Cesare ed io camminammo per i viali alberati di Cusano Milanino.
Non l'avevo ancora visitata interamente. A dire il vero il solo percorso che avevo fatto da quando mi ero trasferita lì, era stato il tragitto per il pullman. Misi le mani in tasca agli shorts di jeans che indossavo, mentre la maglietta bianca che avevo infilato dentro era morbida e mi nascondeva la vita magra. La cintura grossa in vita era beige, così come le scarpe da ginnastica. Il sole picchiava forte e per questo avevo deciso di indossare gli occhiali da sole e mi ero calata in testa il cappellino bianco con la visiera.
Quando mi aveva vista chiudere la porta d'ingresso si era irrigidito e, per un attimo, avevo avuto il timore che avesse cambiato idea. Poi si era infilato i suoi occhiali a goccia e aveva sbuffato. «Se entro un minuto non fossi stata qui ce ne saremmo andati», mi disse aprendo il cancello marrone. Cesare lo tenne aperto per me e io l'oltrepassai, uscendo in strada seguita da Duchessa.
Alzai gli occhi al cielo. «Mi avevi detto dieci minuti e io in nove ero già pronta», lo informai.
Cesare sorrise. «Infatti ho detto: "Un minuto in più"», mi fece notare e io scossi le spalle.
Dopo quel battibecco iniziale non parlammo per parecchio tempo. Il sole caldo m'incendiava la pelle ancora abbronzata dalle vacanze estive, mentre il vento mi soffiava tra i capelli, facendomi dondolare la coda.
Non sapevo di cosa parlare con Cesare. Poi, quando il mio sguardo cadde su Duchessa, mi venne un lampo di genio.
«Da quanto tempo avete un cane?», chiesi senza guardarlo negli occhi. Preferii tenere lo sguardo fisso davanti a me.
«Duchessa ha quattro anni. Aveva solo un anno quando mia madre morì. Era sua», mi rivelò Cesare.
Sbattei gli occhi scioccata. «Scusami, non ne avevo idea.»
Accidenti, la mamma di Cesare, Filippo e Alessandro era morta? Già da tre anni? Non sapevo se fosse il caso di chiedere come, così preferii tacere.
Cesare si fermò, quando Duchessa trovò il suo albero preferito dove farla.
«Di cosa non avevi idea? Che il cane fosse di mia madre o che fosse morta?», chiese senza staccare gli occhi da Duchessa.
Strinsi le mani a pugno. «Entrambe le cose. Credevo che i tuoi genitori, così come i miei avessero divorziato e che voi preferivate stare con vostro padre», rivelai.
Cesare si strinse nelle spalle. «Oh sì, sai che spasso.»
Mi accigliai. «Ammetto di non sapere le vostre dinamiche famigliari, ma con me Matteo è sempre stato molto carino. Non so che problema abbiate con lui, ma è affare vostro e io non voglio mettermi in mezzo», dichiarai.
Cesare annuì sovrappensiero. Aveva circa la mia età quando perse sua madre, i gemelli erano appena alle superiori. Doveva essere stato un colpo durissimo per loro. Soprattutto quando il loro papà aveva annunciato il matrimonio.
Raggiunta l'area cani, Cesare liberò Duchessa dal guinzaglio e la cagna iniziò a giocare e a correre per il prato. Ci sedemmo su una panchina.
«Posso chiederti una cosa?», domandai e lui annuì. «Come l'avete presa quando avete saputo di me e la mamma?»
Cesare espirò l'aria dai polmoni portandosi le braccia al petto.
Scossi la testa. «Scusami, non avrei dovuto chiederti una cosa...»
«Traditi. Ecco come ci siamo sentiti. Non so se per i miei fratelli è stato lo stesso, ma quando ho saputo di te, mi sono sentito...», stava dicendo poi scosse la testa. «Lascia perdere.»
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VIENI CON ME (1-The Rossi's Series)
RomanceLa vita di Camilla prende una piega inaspettata quando è costretta ad abbandonare la sua realtà per trasferirsi in un paesino al nord di Milano. Non solo dovrà sopportare la presenza del nuovo fidanzato di sua madre, ma bensì dei suoi tre figli: Ale...