3° Laur

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Ok, oggi dovevo per forza parlarle, erano passate già due settimane e oltre a sorrisi e saluti non mi ero avvicinata per niente a lei. Ero intenta a fare le mie solite serie di esercizi, quel giorno era dedicato a spalle e braccia, mentre riprendevo fiato tra una serie e l'altra la vidi che cercava in tutti i modi di azionare il tapis roulant senza alcun risultato era il mio momento pensai.

Mi alzai andando verso di lei, si accorse della mia presenza subito, sembrava che mi stesse fissando già, anche se era intenta a imprecare contro quell'affare "cazzo non vuole partire" disse con un muso da bimba capricciosa, io feci una piccola risata e con una certa manualità pigiai il pulsante di avvio, lei arrossì tutta e io mi misi a ridere "vedrai che piano piano imparerai a usarli tutti questi 'affari'" dissi digitando la velocità sul tapis roulant.

Le chiesi di inserire il peso, mi accorsi che aveva le guance lievemente arrossate "ma a casa ti fanno mangiare?" dissi con ironia, lei si mise a ridere coprendo la bocca con la mano, era così elegante nei movimenti, poi sciolse i lunghi capelli castani, le punte erano lievemente dorate, per rifare la coda che nel frattempo si era spettinata.

Io restai incanta da quel gesto, la macchina era già partita e lei era già sudata dagli esercizi precedenti, e muovendo il corpo si vedeva il suo addome e il suo petto luccicare, io inghiottii rumorosamente e credo che lei se ne accorse "grazie mille comunque, io sono Carmen" disse porgendomi la mano che tremava a causa della piccola corsetta che aveva iniziato.

Io avevo il guanto da ciclista, li indossavo sempre per non ritrovarmi degli odiosi e antiestetici calli sul palmo delle mani "Lauren, piacere mio" sorrisi stringendole la mano, era calda e un po' sudata, me ne accorsi dal contatto delle mie dita scoperte che scivolarono sul palmo della sua mano quando la ritrassi. Le feci un ultimo sorriso per poi girarmi e andarmene "Laur, scusa ma...come devo fare per spegnerlo?" mi chiese indicando il tappeto che girava sotto ai suoi piedi, Laur?  scoppiammo a ridere entrambe, e in quel momento senti lo sguardo di Riki su di noi "quando avrai finito chiamami, tanto io sono proprio dietro di te e fare panca" le dissi sorridendo, lei annuì e continuò a camminare velocemente sull'attrezzo.

Mi posizionai sulla panca dietro di lei, mi stesi e afferrando il bilanciere flessi le braccia sul mio petto per 10 ripetizioni, poi mi alzai rimettendomi seduta e asciugando le goccioline di sudore che mi cadevano sui pantaloncini, poi afferrai la borraccia per idratarmi la gola ormai secca, nel mentre guardai davanti a me, lei aveva aumentato la velocità e simulava una corsetta cazzo che culo! Era l'unica cosa a cui pensai, quei diavolo di leggings erano illegali su di lei, era perfetta, disegnata oserei dire.

Ad un tratto la senti pronunciare il mio nome, evidentemente aveva finito, mi avvicinai velocemente a lei azionando il tasto "end" e il tapis roulant decellerò pian piano fermandosi finalmente, lei mi mise una mano sulla spalla e scese, le girava un po' la testa credo, perché fece un piccolo movimento di sbandamento, io le poggia le mani sui fianchi "ops tutti ok?" "si si scusa, solo che non salivo da tempo qui sopra e scendere di scatto mi ha fatto aver un capogiro, ma tutto ok" disse asciugando la fronte con il piccolo asciugamano che aveva poggiato sulla nuca, io le sorrisi "non ti ho mai vista qua prima d'ora..." "si infatti venivo sempre la mattina, però ora comincio l'università e quindi mi sto abituando a venire di pomeriggio" mi disse con un sorriso "oh capisco, io l'ho finita l'anno scorso, ora lavoro in un supermercato per mettere da parte qualche soldino e pagarmi un master, anche se sono un po' vecchia e dovrei aver finito da un po' di studiare" le dissi grattandomi la testa.

Era un argomento che cercavo di prendere con leggerezza e ironia, ma lo facevo per nascondere l'amarezza che mi aveva portato a quella situazione. Lei aggrottò le sopracciglia "quanti anni hai?" mi chiese "25 e tu presumo 18?" le chiesi subito "19" disse lei con un sorrisetto di sfida "ah beh allora sei proprio adulta eh" dissi io con sarcasmo e ondeggiando le mani all'altezza del mio petto, lei mi tirò uno schiaffetto sul braccio, mi piaceva questa voglia di contatto e questa confidenza che man mano si stava prendendo "sei messa bene" disse stringendo le sue dita intorno al mio braccio tonico "beh si mi sto impegnando" risposi con tono soddisfatto e lei rise di nuovo, era bellissima mentre copriva la bocca con le dita, era così delicata e gentile nei movimenti.

Finì così quel giorno, con me che mi incantavo guardandola e lei che ogni tanto si girava a sorridermi.

La Ragazza Della Palestra [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora