Mistletoe

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Hola!
Eccoci con il famoso vischio...devo dire che qualcuno ha perfino indovinato chi si bacerà!
Godetevelo, vi aspetto nei commenti ⭐️

Il 20 di Dicembre una delle cheerleader ebbe la brillante idea di organizzare una festa a tema natalizio.
Il dress code era, ovviamente, il colore rosso, mentre l'intera casa era stata addobbata con piccoli abeti, festoni, palle di vetro e perfino una macchina per la neve.
C'erano praticamente tutti, dalle matricole ai laureandi e tutti, com'era giusto che fosse, stringevano già tra le mani un bicchiere di qualcosa di decisamente alcolico.
Cheryl, in mezzo alla pista con le sue compagne di corso, stava già ballando, avvolta in un abito scarlatto troppo stretto e troppo corto, i capelli che sembravano esser fatti apposta per abbinarsi alla tematica di quella serata.
Poco distante da lei c'era anche Emma, un leggins di pelle bordeaux e un top scollato dello stesso colore, ondeggiando sulla pista come se nessuno la guardasse, quando in realtà aveva fin troppi occhi puntati su di lei.
E Cole, dall'altra parte della stanza a parlare con Kevin, sembrava non accorgersi di nulla.
Forse ero solo io il pervertito, l'unico a trovare così sensuale anche solo un semplice ballo.
Ma vederla muoversi in quel modo risvegliava in me i ricordi di quella notte in cui, un mese prima, c'eravamo baciati.
E quei ricordi risvegliavano qualcos'altro, un po' più giù.
Se poi a quello si aggiungeva il corpo di Cheryl che ondeggiava a ritmo di musica, l'effetto diventava davvero inebriante.
Erano così diverse, eppure io non avrei saputo dire da chi fossi più attratto.
Tutto ciò che sapevo era che, mentre vedere Emma ballare in quel modo mi eccitava, guardare Cheryl mi faceva soltanto incazzare.
Non mi piaceva che si muovesse così in pubblico, che attirasse gli sguardi di quei dementi attorno a sé.
Non mi piaceva che quel ragazzo continuasse a fissarle il culo e che lei non facesse nulla per allontanarlo.
E mi sentivo un coglione, perché non avrei mai potuto dirglielo.
Così feci quello che sapevo fare meglio: lo stronzo.
Adocchiai una tipa abbastanza figa che si strusciava sulla sua amica non troppo lontana da me, e le presi per mano entrambe, improvvisando così una danza a tre che era tutto tranne che casta.
Tentai di svuotare la mente.
Era vero, da qualche settimana avevo smesso di andare a letto con chiunque mi capitasse a tiro, ma quella sera c'era qualcosa dentro di me che premeva per uscire ed io dovevo reprimerlo, a qualsiasi costo.
C'era qualcosa nell'aria quella sera, il presagio di un brutto finale.
Ma quella non era una fine: era un inizio.
Solo che io ancora non lo sapevo.
Non lo sapevo che quella notte sarebbe stata l'inizio di qualcosa.

L'inizio della fine.

*

Sudato e già stanco di quella serata, dopo poco più di mezz'ora decisi di uscire a fumare una sigaretta.
O, se ci fosse stata la gente giusta, magari qualcosa di un po' più stimolante.
Avevo perso di vista Cheryl già da un po': probabilmente era da qualche parte a farsi qualcuno, magari il coglione con cui aveva ballato per dieci minuti buoni.
E a te che cazzo te ne frega, Mike?
Nulla.
Non me ne fregava nulla.
Oh andiamo, ma chi credi di prendere in giro?
Era la sua voce che immaginavo, il suono di quella coscienza che non avevo mai avuto.
E la verità era che, si, m'importava.
Non sapevo perché, non sapevo da quando, ma avevo smesso di pensare al nostro rapporto come qualcosa di così aperto.
Adesso, il pensiero che qualcuno che non fossi io potesse toccarla mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
<< Mi fai accendere? >>
La voce di Emma interruppe i miei pensieri, per fortuna.
Mi voltai verso di lei stupito.
<< E da quando fumi? >>
Sollevò le spalle con nonchalance, l'espressione strafottente.
<< Da quando mi hanno detto che non devo farlo >>
Sorrisi involontariamente.
<< Ma che ribelle! >> commentai poi, mentre lei prendeva posto accanto a me sul dondolo in legno.
La cosa che più mi straniva di Emma era che, quando ero con lei, qualsiasi altro pensiero passava in secondo piano, lasciando dentro di me solo un'incontrollabile attrazione.
Quando lei era nei paraggi, perfino Cheryl sembrava venir fuori dalla mia testa.
Ma, allo stesso tempo, era raro che la pensassi quando non c'era: in quei momenti era la rossa a martellarmi i neuroni.
E io mi chiedevo come fosse possibile avere un tale casino nella mente, troppo grande perfino per uno come me.
<< Allora, cosa fai per le vacanze? >> mi domandò Emma, aspirando in manierea non troppo convincente.
Ed io avrei potuto essere più delicato, ma invece scoppiai a riderle in faccia.
<< Non sai fumare >>
Arrossì, come una bambina imbarazzata, come non faceva da tempo e come, non sapevo perché, riusciva a farmi impazzire.
L'innocenza era la prima cosa che avevo visto in lei - dopo il culo, ovviamente - ed era ciò che più di tutto mi aveva attratto.
Ecco perché fu una sorpresa ritrovarla.
Così sorprendente che, senza neppure accorgermi, le accarezzai il viso con le dita.
<< Te la tengo io, tu aspira >> le dissi, avvicinando la sigaretta alle sue labbra e sfiorandole appena.
Il tiro non andò granché, ma era tutto meno che importante.
L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era come avessi fatto a resistere per tutto quel tempo.
Forse, mi dissi, le parole che mi aveva vomitato addosso quel giorno a telefono, quando mi aveva detto di non essere abbastanza per tradire Cole, m'avevano ferito a tal punto da alzare un muro.
Ma adesso che rivedevo il suo imbarazzo, adesso che sussultava nuovamente quando la sfioravo...stavo ritrovando la vecchia Emma.
E stavo perdendo il nuovo Mike.
<< Allora >> tentò di smorzare la palese tensione che stava venendo a crearsi << cosa fai per Natale? >>
Deglutii, mettendo a tacere i miei pensieri.
<< Aiuto i miei con lo chalet, pranzi dai parenti... >> accesi un'altra sigaretta, il metodo migliore per distrarmi << Nulla di che. Tu invece? >>
Lei invece spense la sua, rinunciando ad imparare.
O forse lo fece solo per paura che potessi toccarla ancora.
<< Domani torno a San Francisco, riunione di famiglia >> sorrise, come faceva sempre quando nominava la sua città << Torno per Capodanno >>
<< Ti manca molto, eh? >>
Annuí.
<< Forse non mi manca tanto il posto, quanto piuttosto la persona che ero >> rifletté ad alta voce, puntando lo sguardo davanti a sé come chi vuole renderti partecipe dei suoi pensieri, ma solo fino ad un certo punto.
<< La vecchia Emma era una persona diversa >> mormorò << Ti sarebbe piaciuta >>
<< Chi ti dice che questa non mi piaccia? >>
L'avevo detto di getto, senza pensarci.
Non ero neppure certo di pensarlo, non sapevo se il mio interesse verso di lei potesse davvero andare oltre una componente esclusivamente fisica.
Eppure lo avevo detto.
E, da queste frasi, non si torna indietro.
Un po' come quando avevo detto a Cheryl che era bella.
<< La vecchia Emma era più spontanea, meno problemi, meno pensieri >>
Emma riprese a parlare come se niente fosse stato, ma io sentivo che qualcosa era cambiato.
Sentivo che, a furia di dire queste cose senza riflettere, mi sarei ritrovato presto in un gran casino.
<< Quando voleva qualcosa se lo andava a prendere, non aveva paura di perdere, di essere giudicata... >>
Qualcosa nel suo tono di voce mi faceva intendere che tutto quel discorso avesse un doppio senso, eppure non mi azzardai a dimostrare di averlo capito.
Qualsiasi gesto, con lei, poteva diventare pericoloso.
<< ...tutto l'opposto di ciò che sono io, insomma >>
Aveva abbassato lo sguardo ed io non riuscivo a capire il perché fosse così turbata.
Le cose tra lei e Cole andavano bene, io stavo riuscendo a farle credere che mi andasse bene essere soltanto amici.
Cosa c'era che non andasse?
<< Emma, qual è il problema? >> le chiesi quindi, perché a stare zitto di fronte a quel suo viso io non riuscivo proprio.
Non mi rispose, al che le presi il viso tra le mani, costringendola a guardarmi negli occhi.
Il perché non lo sapevo, ma vederla triste non mi piaceva.
Soprattutto se il motivo era quello che iniziavo ad immaginare.
Ma poi, prima che potesse parlare, un coro di voci interruppero quel momento.
<< Bacio! bacio! bacio! >>
Stranito come chi è appena uscito dalla propria bolla, non capii subito.
Anzi, addirittura credetti fosse riferito a noi due, alla vicinanza che si era venuta a creare.
Ma invece Emma, che era decisamente più reattiva di me, mi disse << Qualcuno sarà sotto il vischio >>
Giusto.
Il vischio.
La trovata geniale dell'organizzatrice della festa per aiutare i suoi invitati a limonare.
Chiunque io becchi sotto al vischio poi si bacia, aveva infatti detto ore prima.
Anche se siete due maschi/fratelli/gemelli non mi interessa, aveva poi aggiunto divertita, fissando lo sguardo su me e Cole.
<< Andiamo a vedere? >> domandai, perché ormai il nostro momento si era spezzato ed Emma sembrava più a disagio che mai.
La bionda infatti annuì, incamminandosi davanti a me con poca decisione.
Ed io trascorsi l'intero tragitto verso il salone con lo sguardo puntato sul suo lato b ma poi, quando finalmente arrivammo, lo sollevai per puntarlo al rametto di vischio.
Là sotto, come se fosse la cosa più normale del mondo, Cole stava baciando Cheryl.
La mia Cheryl.

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