«Oddio che palle! Non ci posso credere», si lamentò Regina davanti alle macchinette delle bibite.
«A cosa non puoi credere?», le feci il verso. «Hai finito lo zucchero per il caffè? Ah no aspetta è vero, ne hai una scorta per sei anni.»
«Ah ah, molto spiritosa», finse di ridere. Si scrollò le spalle. «Veramente non potevo credere che le vacanze fossero già finite e che quel cretino del tuo amico mi stesse osservando dall'altro lato del corridoio, è... inquietante, ecco cos'è!»
Mi sporsi notando Polpetta appostato dietro una colonna intento a guardare verso di noi. Gli feci segno di raggiungerci e lui, con passo incerto si mosse nella nostra direzione. «E' dolce, simpatico e molto carino, è tutto tranne che inquietante!», puntualizzai. «Ehi Leo!», lo salutai abbracciandolo.
«Ciao Cami come stai? È un po' che non ti vedo!», esclamò, poi voltandosi verso mia cugina, continuò: «Ciao Regina... come... come sono andate le vacanze?»
Regina sbatté gli occhi con fare annoiato. «E a te che importa?»
Notai lo sguardo sconsolato di Polpetta e diedi un pestone a mia cugina facendola sussultare. Susanna ci raggiunse di corsa. «Ciao ragazzi scusate il ritardo ma ero dalla Preside per parlare della tua candidatura», mi informò tutta pimpante.
«Va bene, direi che ora che siete al completo vi saluto. Non voglio essere catalogata come sfigata dal momento che sono incappata per sbaglio su di voi. E poi lo sanno tutti che voi siete come i Tre Moschettieri», disse con disprezzo.
Susanna la fissò dritto negli occhi. «A dire il vero i Tre Moschettieri nel romanzo di Dumas sono dei gran fighi, tosti e valorosi, quindi grazie.»
Regina la fissò seria. «Intendevo dire che siete soli... forse avrei dovuto fare il paragone coi Tre Porcellini, direi che calza meglio... comunque ciao ciao», disse salutandoci con la mano e lasciandoci senza parole.
Leonardo sbatté le palpebre. «Non preoccupatevi ragazze, prima o poi la conquisterò.»
Io e Susanna ci guardammo scuotendo entrambe la testa. «Pomeriggio venite da me? Potremmo studiare assieme e fare un giro se vi va», proposi e loro accettarono con gioia.
Erano le cinque di pomeriggio quando i miei amici se ne andarono. Sentii la macchina di Cesare parcheggiare nel vialetto di casa e il cuore mi scoppiò nel petto. Non avevo detto nulla a nessuno. Era il nostro piccolo segreto e per il momento andava bene così. Mamma era andata dalla parrucchiera da una quindicina di minuti, i gemelli erano agli allenamenti e Matteo al lavoro. Eravamo soli in casa. Sentii bussare alla porta e, eccitata come non mai, corsi ad aprire. Sulla soglia c'era Cesare con il borsone in mano.
«Buongiorno, ben tornato», dissi facendolo entrare.
«Buongiorno a te. I tuoi amici sono andati via?», chiese e, vedendomi annuire, lanciò il borsone a terra e si fiondò sulle mie labbra baciandomi con trasporto. «Quanto mi è mancato oggi tutto questo», sussurrò con la fronte a contatto con la mia.
Posai una mano sul suo addome e percependo la durezza dei suoi muscoli mi eccitai come non mai. «Cesare io...»
«Dimmi Cami», disse lui tenendo gli occhi chiusi.
Presi tutto il coraggio in corpo. «Voglio fare la doccia con te.»
Cesare sbarrò gli occhi. Continuava a fissarmi senza dire una parola. Improvvisamente mi chiesi se la mia spavalderia non lo avesse spaventato.
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VIENI CON ME (1-The Rossi's Series)
RomanceLa vita di Camilla prende una piega inaspettata quando è costretta ad abbandonare la sua realtà per trasferirsi in un paesino al nord di Milano. Non solo dovrà sopportare la presenza del nuovo fidanzato di sua madre, ma bensì dei suoi tre figli: Ale...