"Così come si provocano
o si esagerano i dolori
dando loro importanza,
nello stesso modo
questi scompaiono quando
se ne distoglie l'attenzione."Sigmund Freud
Due giorni dopo la terribile rivelazione, Emma Saint Claire arrivò tardi a lezione, probabilmente per la prima volta della sua vita.
Trafelata come una che ha appena corso una maratona, le guance arrossate e le labbra screpolate dal primo freddo dell'anno.
Una treccia scomposta di capelli biondi che le cadeva sulla spalla, lo sguardo che - forse l'avevo solo immaginato - mi cercò.
Dall'inizio delle lezioni eravamo sempre stati compagni di banco, sempre per mia decisione ovviamente, ecco perche quella mattina fu strano non averla vicino, non poterle scrivere sul quaderno, disturbarla, percepire distrattamente il suo profumo.
Fanculo Mike, piantala con questi discorsi sdolcinati.
È la ragazza di Cole.
E come avrei potuto dimenticarlo: erano due giorni che quella frase continuava a rimbombarmi nella testa e ad ammazzare sul nascere qualsiasi mio pensiero sulla bionda.
Come se non bastasse poi, il ricordo della conversazione con mio fratello mi esplose dietro le palpebre proprio in quel momento, mentre la vedevo salire le scale con un jeans decisamente troppo aderente per potere tenere a bada i miei istinti.Il giorno prima
<< E allora, che ne pensi di Emma? >>
Cole, fratello che avevo accuratamente evitato per tutta la mattinata, entrò all'improvviso nella mia stanza.
Manco a dirlo, senza aver prima bussato.
<< Oh è...>>
Una figa allucinante?
Bona?
Sexy da morire?
Optai per un educato e non troppo convinto << Molto carina >>
Mio fratello non sembrò soddisfatto e ritenne pertanto opportuno lanciarsi sul mio letto.
<< Solo carina? >>
Sbuffai, restando però seduto alla scrivania e fintamente concentrato sulle pagine che stavo sottolineando.
<< Brò ma che devo dirti >> tentai di sembrare naturale << Devi scopartela tu, mica io! >>
Anche se l'avrei voluto.
Eccome se l'avrei voluto...
Cole scoppiò a ridere.
<< In realtà non l'abbiamo ancora fatto >> raccontò poi.
Ed io, come un coglione, mi sentii quasi sollevato.
<< Ah si? Come mai? >> domandai quindi, continuando ad ostentare una nonchalance che chiaramente non aveva niente di reale.
In realtà infatti, stavo stringendo quell'evidenziatore come fosse stata la lingua di mio fratello, desideroso semplicemente che se ne andasse e smettesse di tormentarmi.
<< Non lo so >>
Si fosse trattato di una qualsiasi altra ragazza, l'avrei preso in giro fino alla fine dei nostri giorni.
Tre mesi e neppure una scopata?
Tu sei gay, brò.
Gli avrei detto quello e poi, ridendo, lui mi avrebbe mandato a quel paese.
Per mantenere un minimo di credibilità, sparai quindi la prima cosa che mi venne in mente.
<< Magari è vergine >>
<< Oh no! >> si affrettò a rispondere lui, ridacchiando con aria vagamente maliziosa << Ti assicuro di no >>
Le nocche mi divennero bianche da quanto stavo stringendo forte.
Non capivo perché avessi quella reazione così spropositata.
Forse, semplicemente, odiavo il fatto che mio fratello potesse toccare ciò che io non ero riuscito ad avere.
<< Solo che voglio fare le cose per bene stavolta, lei mi piace sul serio >>
Simulai una risatina di scherno, così che mio fratello pensasse che lo stesso prendendo in giro e non invidiando.
<< Per questo ci tengo che lei ti piaccia >>
Oh fidati.
Mi piace moltissimo.
<< Si certo >> mormorai, riprendendo a sottolineare così che capisse di dover andare via << Sembra un bel tipo >>
Ma quante cazzate sei capace di sparare in un solo discorso, Mike?
La mia tattica del finto studio sembrò però funzionare.
Cole, infatti, si alzò dal letto con tranquillità, avvicinandosi a me per scompigliarmi i capelli.
<< Che poi frequentate anche gli stessi corsi >> commentò, mentre allontanavo la sua mano con uno schiaffo scherzoso << Strano che non vi siate mai visti >>
Mi morsi il labbro, pronto all'ennesima bugia.
<< Guarda che io all'università vado a studiare! >> ridacchiai, abbastanza soddisfatto della mia interpretazione.
Cole scoppiò infatti a ridere, sereno come era giusto che fosse nel chiacchierare con suo fratello circa la sua nuova fidanzata.
Il problema ero infatti, indubbiamente, io.
<< Comunque credo che andreste d'accordo >> aggiunse poi, ormai sull'uscio << Insomma, avete molte cose in comune >>
Già.
Te, ad esempio.
O il fatto che entrambi ti stiamo mentendo.*
La lezione terminò molto prima del previsto.
O forse mi sembrò così perché avevo passato buona parte dell'ora a pensare ai cazzi miei.
Fatto stava che, dopo appena quaranta minuti dal suo ingresso in aula, mi ritrovai faccia a faccia con Emma.
Aveva ripreso il suo pallido colorito naturale, così come aveva sistemato i capelli in una coda alta, sulla punta del naso i soliti occhiali rotondi che portava durante le lezioni.
Aveva anche perso l'aria trafelata di poco tempo prima, ma negli occhi continuava a sfoggiare un'emozione che mai le avevo visto prima.
Il senso di colpa, forse.
Oppure la paura di ciò che sarebbe potuto succedere da quel momento in poi.
<< Mike >>
La sua voce era poco più di un sussurro.
<< Emma >>
Ma l'esitazione del suo tono non fu l'unica cosa che notai.
C'era altro, un dettaglio molto più importante.
Non mi guardava negli occhi, fuggiva al mio sguardo.
<< Dobbiamo parlare >>
Ed allora, i miei pensieri si aggregarono nuovamente a formare un altro ricordo.Il giorno prima
<< Verrà sicuramente a parlarti >>
Cheryl sistemò meglio il cuscino contro la spalliera, poggiando la testa sulla spalla di Steph, entrambi distesi sul mio letto.
Io, dal mio canto, continuavo invece ad andare avanti e indietro come un coglione, ancora troppo sconvolto dalla notizia della sera precedente e dalla conversazione con mio fratello di quella mattina.
<< Per dirmi cosa? >>
Cher sbuffò, tossicchiando poi fintamente, come per darsi un tono.
<< Oh Mike, mi dispiace tanto di averti fatto credere che volessi farmi sbattere da te >> simulò una vocina stridula << In realtà preferisco tuo fratello, hihi! >>
Stephen scoppiò a ridere subito ed io, mio malgrado, non riuscii a non sorridere.
<< Ancora una volta, la rossa ha ragione >> esclamò Steph tra risate, passandole un braccio attorno alle spalle.
Continuai a misurare la stanza con i miei passi, tentando di metabolizzare.
Perché ero andato in fissa per l'unica ragazza che non avrei mai potuto avere?
E, soprattutto, avrei dovuto dire a Cole che lei mi era sembrata sempre più sul punto di cedere?
<< Mikey, smettila >> mi ammonì Cheryl, usando quell'odioso nomignolo che concedevo soltanto a mia madre << Mi fai venire il mal di testa! >>
Sbuffai, avvicinandomi poi a loro due e sedendomi anch'io sul letto, le gambe della ragazza poggiate sulle mie per farmi spazio.
<< Non so cosa fare >>
Lei mi posò una mano sulla coscia, accarezzandomi con la punta delle unghie.
<< Tu credi che Cole le piaccia davvero? >>
Cher fece per rispondermi, ma Steph la precedette subito.
<< Si >> ammise << Mi sembra veramente sotto un treno per lui >>
Incassai il colpo.
<< Insomma, l'hai vista come lo guardava? >> continuò << Gli prendeva la mano, lo baciava...>>
La rossa scoppiò a ridere.
<< Oh, certo che voi ragazzi non capite proprio un cazzo! >>
Stephen la guardò stranito e, devo ammetterlo, lo stesso feci anch'io.
Perché, per quanto mi rifiutassi di ammetterlo, quel feeling lo avevo notato almeno quanto lui.
<< Lo ha fatto di proposito >> ci spiegò allora lei, nostra maestra della logica femminile << Emma ti ha quasi baciato, ha quasi ceduto, quindi ieri stava cercando di dimostrare che di te non gliene frega niente perché è felice con tuo fratello >>
Mi morsi il labbro, pensieroso.
Forse aveva ragione.
<< Quindi adesso falle vedere che non importa neanche a te >> mi istruì ancora.
E poi, con un sorriso vagamente malefico, concluse.
<< La farai impazzire >>*
<< Non abbiamo nulla di cui parlare, Emma >>
Mi guardò spaesata, i suoi occhi azzurri che finalmente tornavano nei miei.
Falle vedere che non t'importa.
Che poi, a dirla tutta, perché avrebbe dovuto importarmi?
Potevo avere chiunque.
Lei non aveva niente di speciale.
Era solo l'ennesima ragazze fidanzata che avevo tentato di portarmi a letto.
E, mio malgrado, la prima che non avrei potuto portare al cedimento.
<< Insomma noi... >>
<< Non c'è mai stato nessun noi >> ammisi con ostentata nonchalance.
Si morse il labbro ed io mi imposi di restare impassibile, nonostante quel gesto mi mandasse ogni volta fuori di testa.
<< Sei la ragazza di mio fratello, non c'è altro da aggiungere >>
Sollevai lo zaino dal pavimento, posandomelo sulle spalle.
E poi, prima di lasciarla interdetta, confusa e da sola nell'aula, le dissi ciò che ero certo fosse l'unica cosa che le interessasse.
<< E no, non dirò niente a Cole >>
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Emma
ChickLit'I wanna hold you when I'm not supposed to, when I'm lying close to someone else.' E allora non lo sapevo né potevo saperlo, ma io da quella ragazza non ne sarei più uscito. O meglio, sarebbe stata lei ad incastrarsi tra le mie costole, a togliermi...