28° Provviste Per La Neve

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Ero seduta sulla panca dello spogliatoio della palestra, con l'asciugamano tamponavo il sudore che imperlava la mia pelle, ero stanchissima, quando sono nervosa per scaricarmi mi butto a capofitto nell'attività sportiva, nelle stagioni calde vado a correre quasi sempre, l'inverno invece sollevo pesi, faccio trazioni e mi sfianco con le flessioni.

Toc toc
"Lau sei ancora qui?" Riki mi chiamava dall'altra parte della porta "si Riki, dimmi" "nulla volevo solo dirti che vado via perché ho da fare con i miei" la sua voce arrivava ovattata nella sala spoglia e calda "ok ci sentiamo" e poi sentii i suoi passi echeggiare man mano che percorreva il corridoio per uscire.

"Devo assolutamente non scordarmi il tonno" riflettevo fra me e me mentre spingevo il carrellino a due ruote al mio fianco, nel supermercato della zona, ero rimasta senza provviste e visto il tempo che prospettava una bella nevicata, mi conveniva far rifornimento per non rimanere sepolta in casa a digiuno.

Stavo controllando nel portafogli quante banconote avevo, quando alzando gli occhi notai una sagoma che mi fissava, Carmen! Era appena dietro la cassa, evidentemente aveva già pagato la spesa, e mi stava fissando con una pacco di pasta a mezz'aria nella mano e un sacchetto di plastica nell'altra, poggiato sul banco d'alluminio. "Signorina si sbrighi, sta intasando la fila" la cassiera con un tono irritato e stufato, evidentemente di lavorare anche delle festività, la  invitava a sbrigarsi.

Come una scossa si riapropriò del suo corpo e iniziò freneticamente a riempire la busta delle ultime scatole. Io ancora la fissato con la bocca semiaperta come un'idiota, finché la vecchietta alle mie spalle mi canzonò dicendo qualcosa sul fatto che doveva sbrigarsi a tornare a casa perché il gatto era da solo e (ovviamente) sui giovani d'oggi...

Carmen era già scomparsa dietro la porta ad apertura automatica del negozio, e io volevo solo correrle dietro e baciarla, al diavolo la spesa! Abbandonai il carrello in fila per la cassa e corsi verso l'uscita, con sottofondo imprecazioni dei clienti sul mio atteggiamento brusco, guardai a destra e a sinistra ma non la vidi, possibile fosse già arrivata a casa ? Salii in macchina e iniziai a guardare sui marciapiedi a destra e a sinistra, alla ricerca della brunetta, le auto suonavano i clacson per invogliarmi ad aumentare la velocità, ma io facevo finta di non senntirli, che si fottano!

Ad un tratto vidi una ragazza con un piumino rosso ed un cappello di lana con un pompom bianco camminare a passo spedito sul ciglio della strada. Eccola! Accostai e abbassai il finestrino del passeggero per riuscire a farmi vedere e ascoltare "sali!" le ordinai, lei si girò come spaventata dalla mia presenza, poi si accorse di chi fossi e continuò il suo cammino ignorandomi. Quanto la odio.

"Carmen cazzo sali!" urlai dopo aver accelerato appena per raggiungerla "vattene!" neanche si girò per guardarmi "cristo Carmen ma che ti è preso? Sali ti ho detto!" cercai di addolcire la voce ma credo ne uscii un tono incazzatissimo, come biasimarmi? Accostati l'auto con le quattro frecce e mi precipitati verso di lei "fermati!" le afferrai il polso che non aveva buste attaccate e la feci girare. Stava piangendo. Mio Dio sembrava così piccola e fragile, con un ultimo, sta volta più gentile, strappo la feci sbattere contro il mio petto e la strinsi forte, lei abbandonò la busta della spesa sul marciapiede e afferrò con entrambe le mani la mia felpa, sotto al parka e si lasciò cadere in un pianto liberatorio. Io feci l'unica cosa che potevo fare, stringerla e sussurrarle che c'ero io a proteggerla. Ci sarei stata per sempre.

Scusate se è corto, ma ho dovuto tagliarlo perché sennò troppo lungo, e poi devo creare suspense  ahahaha

La Ragazza Della Palestra [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora