13° Film E Pop Corn

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"Lau!...Lauren!" mi sentì chiamare e successivamente scuotere la mia spalla sinistra "ma mi stai ascoltando?" disse Riki, io scossi la testa per risanarmi dai miei pensieri. Dopo la sera trascorsa nel retro della macchina di Carmen non riuscivo più a concentrarmi, sembrava venissi da un altro pianeta, ero seduta al bar con i miei amici e riuscivo solo a vedere le loro labbra muoversi, senza ascoltare neanche una sillaba.

"Si ragazzi scusate, ero sovrappensiero" dissi sorridendo lievemente e portandomi il collo della bottiglia di Ceres alle labbra. "Quindi domani sera sei dei nostri al locale?" riprese Andreas "oh...emh...si certo ragazzi" dissi guardandoli uno per uno e accendendo una sigaretta.

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"Ciao entra pure" dissi a Carmen spostandomi per farla entrare a casa mia, l'avevo chiamata per passare un po' di tempo insieme, visto che questa settimana la palestra restava chiusa per festività.

Avanzò verso di me, allungandosi a baciare la mia guancia e si diresse verso il salone "cucinavi qualcosa?" mi chiese alzando il viso ad annusare l'aria marchiata da un odore diverso da quello casalingo "emh si ho fatto dei pop corn, così magari li mangiamo davanti al film" dissi grattandomi la nuca un po' imbarazzata. Ok quando mi guardava con quegli occhioni non capivo più un cazzo.

"Oddio questi film romantici sono così prevedibili" dissi alzando gli occhi al cielo mentre portavo una pallina di mais esploso, alla bocca "prevedibili?" mi chiese Carmen, seduta accanto a me, appoggiata leggermente sul mio braccio che avevo avvolto attorno alle sue spalle.

"Si...cioè si capisce che loro alla fine si metteranno insieme, vivranno felici, con dei bambini e bla bla bla" dissi oscillando la testa con un fare abbastanza annoiato, lei rise e mi diede uno schiaffo sulla mano posta sulla sua spalla "come sei poco romantica" disse mentre ingurgitava la millesima manciata di pop corn

"si lo so, il romanticismo non fa per me" dissi mentre guardavo una stupida scena dove lui rincorre lei in stazione. "Come mai non credi in queste sdolcinatezze?" mi presi un momento per rispondere, non avevo voglia di raccontarle la storia con la mia stronza ex ragazza che mi aveva tradita e aveva spazzato via tutti i nostri progetti di vita insieme. Non volevo entrare nello specifico, né parlavo raramente, ero ancora 'scottata' da quella storia. Ok era finita da un po' di mesi, ma 1uando si ama tanto, quando in una storia ci si immerge...beh è difficile poi tornare in superficie.

Decisi di tagliar corto, dare una risposta precisa senza sfumature o lasciando il discorso aperto a sue possibili domande, alzai le labbra e gli occhi al cielo, con fare pensante "beh...perché quando le ho fatte per una persona, quest'ultima mi ha spezzato il cuore...e quindi ho capito che i 'lieto fine' non esistono quasi mai nella realtà" conclusi.

Lei mi osservò per pochi secondi e con la mano che prima reggeva la ciotola, mi tolse i capelli dalla fronte, girandomi il viso verso di lei, appena i nostri occhi si scontrano poggiò le labbra sulle mie, con un modo delicato ma allo stesso tempo travolgente, le mosse piano contro le mie, senza approfondire mai il bacio. Poi si distanziò guardandomi nuovamente negli occhi "quasi mai esatto. Non sono tutte stronze, e non tutte meritano il lieto fine che puoi offrirgli".

Io rimasi destabilizzata da questa sua frase, cioè si ero stata ferita e sapevo che non tutte fossero stronze, ma il modo in cui lei fece uscire dalle labbra quelle parole, mi fece pensare che davvero io potessi meritare e offrire un lieto fine, quello dei film sdolcinati che tanto odiavo.

Le tolsi la ciotola rossa dalle gambe che avevo incrociato per fare da ripiano, la poggia distrattamente a terra e con entrambe le mani la feci scivolare verso di me, aprendole le cosce e mettendomi in mezzo. In un primo momento lei si bloccò ma appena iniziai a baciarle il collo si lasciò andare a dei piccoli sospiri e aggrappò le mani nei miei capelli. Lasciai una lunga scia di baci sull'orecchio, sul collo fino al petto, poi alzai lentamente la t-shirt bianca che aveva e lasciai dei piccoli baci intorno all'ombelico. I sospiri diventavano pian piano gremiti e le sue gambe mi chiudevano in una morsa.

Risalì il suo corpo velocemente e attaccai le mie labbra alle sue, con il gomito sinistro mi reggevo su di lei, senza adagiare tutto il peso, e con la mano destra scesi pian piano sulle sue curve fino a inserirla nei suoi jeans e successivamente nei suoi slip, che notai con piacere essere di pizzo, forse coordinati con il reggiseno.

"Tranquilla non farò nulla che tu non voglia" le sussurrai a fior di labbra quando mi accorsi che si era irrigidita alla mia azione, lei sorrise e riprese a contorcersi man mano che i miei cerchi intorno al clitoride aumentavano di velocità. Sfregai l'indice su un punto preciso, appena sopra la sua entrata ed emise un piccolo urlo, portando la testa indietro e lasciandomi piena visuale del suo collo, che iniziai a mordere e succhiare con violenza, man mano che la mia mano si inumidiva sempre di più.

"O-oddio ci....ci sono...si" dopo pochi altri movimenti venne chiudendo le sue gambe intorno al mio bacino alzando in modo frenetico i fianchi contro la mia pancia. Io sorrisi mentre lasciavo la mia mano poggiata ancora dentro i suoi slip, per darle ancora contatto e farle godere del tutto il suo orgasmo. Le baciavo la guancia e il naso e il mento, lei pian piano si rilassò rimanendo con gli occhi chiusi e accarezzandomi la schiena, visto che mi ero appoggiata lateralmente a lei.

Ci lanciammo un piccolo sguardo e insieme scoppiammo a ridere, forse per l'imbarazzo o forse perché quella situazione era così eccitante e dolce allo stesso tempo. In quel momento ero così felice. E mi resi conto che non lo ero da tanto, forse da troppo. Forse avrei avuto bisogno di lei per esserlo sempre, e ancora non me ne rendevo conto.

La Ragazza Della Palestra [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora