Fuori di me.
Era il titolo della canzone che stavo ascoltando alle tre di notte dal momento che non riuscivo a prendere sonno.
Era passata una settimana circa da quando era successo il fattaccio.Come aveva potuto Cesare dire quelle cose a Filippo senza prima consultarsi con me?
Era inutile girarci troppo intorno, ormai era fatta e il mio fratellastro aveva combinato come al solito un cazzo di casino. Non solo si era quasi malmenato col fratello, in più aveva rischiato di rovinare il mio rapporto con lui.
Dopo l'ennesima notte insonne decisi che anche per lui sarebbe stato lo stesso. Mi alzai dal letto e scivolai in camera di Cesare.
Il bastardo stava dormendo beato mentre io non riuscivo a prendere sonno da giorni. Accesi la luce accanto al comodino e, sedendomi sul letto, lo svegliai spaventandolo.
«Cami ma che diavolo? Sono quasi le quattro di notte!»
Alzai le spalle. «Oh, tranquillo lo so. Ma dobbiamo parlare», sentenziai.
«Adesso? Domattina ho la verifica non possiamo fare nel pomeriggio?», domandò tirandosi a sedere.
«Non me ne frega niente della verifica, voglio chiarire una cosa», esclamai e i suoi occhi si legarono ai miei. «Come hai potuto farlo? Si, intendo dire riferire la nostra relazione ai tuoi fratelli. Ti avevo chiesto esplicitamente di non farlo e tu te ne sei fregato!»
«Ma non hai ancora capito che Filippo prova qualcosa per te? Volevo essere sicuro che avesse recepito che sei mia e di nessun altro!»
«Okay, ma prima di saltartene fuori con una cosa come quella avresti dovuto consultarti con me!»
«Non ci credo... ti vergogni così tanto di stare con me?», mi domandò con gli occhi colmi di tristezza.
«Non dire cazzate, Cece, certo che non mi vergogno di te e di noi, solo...»
«Che cosa? Dimmi un po', i tuoi amici lo sanno che stiamo insieme? Ad Anna almeno l'hai detto?»
Scossi la testa. «Non ancora, ma glielo dirò. Tu a chi l'hai detto?»
«L'ho detto ai miei fratelli e a Ottavio. Gli altri non sanno nulla. Almeno fino a quando non deciderai diversamente. E ora vattene e lasciami dormire.»
Il tono calmo e piatto con cui me lo disse, mi fece passare brividi di freddo lungo la schiena. «E' davvero questo quello che vuoi? Vuoi che me ne vada?»
Cesare non rispose e mi voltai verso la porta. Improvvisamente mi trovai imprigionata tra la porta e le sue braccia muscolose. «Voglio toccarti.»
Chiusi gli occhi percependo il suo profumo sul corpo. Cesare era dietro di me e mi premeva la sua erezione sulle natiche, facendomi bagnare in mezzo alle gambe. «Cece, sei sicuro? Hai detto che domani hai la verifica...», domandai alla sagoma che premeva sul mio corpo.
Allungò una mano sul mio fianco facendomi voltare verso di lui. Appena incontrai i suoi occhi stupendi mi rilassai all'istante. Guardai la sveglia e non appena notai l'ora lo guardai male. «Non fare così mia piccola ribelle, ti ricordo che a te non te ne frega un cazzo della mia verifica e, sinceramente, in questo momento non me ne frega un cazzo neanche a me», mi sussurrò.
«Alza le braccia», mi ordinò e, appena le sue dita afferrarono l'orlo della camicia da notte, rimasi solo con le mutandine di pizzo addosso. Mi condusse al letto, facendomi sdraiare. «Queste non ci servono, giusto?», chiese e io scossi la testa. «Girati, mettiti a pancia in giù.»
Lo assecondai e, alzando il sedere verso di lui, gli permisi di togliermi gli slip. Cece passò la punta delle lingua sulle mie natiche facendomi gemere. «Mettiti a quattro zampe», ordinò. Feci come mi aveva detto e, non appena mi leccò, presi fuoco. Mise una mano tra le mie gambe, accarezzandomi dolcemente.Chiusi gli occhi, sentendo mille emozioni attraversarmi la pelle. «Guardati allo specchio», mi sussurrò. «Sei bellissima e sei mia.»
Aprii gli occhi. «Sono tua», ansimai quando mi infilò un dito dentro. «Ecco, brava, così... godi per me...»Cesare continuava a toccarmi, mandandomi scariche di piacere lungo il corpo. «Io ti amo, Camilla, e se credi che me ne starò fermo in disparte mentre gli altri ci provano con te allora non hai ancora capito niente di me», mi sussurrò all'orecchio premendomi addosso il suo cazzo duro. «Tu non hai la minima idea di tutte le porcate che vorrei farti in questo momento.»
Il suo dito continuava ad entrare e uscire da me. «Cece, voglio guardarti... voglio guardarti ancora mentre ti tocchi», gli rivelai.
Cece si staccò da me, si sfilò i boxer mostrandomi il suo pene eretto. Era grosso, lungo e per un attimo mi domandai come fosse tenerlo dentro di me. Avvicinò la sua mano al glande e iniziò a muoverla avanti e indietro. I miei occhi non riuscivano a staccarsi da quel paradiso. Mi avvicinai a lui e, mettendomi seduta in ginocchio, avvicinai il viso al suo bacino. «Camilla, cosa vuoi fare?»I miei occhi incontrarono i suoi. «Voglio assaggiarti...», e così dicendo lo presi in bocca. Feci roteare la lingua attorno alla punta, come se fosse un bacio carico di passione e continuai a farlo fino a quando non vidi Cesare perdere il controllo. Mi afferrò delicatamente i capelli, dandomi il ritmo. «Cami, sto per venire...», disse liberandosi nella mia bocca. Continuai ad assaporare ciò che aveva da darmi, fino all'ultima goccia. Cesare si allungò sul comodino e prese un fazzoletto. Sputai all'interno lo sperma rimasto e mi tamponai la bocca. Crollammo entrambi sul letto esausti e soddisfatti. «Però devo dire che sei piuttosto brava, chi ti ha insegnato?», domandò, poi aggiunse: «Anzi, non credo di volerlo sapere.»
Mi sdraiai su un lato fissandolo attentamente. «A te posso anche dirlo... è stata Anna.»
Cesare sbarrò gli occhi. «In che senso scusa?»
Scoppiai a ridere. «Nel senso che qualche tempo fa le ho chiesto come si faceva un pompino e lei me l'ha spiegato per filo e per segno. Devo dedurre che le sue lezioni sono servite», scherzai. Cesare sorrise. «Assolutamente sì, ricordami che devo offrirle da bere.»
«Ne sarà contenta, ha sempre tifato per te. Fin dal primo momento in cui ha visto la tua foto su Instagram», gli rivelai.
Cesare aggrottò la fronte confuso.
«Quando ho saputo che la mamma si sarebbe risposata e che ci saremmo trasferite qui, sono andata nel panico. Non sapevo cosa aspettarmi da nessuno di voi. Sapevo i vostri nomi ma non vi conoscevo. Così un pomeriggio, assieme ad Anna stavamo parlando di... voi. Si è messa a cercarvi sui social e quando ha visto la tua foto in particolare è rimasta incantata. Da lì, ogni webcam fatta, ogni incontro avuto si riduceva al procedere del nostro rapporto.»
Cesare mi guardò intensamente. «Quindi sapevi già chi ero la prima volta che mi hai visto?»Scossi la testa. «No, non ho guardato quelle foto, mi sono imposta di non cercarvi. Non volevo renderlo reale. Ma quando ti visto... non so nemmeno io come spiegarlo. Non ero pronta ad incontrare te. Ho pensato subito che eri stupendo, il ragazzo dei miei sogni e quando ho capito chi tu fossi, il mio castello è crollato. Volevo respingerti, tenerti a distanza e nello stesso momento bramavo stare con te, al tuo fianco.»
«Ora sei qui, sei con me, al mio fianco... e non desidero altro», disse reclamando le mie labbra con un bacio.
«Lo stesso vale per me...», mormorai abbracciandolo e così, ci addormentammo.
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VIENI CON ME (1-The Rossi's Series)
RomanceLa vita di Camilla prende una piega inaspettata quando è costretta ad abbandonare la sua realtà per trasferirsi in un paesino al nord di Milano. Non solo dovrà sopportare la presenza del nuovo fidanzato di sua madre, ma bensì dei suoi tre figli: Ale...