SETTE

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«E quindi?», volle sapere Anna.

Mi portai il telefono all'orecchio, tenendolo tra la testa e la spalla, mentre sistemavo nell'armadio gli indumenti stirati.

«Cosa vuoi sapere esattamente?», l'interrogai. Conoscevo Anna fin troppo bene e non mi andava di parlare a vanvera visto che sapevo già dopo voleva arrivare.

«Hai incontrato qualcuno di loro?», domandò emozionata.

Ero indecisa. Cosa avrei dovuto fare? Raccontarle dell'incontro coi miei fratelli oppure tenerlo per me?

Gli occhi di Cesare si fecero largo nella mia mente, provocandomi un brivido lungo la spina dorsale.

Il modo in cui aveva continuato a masticare quella stecca di liquirizia mentre mi osservava mi aveva letteralmente fottuto il cervello. Avrei dovuto dirlo ad Anna?

«Ehi, Cami! Ci sei?», mi richiamò lei dall'altro lato della cornetta.

Mi schiarii la voce. «Si, scusami. Ho incontrato Filippo, che posso confermare essere un bad boy anche dal mio punto di vista nonostante la faccia d'angelo e Alessandro. Lui più che altro mi da l'idea di un duro se così si può dire», confessai.

La voce squillante della mia amica si tramutò in sussurrò. «E di Cesare? Di lui cosa mi dici?»

Mi strinsi forte il labbro inferiore tra i denti, talmente tanto da farmi uscire il sangue. Appena percepii il sapore metallico sulle papille gustative, lasciai la presa. «Purtroppo non posso dirti molto, non l'ho incontrato», mentii.

L'incontro con Cesare era stato qualcosa di talmente personale che non volevo condividerlo con nessuno, nemmeno con la mia migliore amica.

Gli ultimi giorni di scuola passarono in fretta, troppo in fretta perché potessi rendermene conto. Così come le vacanze estive. Senza farci caso era già l'inizio di settembre e tra qualche giorno sarebbe iniziata la scuola. Io e mio padre eravamo andati in vacanza in Sardegna, mentre mamma aveva passato una settimana con Matteo e i figli. Mi aveva chiesto di andare con lei ma io avevo gentilmente rifiutato l'offerta. Non volevo precipitare le cose. Volevo solo fingere ancora un po' di essere me stessa. Ero talmente agitata per la mia nuova vita che non mi capacitavo del tempo che scorreva imperterrito, spaventandomi ogni giorno di più.

Tutte le mattine mi svegliavo sentendo un macigno sul petto, il quale mi faceva respirare a fatica.

All'idea che di lì a poco avrei dovuto lasciare i miei compagni di classe, la mia migliore amica e Fabio, mi veniva da piangere.

Io ero Camilla Brambilla, accidenti! Ero stata rappresentante d'istituto in seconda liceo e rappresentante di classe al terzo anno. Avevo la media più alta della classe ed ero apprezzata dai miei compagni nonostante molti di loro, in segreto, mi ritenessero una secchiona.

Non mi importava del giudizio degli altri, non mi era mai interessato, eppure... quella mattina nel corridoio della mia futura scuola, avrei fatto carte false pur di sapere cosa stesse pensando Cesare Rossi della sottoscritta.

Mentre caricavo la valigia nella macchina di mamma, mi domandai se nella nuova scuola mi sarei trovata bene.

Ci sarebbe stata Susanna, la quale ritenevo una papabile amica. Con lei probabilmente avrei legato senza troppo impegno.

Però, dall'altro canto, c'erano anche i Rossi. Regina si era presentata immediatamente come una grandissima stronza, cosa che a quanto pare era vera, Filippo come un dongiovanni, e Alessandro come un menefreghista del cazzo. L'unico ad avermi trasmesso una sensazione di calma era stato Ottavio, ma dal momento che di cognome faceva Rossi sicuramente avrebbe avuto i suoi difetti. A pensarci bene dal modo in cui parlava con Susanna, Ottavio mi dava l'idea di essere il tipo di ragazzo a cui tutto è dovuto. In fine c'era stato Cesare. Lui era il ragazzo misterioso, taciturno, quello che non parla, eppure dice molte più cose con lo sguardo di quello che potrebbe dire un oratore in un seggio.

Con loro come mi sarei comportata?

Sarei riuscita a legare?

Soprattutto io, che ero abituata a vivere da sola, sarei riuscita a condividere anni della mia adolescenza con tre ragazzi coetanei?

C'era solo una cosa della quale fossi certa: non sarebbe stato facile.

«Allora quella era l'ultima?», mi chiese mamma chiudendo il bagagliaio.

Annuii. «Si, era l'ultima.»

Mi calai meglio sulla fronte il cappellino bianco con la visiera. La sera prima io Anna e Fabio eravamo usciti a cena assieme e poi avevamo fatto una passeggiata sul lungolago. Non volevo mai tornare a casa, anche perché avrebbe significato salutarli, dal momento che sarebbero partiti il giorno seguente all'alba per l'ultimo weekend delle vacanze estive. Anna si era raccomandata di scriverle e chiamarla tutti i giorni, mentre Fabio mi aveva fatto promettere di avvertirlo se qualcuno dei miei fratelli mi avesse dato fastidio. Erano stati molto dolci. Dopo abbracci e lacrime versate ero tornata a casa mia, avevo dormito un po' nel mio letto ma soprattutto avevo passato la maggior parte della notte ad osservare il lago dalla mia finestra.

Guardai con occhi sognanti quella che fino a quel momento era stata la mia casa.

Mamma si avvicinò a me e mi strinse forte in un abbraccio.

«Non ti preoccupare, ci troveremo bene nella nuova casa», mi consolò dandomi un tenero bacio sulla guancia.

Quel bacio mi ricordò quello di Giuda.

Ingoiai l'acido che mi si era formato nella gola. Fissai gli occhi sulla finestra della mia stanza talmente a lungo da scattare una teorica foto nella mia mente.

«Sei pronta a partire?», chiese la mamma.

«Solo un momento!», esclamai e corsi dall'altra parte della strada, dirigendomi verso la piattaforma galleggiante.

Sopra di essa rallentai. Una volta raggiunta la recinzione sospirai.

«Ciao lago, volevo salutarti e ringraziarti di tutto. Volevo solo dirti che non ti ho abbandonato, tornerò a trovarti e a raccontarti tutti i miei problemi, perché credo che saranno molti», scherzai. «Grazie per esserci sempre stato», sussurrai mandando un bacio al vento.

«Camilla, ci sei? Faremo tardi!», esclamò la mamma dall'altro lato della strada.

«Arrivo!», urlai e, dopo aver salutato di nuovo il lago, mi voltai e corsi verso mia madre e verso la mia nuova vita.


VIENI CON ME (1-The Rossi's Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora