La sfortuna si adatta
incommensurabilmente bene
al genere umano:
meglio del successo.Albert Einstein
La nuova canzone di Maluma rimbombava nella sala, una melodia abbastanza inutile se non per il fatto che mi permetteva di osservare numerose tipe sculettare come non mai.
Cheryl, la migliore tra tutte, stava flirtando con un biondino dall'aria intellettuale mentre io, Steph, Kevin e Cole sembrava avessimo intenzione di scolarci l'intero locale.
Quest'ultimo, in particolare, trasudava nervosismo da tutti i pori.
Ero certo di non averlo mai visto così in difficoltà, ansioso che la sua ragazza - già in ritardo di circa mezz'ora - facesse la sua prima apparizione davanti ai suoi amici e a suo fratello.
Mi chiedevo se avessi fatto la cosa giusta a decidere di incontrarla, se non fossero state semplicemente le tette di Cheryl a convincermi ad acconsentire.
Magari stavolta è diverso, aveva detto mio fratello ma io, che ero da sempre la sua spalla tanto quando lui era la mia, non sapevo se sperare o meno che ciò fosse vero.
Se da una parte non avevo infatti voglia di ritrovarmi la sua ennesima ex alle calcagna, dall'altra l'idea di perdere il mio braccio destro mi rattristava un po'.
Molto più di quanto sarei mai riuscito ad ammettere.
<< Allora, tra quanto arriva? >> domandò Kev, riprendendo l'argomento dopo soli cinque secondi di interruzione.
Cole lanciò uno sguardo all'orologio sul suo polso, palesemente ansioso.
<< Dovrebbe essere qui a momenti >>
Vederlo così mi fece quasi scoppiare a ridere.
<< Oh andiamo Bro, stai davvero così per una ragazza? >>
<< Così come? >>
Steph e Kevin gli risero in faccia all'unisono, accompagnati ovviamente dal sottoscritto.
Cole, in tutta risposta, perse la propria signorilità.
<< Ma andatevene tutti a fanculo! >> sbottò << Ve l'ho detto trenta volte che stavolta è diverso, siete voi i coglioni che non ci vogliono credere >>
E poi, dopo averci guardato infastidito, si voltò verso di me.
<< Soprattutto tu! >>
Alzai le mani in alto come ad indicare la mia innocenza, ma senza riuscire comunque a smettere di ridere.
Era una situazione assurda, ma mi stavo comunque divertendo molto più di quanto mi sarei immaginato.
<< Ehi Mike, andiamo a fumarci una sigaretta mentre attendiamo Kate Middleton? >> mi propose Steph d'un tratto, meritandosi l'ennesimo sguardo assassino da parte di mio fratello.
Io, dal mio canto, annuii semplicemente, accompagnandolo poi verso l'esterno del Monster.
Da buon migliore amico, gli scroccai una sigaretta, tirando poi fuori l'accendino da una delle tasche del mio Levi's.
<< Allora, come va con la bionda? >> mi domandò lui, appoggiandosi con la schiena al muro del locale.
Le sue parole, in un attimo, mi riportarono al giorno precedente, quando ero finalmente stato ad un passo dal suo meraviglioso corpo.
<< Ieri l'ho quasi baciata >> dovetti però ammettere il fallimento, più a me stesso che al riccio di fronte a me.
Per l'ennesima volta ero riuscito a ritagliarci un momento nel caos delle nostre giornate, per l'ennesima volta l'avevo vista perdersi in qualcosa che sembrava vedere in me, sciogliersi davanti alla mia insistenza e alla voglia che avevo di lei.
E poi, per l'ennesima volta, avevo ricevuto un due di picche.
<< Quasi? >>
Sbuffai.
<< Quello stronzo del professore è rientrato in aula proprio nel momento sbagliato >> ricordai ad alta voce, maledicendolo ancora una volta << Così lei è scappata via, proprio come sempre >>
Come al nostro primo incontro.
Come quel giorno in classe.
Come alla festa in spiaggia.
<< Che sfiga >> mormorò lui, puntando poi lo sguardo di fronte a sè, come se avesse appena avuto un'illuminazione.
Strizzò leggermente gli occhi, un miope che non aveva per niente intenzione di iniziare ad utilizzare gli occhiali.
Eppure, non credevo avrebbero poi fatto poi tanta differenza: Steph era un figo, uno di quelli ai cui piedi le ragazze cadevano volentieri.
I capelli ricci gli donavano quell'aria un po' sexy, accompagnati da due profondi occhi neri e da un fisico asciutto e leggermente muscoloso.
Se fossi nato femmina, sicuramente me lo sarei scopata anch'io.
<< Ehi, ma non è quella lì? >> mi disse d' un tratto, riprendendomi da quei pensieri davvero poco etero.
Mi voltai allora verso dove terminava il suo sguardo, ritrovandoci ancora una volta l'oggetto di ogni mio desiderio.
Se ci avessi pensato a fondo fin dall'inizio, allora avrei capito che davvero un'assurda coincidenza il fatto che Emma fosse sempre, esattamente, dove ero anch'io.
Ma in quel momento, come in ogni momento passato con lei, non era il mio cervello al comando.
Ed allora, con così tanti ormoni in circolo, ogni pensiero risultava estremamente complesso.
<< Si, è lei >> risposi, felice che quella serata cominciasse finalmente ad avere un senso.
Non diedi al mio amico altre spiegazioni e del resto non ce n'era bisogno.
Mi limitai infatti a dirigermi verso di lei, la quale si accorse di me solo quando le fui abbastanza vicino da sorriderle.
<< Credo proprio che tu sia la mia stalker >>
Emma ridacchiò, scuotendo appena la testa.
Quella sera aveva arricciato i capelli, così che le solite ciocche bionde le scendevano adesso ondulate lungo le spalle, fino a posarsi sulle braccia scoperte.
Indossava un abito molto semplice, nero ed aderente, perfetto per mettere in vista tutto ciò che di perfetto avesse da mostrare.
Era bella, ma questo lo davo ormai per scontato, già abituato a vederla praticamente ogni giorno in classe.
<< Io invece credo che tu debba sparire stasera >> rispose a tono, come sempre, aggiungendo poi << Sono qui con il mio ragazzo >>
E allora fui certo che non avesse ancora capito nulla di me.
Non me ne fregava niente se fosse fidanzata o meno: lei doveva essere mia.
E lo sarebbe stata. Prima o poi.
<< Eccomi >> le dissi quindi, indicando me stesso.
Lei rise ancora, ma quella sera sembrava diversa.
Meno spontanea.
Mi chiesi se fosse per il bacio mancato o se ci fosse qualcos'altro che la disturbasse.
Perché quella sera mi apparivano tutti così nervosi?
<< Senti Mike, per quanto riguarda ieri... >>
Bingo.
Avevo indovinato, ancora una volta.
Ma non seppi mai cosa avrebbe voluto dirmi.
O almeno, non lo seppi mai in tempo per l'evento che mosse definitivamente tutte le carte in tavola.
Mentre pronunciava quell'ultima frase infatti, il mio sguardo era infatti stato attirato da Stephen che, agitando le braccia verso l'alto, tentava disperatamente di farmi capire qualcosa.
Qualcosa che naturalmente io non capii, neppure quando vidi mio fratello camminare nella nostra direzione.
Pensai che la sua ragazza fosse arrivata e che lui fosse venuto ad avvisarmi, soprattutto considerando il sorriso che sfoggiava sul volto.
Ma poi Emma si accorse del mio sguardo puntato altrove e allora si voltò anche lei.
Si voltò e si lanciò tra le braccia di Cole come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Lui l'afferrò subito, affondando le mani in quella massa di meravigliosi ricci biondi.
Ed io rimasi lí come un coglione mentre guardavo mio fratello limonarsi la tipa che sognavo di farmi.
E mi chiesi come avessi fatto ad essere così stupido da non chiedergli neppure come si chiamasse la sua fidanzata, che aspetto avesse, che facoltà frequentasse.
<< Vedo che vi conoscete già >> esclamò lui terminata la scenetta, ovvero quando finalmente ebbe smesso di risucchiare le labbra.
Guardai Emma, alla disperata ricerca di un appiglio e lei mi restituí uno sguardo colpevole e confuso.
Non poteva essere vero.
<< Mike, lei è Emma >> Cole le prese la mano, quasi imbarazzato << La mia ragazza >>
Boom.
Ero certo che qualcosa in me fosse scoppiato, probabilmente tutto il testosterone accumulato, ma nulla sarebbe stato paragonabile alla luce che attraversò i suoi occhi azzurri al sentire pronunciare la frase seguente.
<< Emma, lui è Mike. Il mio gemello . >>
STAI LEGGENDO
Emma
ChickLit'I wanna hold you when I'm not supposed to, when I'm lying close to someone else.' E allora non lo sapevo né potevo saperlo, ma io da quella ragazza non ne sarei più uscito. O meglio, sarebbe stata lei ad incastrarsi tra le mie costole, a togliermi...