Non credevo possibile che tra qualche mese sarei stata imparentata con quella mandria di esseri.
Susanna avanzò con passo deciso verso l'altra palestra, spiegandomi attentamente alcune regole.
«Devi sapere che nella nostra scuola, come si può dire, i Rossi comandano», sussurrò.
Mi accigliai. «Che intendi dire con "comandano"? Ti riferisci a Regina?»
Susanna annuì. «Sì, ma non solo lei. Devi sapere che i Rossi frequentano questa scuola da generazioni. Diciamo che passare cinque anni con un Rossi nell'istituto o addirittura in classe, è un gran privilegio per molti studenti. Loro sono al vertice della nostra istituzione: sono intoccabili», rivelò.
Infatti mi sentivo talmente grata per il fatto che avrei convissuto con tre di loro da voler urlare dalla mattina alla sera.
«Quindi Regina si può comportare in questo modo con chiunque perché nessuno ha il coraggio di andarle contro?»
«Già, è triste detto così. Io non le sto molto simpatica.»
Alzai un sopracciglio. «Ma dai, giura? Non l'avevo capito!», scherzai, facendola ridere a sua volta. «Come mai? Se posso chiedere.»
Susanna si strinse nelle spalle. «Diciamo che non le piace avere rivali. Vorrebbe essere la prima in tutto ma, scolasticamente, sono io quella imbattibile», mi confidò facendomi l'occhiolino.
Camminammo lungo il corridoio. «Perfetto, allora saprò a chi rivolgermi in caso di necessità!»
Proprio in quel momento urtai contro una spalla ben più alta della mia.
«Scusami», disse il ragazzo dai capelli castani e gli occhi nocciola. «Non ti avevo vista.»
Feci un sorriso tirato. «Figurati nessun problema. Anche io non stavo guardando dove mettevo i piedi!», esclamai nervosa.
Era alto, massiccio e incredibilmente attraente. Aveva la mascella pronunciata e tra i capelli castani si intravedevano delle ciocche bionde. I suoi occhi erano caldi e gentili e immediatamente l'immagine di Fabio si fece spazio nel mio cuore. Il suo sorriso era bello, con delle labbra carnose e dei denti magnifici. Rimasi, come dire... incantata. Sentii lo sguardo di Susanna addosso e tentai di darmi un contegno.
Mi schiarii la voce. «Scusami tu. Sono Camilla», gli tesi la mano presentandomi.
Lui me la strinse. «Ottavio.»
Ottavio... Rossi? Lanciai un occhiata a Susanna la quale confermò il mio tacito dubbio. Per la miseria...
Lui si rivolse alla mia guida. «Allora Susanna a che ora devo passare oggi?»
Quei due se la intendevano o roba simile?
Lei alzò gli occhi al cielo. «Te l'ho già detto. Ricevo dal lunedì al Venerdì dopo le lezioni in vicepresidenza. Il sabato è off-limits.»
Ora capivo... era la sua tutor! Che idiota...
Ottavio le rivolse un sorriso ultra sexy. «Dai andiamo! Ti prego! Lunedì ho una verifica di matematica sui logaritmi applicati alle funzioni di secondo grado e non c'ho capito un cazzo!», l'implorò.
Susanna strinse gli occhi, sospirando. «E come al solito ti sei ridotto all'ultimo per studiare! Mi dispiace ma oggi non posso, fatti aiutare da tuo cugino», suggerì lei e lui le mise il broncio.
«Che cazzo però», brontolò.
Susanna lo fissò dritto negli occhi. «E già che ci sei, oltre alla matematica ripassa anche un po' di italiano. Sai esistono un'infinità di sinonimi della parola cazzo che non sono altrettanto scurrili», gli spiegò con un tono di voce calmo e professionale, esattamente com'era lei.
La porta dell'auditorium alle mie spalle si aprì.
«Allora, si può sapere cos'è tutto questo casino?», domandò una voce alle mie spalle. Era calda, roca e... adulta. Mi trasmetteva una strana sensazione lungo la spina dorsale, come se avvertissi la presenza di uno spettro o roba simile.
«Ciao cugino», disse Ottavio alzando il mento in segno di saluto. «Non succede nulla, o meglio stavo supplicando Susanna di darmi ripetizioni extra per la verifica di lunedì ma mi ha consigliato di chiedere a te.»
«Col cazzo», rispose brusco quest'ultimo.
Non mi ero ancora voltata. Non sapevo se ci sarei riuscita. Sentii dei passi al mio fianco e un profumo inconfondibile di liquirizia mi invase le narici. Notai delle Adidas bianche e delle gambe muscolose fasciate nei jeans. I miei occhi si spostarono su una maglietta grigia scura la quale si tendeva sulle spalle larghe. Lo scollo a V metteva in risalto i suoi pettorali tonici e lisci. I bicipiti erano evidenziati dalle vene sporgenti e dalla posizione delle braccia incrociate al petto. Ma solo quando alzai gli occhi e incontrai i suoi, capii il perché del commento di Anna.
Porca di quella vacca...
Era semplicemente... perfetto.
Aveva i capelli neri, lucenti, più corti sui lati e leggermente più lunghi al centro. Le sopracciglia scure erano perfettamente curate e incorniciavano due occhi di un blu talmente intenso da ricordarmi le acque profonde dell'Oceano. Il suo naso era dritto, perfetto e conduceva ad una bocca carnosa, semplicemente favolosa e a dei denti bianchissimi e dritti, i quali stavano stringendo tra di essi un bastoncino di liquirizia.
Non avevo bisogno di presentazioni, sapevo già con chi avevo a che fare.
Cesare morsicò ancora un po' la stecca senza togliermi gli occhi di dosso.
Si rivolse al cugino. «E lei? Chi sarebbe?»
Sbattei gli occhi. «Sono Camilla. Camilla Brambilla», rivelai sperando in una qualche reazione.
Ovviamente non arrivò. Si limitò semplicemente ad annuire.
Susanna si schiarì la voce. «Si bene. Direi che sia il caso di continuare il nostro tour.»
Cesare strinse gli occhi, scrutandomi. «Tour? Sei nuova?»
Capii che non aveva la minima idea di chi fossi. I due cugini mi stavano osservando curiosi. Mi spostai a disagio da un piede all'altro.
Annuii. «Si frequenterò questa scuola dal prossimo anno», l'informai.
Cesare continuava a fissarmi dritto negli occhi mettendomi a disagio. Ottavio fece un sorriso sghembo. «Bene, allora magari ci beccheremo in giro, vero Cesare?»
Quest'ultimo annuì senza pronunciare parola.
Beccarsi in giro? Già, non ne avevano la minima idea.
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VIENI CON ME (1-The Rossi's Series)
RomansaLa vita di Camilla prende una piega inaspettata quando è costretta ad abbandonare la sua realtà per trasferirsi in un paesino al nord di Milano. Non solo dovrà sopportare la presenza del nuovo fidanzato di sua madre, ma bensì dei suoi tre figli: Ale...