55. Seconds

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"Cioccolato, nocciola, stracciatella, menta e vaniglia" dissi sicura prima di cercare nella borsa il portafoglio.

La signorina della gelateria mi guardò strabuzzando gli occhi.

Io alzai leggermente gli occhi al cielo, seguita da una risata di Harry.

"Io niente, grazie" aggiunse il riccio mentre la gelataia indaffarata cercava di fare entrare tutto in quella coppetta che sembrava ristringersi.

Quando uscimmo da lì mi inizia a lamentare di quanta poca stracciatella mi avesse messo quella stronza.

"Fanno sempre così. Hanno una specie di sensore per il tuo gusto preferito, e poi di quello te ne mettono di meno.."

"Sono proprio stronzi, com'è dura la vita" mi prese in giro il mio fidanzato ridendo fin troppo.

Le sue fossette e la melodia della sua risata mi fecero girare verso di lui, fissandolo incantata.

La sua risata aumentò e mancava poco che cadesse per terra.

Prese un grosso respiro, come per trattenersi, e con occhi divertiti disse: "Sei sporca ovunque"

Imbarazzata abbassai la testa cercando con la mano il fazzoletto, che ovviamente avevo buttato nel cestino appena uscita dal gelataio.

"Vieni qua" disse con la voce di un papà che divertito riprende la sua principessa, ma con quel pizzico di malizia degli occhi.

Mi spinse contro il muro velocemente ed inizio a baciarmi le guance e i baffi pieni di gelato.

Io ridevo fortemente, presa dal solletico e dall'imbarazzo.

Sopratutto dal secondo, infatti spingevo leggermente Harry lontano dal mio piccolo corpo.

Ma lui ridendo continuava e alla fine mi arresi, scoppiando anche io a ridere.

Quando i suoi baci si fermarono sussurrò senza spostarsi "pulita" e io dissi divertita "ecco perché non avevi preso neanche una coppetta".

Lui rise allontanando leggermente la testa, buttando i capelli all'indietro.

Ma prima che io potessi dire qualche altra cazzata le sue labbra appiccicose toccarono le mie messe ancora peggio.

E non badava più al fatto che fossimo in una delle strade più trafficate di New York, non badavo le guance rosse o il freddo pungente. L'unica cosa di cui tenevo conto erano le sue dolci labbra a mille gusti.

"Ci vorrebbe più stracciatella, gelatai stronzi" disse Harry ridendo per la sua battuta geniale.

Lo spinsi leggermente trattenendo un sorriso.

"Pronta per sta sera?" mi chiese poi, leggermente serio.

Era ovvio che fossi pronta, aspettavo questo primo dell'anno da troppo tempo.

"Non sto nella pelle" dissi sinceramente.

Lui in risposta fece combaciare le mie mani con le sue continuando a camminare.

"Iniziamo ad andare a Times Square per prendere i posti migliori?"

"Nah, sai che mi piace il rischio"

Lo sapevo benissimo, come sapevo che aspettava di pagare le bollette all'ultimo per sentire quello stupido e piccolo senso di pericolo e trasgressione..chi non lo fa alla fine?!

" Agli ordini capo. Allora cosa vuoi fare?" gli chiesi senza trattenermi dall'alzare gli occhi al cielo leggermente divertita.

"Direi che ci sta un FaceTime con gli altri per farci perdonare dal capodanno non passato insieme"

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