4° L'invito

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Oggi in palestra si moriva di caldo, nonostante l'estate fosse finita, arrivai vicino ai pesi e la vidi mentre beveva leggendo attentamente la sua scheda fitness, si accorse probabilmente del mio sguardo su di lei e si voltò per guardarmi, io le sorrisi accennando un cenno con la mano, lei ricambiò con un super sorriso.

Ok sembravo abbastanza una maniaca sessuale, così mi abbassai per prendere un peso nello scaffale più basso, però nel mentre una volontà ignota dentro di me mi costrinse a rivolgere nuovamente lo sguardo addosso e non resistetti più, mi avvicinai "scusa se ti disturbo, il fatto buffo è che parliamo sempre qui in palestra ma non ci conosciamo per niente, mi chiedevo se ti andrebbe di prendere qualcosa da bere dopo...cioè senza impegni, se ti va...puoi dire n-" mi interruppe "si volentieri" e mi regalò un altro suo sorriso "oh s-si ok allora mi dai il numero e ci vediamo al bar in piazza s-se v-vuoi" ma che cazzo mi balbetto?

Le porsi il mio telefono e lei digitò il numero salvandosi con il suo nome più il meme di una ragazza che corre, io mi misi a ridere istintivamente e lei si allontanò sussurrandomi un "a dopo".

Mi avvicinai a Riki appena lo intravidi uscire dallo spogliatoio "amico mio sta sera ci andiamo a bere una cosa con la tua 'preda'" virgolettai l'ultima parole, lui fece un grande sorriso e mi abbracciò, cosa che praticamente faceva raramente, non era un tipo da coccole o comunque effusioni cavolo le doveva piacere tanto questa ragazza

"ma come hai fatto? E dove? E quando?" mi tartassava di domande "ohi ohi calma!" dissi mettendo le mani sulle sue spalle e scuotendolo "sta sera. Passo io. Vestiti figo" e facendo la linguaccia salì sulla ciclette, era ora di iniziare l'allenamento e non cazzeggiare.
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Mi spruzzai il profumo agrumato appena comprato e nel mentre scrivevo a Riki che stavo per uscire di casa, saltai in auto, accesi lo stereo ed era pronta per la grande serata.

Il mio migliore amico mi aspettava già fuori casa sua, era impaziente, giocherellava con le chiavi di casa freneticamente. Aveva una camicia di jeans chiara e dei pantaloni neri, era molto carino "principessa la carrozza è qui" dissi sfottendo, lui alzò il dito medio e salì accanto a me.

"Cazzo sono nervoso" disse con un'aria preoccupata "oh calma Riki, vedrai che le piacerai, tu falla ridere e sarà tua". Misi in moto e andai verso il bar, non c'era molta gente, d'altronde era giovedì, la gente lavora e non fa tardi la sera, entriamo e subito il mio occhio cadde su di lei: cazzo.

Aveva una gonna di jeans ad alta vita e una camicetta bianca corta che lasciava intravedere l'ombelico, il reggiseno bianco in pizzo coperto a tratti dalla lunga treccia che si posava sul seno, spruzzava sesso da tutti i pori "cazzo" disse Riki al mio fianco, sembravamo due rimbambiti che stavamo sbavando a presso ad una ragazza.

No aspetta, io non potevo sbavare, era "sua" io non dovevo fantasticare. Mossi la testa a destra e sinistra velocemente per scacciare quei le sieri poco casti ed alzai la mano per farmi riconoscere.

La Ragazza Della Palestra [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora