La fidanzata di mio fratello

384 25 38
                                    

Hola!
Innanzitutto voglio ringraziarvi perché i commenti dello scorso capitolo mi hanno fatto morire dalle risate, ma mi hanno anche lusingata tantissimo.
Siete veramente fantastici, vi voglio bene!
Il capitolo di oggi è molto più tranquillo ma molto importante, a partire dal titolo e a finire con le ultime battute.
Vi aspetto in basso per dirvi qualche altra cosina ⭐️⭐️⭐️

PS: state vedendo il festival di Sanremo? Se si, chi vi piace? Parliamo un po' dai ahah
Alice_inWonderland96

Ogni parola ha conseguenze.
Ogni silenzio anche.

Jean Paul Sartre

Il viaggio di ritorno verso casa lo feci a testa bassa, auricolari nelle orecchie, aria sconfitta.
Non ero neppure certo di respirare ancora, tanta era ormai la noncuranza che prestavo a qualsiasi cosa non fossero i miei pensieri.
L'immagine di lei era ancora impressa nelle mie pupille: prima il suo corpo nudo sul mio, poi le sue gambe che sbucavano dalla vecchia felpa che le avevo regalato, i suoi capelli rossi sparsi sul cuscino, la sua aria delusa e le lacrime che non mi aveva dato la soddisfazione di vederle versare.
E poi le sue parole che si sovrapponevano a quelle scene, la sua esasperazione, la sua rabbia, la sua dolcezza e...il suo amore.
Il suono di quella parola era così assurdo che lo pronunciai ad alta voce, così, solo per sentirmelo scivolare sulla lingua.
<< Amore >> la voce impastata dalla novità.
<< Amore >> un po' più di sicurezza.
<< A... >>
La signora che mi passava accanto mi lanciò uno sguardo stranito, facendomi rinunciare a quello stupido esperimento.
Probabilmente non mi sarei mai abituato a quel suono e, per come stavano ormai le cose, non mi meritavo nulla di diverso.
Avevo abbandonato la stanza subito dopo averle detto che volevo stare con Emma, cosa che neppure sapevo se fosse vera o meno.
La bionda infatti non aveva ancora risposto al mio messaggio, fortunatamente, e non avevo avuto ancora modo di parlarle, di essere sincero con lei.
E, se c'era una cosa che avevo capito di me stesso, era che non avrei mai capito nulla senza prima doverci sbattere contro.
Così come non avevo fatto attenzione a non farmi scoprire da Cole prima che lui mi dicesse che l'aveva sempre sospettato, così come non avevo creduto ai sentimenti di Cheryl fino a quando non me li aveva gridati contro.
Allo stesso identico modo, non avrei saputo cosa dire ad Emma se non quando me la sarei finalmente ritrovata davanti.
Solo allora avrei saputo dare un nome alla confusione che avevo nella testa, solo in quel momento forse il pensiero di Cheryl mi avrebbe finalmente lasciato libero.
Nel mentre, continuavo a camminare verso casa mia, il cuore appesantito dai sentimenti che non ero riuscito ad esprimere.
Se la mia testa era un casino infatti, il mio cuore non era da meno.
Dire che non provavo nulla per Cheryl sarebbe stato ipocrita perfino per uno come me, abituato a nascondersi dietro le proprie bugie.
In quelle settimane, nonostante stessi con Emma, lei mi era mancata comunque.
L'avevo desiderata, molte più volte di quante avrei voluto ammetterne, e il solo pensiero che lei potesse stare con un altro mi aveva paralizzato.
Ma era anche vero che non avevo voluto ascoltare le sue scuse, che ero stato io stesso ad allontanarla.
Avevo iniziato una storia con un'altra, avevo provato qualcosa per Emma che era totalmente nuovo ed inaspettato.
Ed Emma non era stata solo un ripiego per la paura che Cheryl non mi volesse: Emma mi piaceva, mi piaceva davvero.
Eppure, non appena mi ero ritrovato da solo con Cher, io non avevo esitato a tradirla.
Eppure, nonostante fossi fidanzato per la prima volta in vita mia, il suo ti amo era stato la cosa più bella e più spaventosa che mi fosse mai successa.
Un casino.
Ciò che avevo in testa era un difficilissimo rompicapo che molto probabilmente non sarei mai stato capace di risolvere.
Avevo letto le pagine di molti filosofi, studiato interminabili saggi sull'amore, ma in nessuno di essi era contemplato alcun caso come il mio.
Nessuno di loro aveva previsto che sarei rimasto in bilico sui miei dubbi, incapace di lasciarmi travolgere nei sentimenti per l'una o per l'altra.
L'indecisione, loro, non l'avevano presa in considerazione.
E forse, mi ritrovai a pensare, era semplicemente perché non esisteva.
Un po' come nella maieutica socratica: la risposta c'era già, era dentro di me, tutto ciò che dovevo fare era tirarla fuori.
Annuii tra me e me a quel pensiero, infilando intanto le chiavi nella porta di casa.
Non era vuota come mi aspettavo, anzi.
La luce della cucina tradiva la presenza di mia madre ai fornelli mentre, dal piano di sopra, provenivano delle voci non molto chiare.
Pensai che probabilmente Cole e mio padre stessero ancora parlando di me, decidendo di dirigermi quindi direttamente in camera mia per evitarli.
Ma, proprio quando stavo per chiudermi anche quella porta alle spalle, ecco che la percepii chiaramente.
La voce di Emma.
<< No Cole, non è andata così >>
D'istinto afferrai il cellulare, convinto che fosse venuta a cercare me e, non trovandomi, si fosse fermata ad aspettare.
Ma il display era completamente vuoto, nessun messaggio o chiamata.
Ed allora capii che non era affatto venuta per me: era venuta per lui, per l'unico ragazzo che l'avesse mai davvero trattata come meritava, quello che fino al giorno prima ancora pendeva dalle sue labbra.
Non sapevo se fosse stata una sua decisione o se fosse invece stato Cole a chiamarla ma, a dirla tutta, non faceva poi così tanto differenza.
Aveva preferito parlare con lui piuttosto che con me e questo, nonostante mi infastidisse, era fin troppo in linea con la sua personalità sempre così votata alla correttezza e alla coerenza.
Ed io, che ero così diverso da lei sotto quel punto di vista e sotto molti altri, sapevo che avrei dovuto lasciargli la loro privacy, la possibilità di chiarirsi davvero ora che tutte le carte erano state scoperte.
Ma, allo stesso tempo, non potevo resistere alla curiosità di sapere cosa si sarebbero detti.
Ero impiccione forse, certamente invadente, ma in quel momento tutto ciò che volevo sapere era come Emma avrebbe giustificato la nostra storia a Cole.
Chissà, forse avrebbe perfino potuto trovare un modo per renderlo meno astioso nei miei confronti, considerato il forte ascendente che ancora doveva avere su di lui.
Mi nascosi quindi dietro la porta, leggermente aperta, facendo attenzione a non farmi sentire né vedere.
Quello che riuscivo a percepire dell'interno era ben poco, giusto la figura di Cole in piedi davanti a lei, probabilmente seduta sulla scrivania, il corpo tenuto in ombra da quello di lui.
Ma, più che osservare, l'importante in quel caso era ascoltare.
<< E allora com'è andata? Spiegamelo! >> sbottò lui << Spiegamelo tu, perché io proprio non riesco a capire >>
Lei, quasi che potesse percepire la mia presenza, rispose quasi sussurrando.
<< Non so che dirti Cole, sul serio >>
Lui si portò le mani alla testa, scompigliandosi i capelli per il nervosismo.
<< Che cos'ha Mike che io non ho? >>
Tutto in quella domanda mi colpì.
Il suo tono ferito, la sua insicurezza, tutte caratteristiche che erano sempre appartenute a me e mai a mio fratello.
Stava vivendo esattamente lo stesso complesso di inferiorità che io m'ero portato dietro per tutta la vita.
<< Nulla. Lui non ha nulla in più Cole, non è questo... >>
Le sue parole avrebbero dovuto ferirmi ma, in realtà, non fu così.
Era così, lo avevo sempre saputo.
Emma aveva trovato in Cole il ragazzo perfetto, quello che nessuno nè prima nè dopo di lui sarebbe stato.
Soltanto che, per qualche motivo masochista, aveva preferito un coglione come me.
<< E allora cos'è? >>
Non riuscivo a vedere l'espressione di nessuno dei due, eppure riuscivo ad immaginarle.
Cole la stava guardando con gli occhi imploranti e lei stava distogliendo lo sguardo, imbarazzata da qualcosa che non avrebbe mai saputo spiegare.
<< È che io mi sono innamorata di lui >>
Non so dire quale effetto mi provocarono quelle sue parole.
Certamente, e questo lo so, fu completamente diverso da ciò che avevo provato poco prima.
I sentimenti di Cheryl mi avevano spiazzato, spaventato, reso insicuro.
Quelli di Emma invece li avevo previsti ed erano arrivati così come me li aspettavo: sinceri, ponderati, coerenti.
L'amore di Emma era una carezza, quello di Cher un pugno nello stomaco.
L'uno mi faceva sentire al sicuro, l'altro mi terrorizzava.
<< Mi sono innamorata di Mike senza volerlo e non l'ho fatto perché fosse migliore di te, ma... >>
<< Lo sai, vero, che lui non ti amerà mai? >>>
Cole l'aveva interrotta di punto in bianco, il tono rassegnato ma anche un po' cattivo.
Non era abituato ad attaccare le persone che amava, eppure voleva farle male almeno un po', farle provare almeno un briciolo di ciò che in quel momento doveva provare lui.
<< Mike è innamorato di Cheryl, Emma, e lui è l'unico che ancora non se ne sia accorto >>
Fossi stato libero di muovermi e parlare, molto probabilmente avrei spaccato qualcosa.
Andava bene tutto, capivo che volesse ferirla, ma non doveva permettersi di dirle ciò che provavo io.
Odiavo quella presunzione altrui di sapere cosa avessi in testa quando, in realtà, neppure io lo sapevo.
Ed ero certo lo odiasse anche Emma, a giudicare dal silenzio che seguii quella frase.
Silenzio pregno di un'opportunità che, ovviamente, mio fratello non esitò a cogliere.
<< Emma, non è ancora detta l'ultima parola >> esordì.
<< Io ti amo ancora e sono disposto a perdonarti, potremmo ricominciare tutto d'accapo, imparare di nuovo a conoscerci >>
Le si avvicinava ad ogni frase, allungando le mani verso il suo viso per accarezzarlo.
E non riuscivo a vedere lei, ma ero certo che non stesse muovendo alcun passo per allontanarsi da lui, per respingere quelle promesse.
<< Lo so che non è ancora finita tra noi, te lo leggo negli occhi >>
Si avvicinò ancora un po' ed a quel punto persi le staffe.
Se la mia ragazza voleva baciare un altro, io certamente non sarei rimasto lí a guardare.
Se Cole era così certo dei miei sentimenti, se Emma voleva credergli, se ancora provava qualcosa per lui...io non potevo farci niente.
O forse non volevo, non avrei saputo dirlo.
Ero arrabbiato, di nuovo, con tutto e tutti, con qualsiasi elemento si stesse aggiungendo ad una situazione cheta già di per sé irrecuperabile.
Scesi quindi le scale di corsa e mi ritrovai in cucina, senza sapere neanche il perché.
O forse lo sapevo, ma non avevo il coraggio di ammetterlo.
Forse, in maniera istintiva e viscerale, sapevo di avere bisogno di un'unica persona, di un solo e imprescindibile punto di riferimento.
E lei era lì, c'era sempre, impegnata a sminuzzare le verdure con un coltello mentre canticchiava una melodia anni '80.
Era l'unica persona che mi conoscesse più di quanto mi conoscessi io stesso, l'unica con la quale mi concedessi di credere ad un amore che sarebbe durato per sempre.
<< Mamma >> mormorai, sentendomi come un bambino che sta andando a scusarsi per l'ennesima marachella.
Interruppe la sua canzone, ma non accennò a sollevare lo sguardo verso di me.
<< Mi dispiace >>
Scosse la testa.
<< Lo sai che Emma è di sopra con Cole? >>
<< Si, lo so >> mormorai << Lui le ha detto che la ama ancora >>
E l'ha baciata, forse.
Ed io avrei dovuto essere furioso ma, dopotutto, che differenza avrebbe fatto?
Io ero appena stato a letto con un'altra.
<< Me l'aspettavo >> commentò lei, continuando a non prestarmi particolare attenzione.
<< E Cheryl... >>
Mi bloccai.
E non perché volessi creare suspance, ma perché mi sembrava tutto così assurdo da non riuscire neppure a dirlo.
Mia madre adorava Cher e aveva sempre creduto che, prima o poi, saremmo finiti insieme.
E adesso io me ne stavo lì davanti a lei e dovevo dirle che aveva sempre avuto ragione, che quell'amicizia disinteressata era stata la bugia più grande mai raccontata.
<< Cheryl cosa? >>
Deglutii pesantemente.
<< È innamorata di me >>
Non fece una piega.
Se l'aspettava, se l'aspettavano tutti: ero io l'unico coglione a non aver mai capito nulla.
<< Ed anche Emma lo è, lo ha appena detto a Cole >>
Snocciolavo informazioni senza ricevere il minimo cenno di interesse, aggiungendone man mano e sperando che prima o poi avrei ottenuto la sua considerazione.
Era arrabbiata con me e lo capivo.
Ma io avevo disperatamente bisogno di lei e non lo capiva, non poteva se non riuscivo a trovare le parole per dirglielo.
<< E adesso che neppure tu mi parli, io non ho più nessuno >> sussurrai quasi, eppure ero certo che fosse riuscita a sentirmi.
<< Ho fatto un casino e non so più... >> ma non riuscii a terminare la frase perché, proprio come un bambino, scoppiai a piangere di fronte a lei.
Erano anni che non sentivo le lacrime scendermi sul viso, anni che cercavo di fare il duro e non farmi mai prendere da nessuna emozione.
Ecco perché quel pianto fu così improvviso quanto inaspettato, ecco perché mia madre lasciò finalmente stare le sue verdure per avvicinarsi a me.
Mi abbracciò forte, proprio come faceva quando ero piccolo, ma invece di calmarmi in quella sua stretta io mi lasciai andare una volta per tutte, abbandonandomi a tutta la tensione accumulata.
Le piansi sul petto e lei intanto mi accarezzava i capelli.
<< Va tutto bene, Mikey >> sussurrò.
<< È vero, hai fatto un casino, ma tu e tuo fratello siete la cosa più importante della mia vita.
Comunque vada, qualsiasi cosa di sbagliato tu faccia, non sarai mai solo: io ci sarò sempre >>
Potevano sembrare parole scontate, ma non lo erano affatto.
Non per uno come me, abituato ad evitare qualsiasi forma di dolcezza, non per una come lei che tentava sempre di buttarla sul ridere e di abbattere i sentimentalismi.
<< Cole mi odia >> mi lamentavo come un bambino e me ne vergognavo moltissimo, eppure in quel momento non c'era altro a cui riuscissi a pensare.
Avevo nascosto le mie emozioni per così tanto tempo che adesso mi crollavano tutte addosso così com'erano, potenti ma immature.
<< Forse si >> rispose lei, continuando ad accarezzarmi << Ma gli passerà >>
Non ne ero certo, eppure decisi di crederle perché ne avevo disperatamente bisogno.
Bisogno di certezze, di qualcosa e qualcuno a cui affidarmi mentre tutt'attorno a me sembrava precipitare.
<< E mi odia anche Cher. Ed Emma. E...>>
<< Mike! >> mi richiamò lei, portandomi le mani sulle guance per potermi guardare il viso << Respira >>
Ed io lo feci, eseguii alla lettera ogni suo ordine.
Respirai con calma, tentando di regolarizzare i battiti impazziti del mio cuore.
<< Ora dimmi, perché Cheryl ed Emma dovrebbero odiarti? >> 
Lasciai che mi asciugasse le lacrime come non faceva più da anni.
<< Ho tradito Emma con Cher >> spiegai.
<< E poi lei mi ha detto che mi ama, ma io prima non le ho creduto e dopo le ho detto che voglio stare con Emma >>
Parlavo come un libro stracciato, le mie già scarse capacità oratorie erano andate a farsi fottere.
<< Ed è vero che vuoi stare con lei? >>
<< Non lo so >>
Mi presi la testa tra le mani, le lacrime che finalmente sembravano fermarsi.
<< Tutti voi pensate che Emma sia stata solo una sfida e che io voglia stare con Cheryl, ma... >>
<< Io non lo penso >>
Sollevai lo sguardo verso di lei, sorpreso.
<< Io penso che Emma ti abbia aiutato a capire che, se riesci a lasciarti andare, ti possono succedere cose bellissime >>
Mi scompigliò i capelli, cosa che normalmente non le avrei mai lasciato fare ma che, in quel caso, mi sembrò solo l'ennesimo gesto d'affetto.
<< Solo che non credo tu voglia vivere queste cose con lei >>
C'era qualcosa nelle sue parole che sembrava dannatamente vero, la promessa di una verità che io non riuscivo a tirare fuori.
Ma c'erano anche molte incongruenze, sensazioni che quel discorso non avrebbe potuto spiegare.
<< Se fosse come dici tu le parole di Cheryl avrebbero dovuto rendermi felice >> contestai quindi << E invece... >>
<< E invece ti hanno spaventato a morte >>
Annuii, chiedendomi come fosse possibile che mi conoscesse cosi bene.
E lei, in risposta, finalmente mi sorrise.
<< È normale avere paura, Mike >> mi accarezzò il viso << È la tua prima volta >>
Non sapevo il perché ma, a quelle parole, un po' sorrisi anch'io.
O forse lo sapevo, ma non volevo ammetterlo.
Non volevo ammettere che le parole prima volta mi facessero inevitabilmente pensare a Cheryl perché, anni prima, la mia prima vera volta era stata proprio con lei.
<< Ma questo è solo quello che penso io >> precisò, risvegliandomi da quel ricordo.
<< Non voglio influenzarti ma voglio tu sappia che, qualunque decisione tu prenda, devi lasciarti andare.
Smettila di dare per scontato che le persone capiscano cosa hai dentro senza che tu glielo dica, smettila di nasconderti dietro le tue paure e il tuo menefreghismo.
Le persone, certe cose, hanno bisogno di sentirsele dire.
E tu, Mikey, tu devi concederti di provarle. >>

Ebbene sì, Cole è ancora sotto un treno per Emma e la mamma di Mike si riconferma il personaggio migliore di tutti.
Che poi, questo famoso bacio tra Emma e Cole ci sarà stato oppure no?
E Mike, nella sua testa bacata, sarà finalmente riuscito a fare due più due?

EmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora