20° Non Posso Fare Questo a Riccardo

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Ero arrivata in anticipo rispetto al solito mio orario. Adoravo quando la palestra era deserta. Potevo fare tutti gli esercizi che volevo e prolungarmi per tutto il tempo che mi andava.

Stavo correndo sul tapis roulant con le cuffiette, evidentemente mi aveva già chiamata prima non accorgendosi che non potevo sentirla. Tolsi subito le due testine Bluetooth dalle orecchie e le sorrisi "scusa avevo queste" e sventolai la mano con i due piccoli aggeggi.

"Va bene ti perdono" disse Carmen con un sorrisetto. Avviò anche lei il suo tapis, con una velocità nettamente inferiore alla mia. Io a mia volta rallentati la pedana rollante, in modo tale da avere lo stesso ritmo.

"Come mai a quest'ora?" mi chiese "beh dovrei farti la stessa domanda" le feci linguaccia "comunque amo stare da sola in palestra, sai avere tutto a mia disposizione" mimai un gesto con la mano che la fece ridere "tu?" "io...si anch'io volevo stare sola" mi rispose abbassando lo sguardo, potei notare della tristezza nella sua espressione.

"Beh mi dispiace di averti delusa" dissi con un sorriso a denti stretti, in modo da farle capire che stessi scherzando, lei rise in risposta "no, se ci sei tu non mi da fastidio". Oddio quegli occhi! Completammo i restanti minuti di corsa in silenzio, ogni tanto ci scambiavano degli sguardi e lei sorrideva. Quanto cazzo poteva essere fottutamente bella?

Ci ritrovammo nello spogliatoio insieme. Lei si infilò il suo giubbotto mentre io decisi di cambiare maglia perché era troppo sudata. Nel toglierla scoprì la parte superiore del mio petto. Non pensavo lei mi stesse guardando, ma appena girai lo sguardo incontrai il suo si spostò su un punto esatto sotto alla mia clavicola, sapevo che quel diavolo di succhiotto si trovasse proprio dove bruciavano i suoi occhi, ma lí per lì non ci feci caso. Cazzo!

Il suo sguardo si fece sorpreso e subito dopo intravidi del luccichio negli occhi, si credo per certo di aver visto delusione mista a tristezza in quelle cascate castane. Nei suoi riflessi pagliarini. Nella sua iride leggermente chiara.

Tossí in modo da distrarla dai suoi pensieri, lei deglutì rumorosamente e dopo aver chiuso la zip del borsone sotto di lei, si alzò di scatto e si avviò verso la porta, sorpassandomi. Non so cosa sia stato, ma un impulso mi mosse la mano e la fece stringere intorno al suo polso. Lei si girò di scatto. Ed ecco la conferma dei miei pensieri, delle piccole lacrime si riversarono sulle sue gote arrossate, evidentemente per il caldo del calorifero nello spogliatoio.

"Lasciami" disse con tono neutrale "no" una sillaba uscì dalle mie labbra. "Lasciami Lau" ripeté lei, scandendo il mio nome abbreviato "no" e mi avvicinai a lei. Il mio reggipetto venne in contatto con il suo giubbotto imbottito e abbastanza freddo,mi venne la pelle d'oca.

"Avevi detto amiche...perche fai così?" "così come?" chiese  "così!" e indicai con l'altra mano il comportamento che stava avendo. Lei abbassò il capo, asciugò lluna lacrima sfuggita al suo controllo con la mano libera e rialzò lo sguardo sul mio "perché mi fa male comunque saperti con un'altra, idiota!" sbottò improvvisamente divincolandosi con successo dalla mia presa.

Mi avvicinai di più a lei, ingabbiandola fra le mie braccia, le mie dita picchettavano contro la porta in alluminio colorato. Strofina il mio naso contro il suo per poi poggiare la fronte contro la sua, sospirai...un sospiro pieno di rabbia e di voglia.

I nostri sguardi si incrociarono, lei chiuse gli occhi e cercò ancora più contatto, questa volta lo voleva avere fra le nostre bocche. Sfiorai le sue labbra ma come se avessi preso una scossa mi morsi il labbro inferiore, staccando leggermente la fronte dalla sua. "Non posso fare questo a Riccardo" mi allontani e tesi il braccio accarezzando con le dita la sua soffice guancia. "Non posso".

La Ragazza Della Palestra [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora