo fare come mio solito, mandare tutto a puttane, per giunta in nome di qualcosa che neppure esisteva.
Ma non potevo neppure fingere di non aver ricambiato quel bacio, di non aver desiderato con tutto me stesso di andare oltre.
E, per quanto potessi evitare di ammetterlo, non era solo sesso quello a cui avevo pensato.
<< Nel nostro rapporto non era compreso che uno dei due si fidanzasse >> le dissi però, perché non avevo il coraggio di esprimere ad alta voce tutta quella confusione.
Che poi, cosa avrei mai potuto dirle?
Qual era la verità?
Ero stato indeciso, avevo creduto di provare qualcosa sia per Emma che per Cher.
Poi Cher aveva baciato Cole e aveva rovinato tutto tra noi.
Poi Cher aveva baciato Cole e aveva dato una spinta a me ed Emma.
Cosa sarebbe successo se quel bacio non ci fosse mai stato?
Quando me l'aveva chiesto lei mi ero rifiutato di pensarci, ma adesso quella domanda mi tormentava.
Lei sorrise amaramente.
<< Nel nostro rapporto non era compreso un cazzo >>
Sbuffai.
Stavo iniziando ad infastidirmi, e non poco.
Infastidirmi con lei che non mi dava una cazzo di spiegazione, con me che non riuscivo neppure a capire cosa avessi in testa.
E se quel bacio aveva, tra virgolette, risolto la discussione di poco prima, quella che si prospettava adesso aveva tutta l'aria di essere molto peggio.
<< Ma tu che cazzo vuoi da me? >>
Ero stato brusco, ma me ne rendo conto soltanto adesso.
Quando le dissi queste parole, tutto ciò che riuscivo a pensare era quanto la odiassi, quanto ogni suo gesto avesse il potere di rovinarmi la giornata.
Non avrebbe dovuto baciarmi, non in quel modo, non in quel momento.
Non avrebbe dovuto mettere a rischio la mia storia con Emma, non se tutto quello era soltanto un suo stupido capriccio.
<< Veramente non l'hai capito, Mike? >>
Mi guardò come aveva fatto poche volte in vita sua, con gli occhi grandi di una speranza che si fa fatica ad estirpare.
Mi guardò come se si aspettasse qualcosa da me.
Ma io e Cheryl non ci saremmo mai capiti.
Avremmo potuto passare la vita a correrci dietro senza mai riuscire ad incontrarci, a sbattere la testa contro i muri dietro cui entrambi ci nascondevamo.
<< Cosa avrei dovuto capire, Cher? >> sbottai quindi, desiderando soltanto di smetterla con quella dannata missione suicida.
<< Tu vuoi tornare a scopare come se niente fosse, ma adesso io non posso e non voglio più. >>
E, se prima ero stato brusco, questo fu uno schiaffo in pieno viso.
Le feci del male e lo feci di proposito, perché era quello l'unico modo che conoscessi per tenerla lontana da me.
E tenerla lontana era l'unico modo per poter andare avanti con la mia vita.
A quella frase, infatti, neppure mi rispose.
Mi diede le spalle e, mentre tornava all'interno del pub, capii che quello era molto peggio di qualsiasi vaffanculo avrebbe potuto dirmi.

EmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora