Il mattino seguente mi risvegliai da sola nella mia stanza.
Cesare non c'era, il suo profumo, il suo letto, tutto di lui era svanito. Esattamente come il nostro bacio.
Piansi sommessamente sotto il getto caldo della doccia, piansi la fine di un amore che non era nemmeno mai iniziato.
Poco dopo pranzo chiamai Anna e le raccontai ogni cosa. «Ma scusa, perché hai deciso di finirla lì? Ma sei scema?», mi rimproverò al telefono.
Posai la penna sul quaderno di matematica. «Anna ti prego, è già stato difficile prendere questa decisione, ho bisogno del tuo sostegno non dei tuoi commenti taglienti», la supplicai e lei mi diede ragione.
«Quindi ora che farete?», chiese espirando.
«Semplice, fingeremo che non sia mai successo nulla e andremo avanti con le nostre vite», spiegai. «Sai, ieri sera un ragazzo mi ha chiesto di uscire!»
«Davvero? Raccontami tutto!», gridò al telefono ed io iniziai a spiegarle ogni cosa.
La sera seguente eravamo tutti in salotto a guardare un film horror alla televisione. Ogni volta che inquadravano quella bambola orrenda, mi nascondevo sotto le coperte.
«Vi prego ragazzi, ditemi quando se ne va!», l'implorai e i miei fratelli mi presero in giro. La protagonista era appena scesa in cantina e, quando dietro di lei comparve una misteriosa carrozzina, mi si accapponò la pelle. Filippo mi prese una mano e io saltai via per lo spavento. «Dico ma sei scemo? Non farlo mai più!», gridai terrorizzata e Cesare scoppiò a ridere.
«Avanti Cami è solo un film», mi sfotté e io scossi la testa.
«E' molto più di questo! È tratto da una storia vera, è successo realmente», ansimai in preda all'ansia.
La protagonista era entrata in ascensore e, ogni volta che pigiava un tasto, questo si riapriva sempre in cantina. Mi rannicchiai le ginocchia al petto seduta sul divano stretta tra Filippo e Alessandro. Avevo preferito mantenere una certa distanza da Cesare, con molta probabilità, se mi fossi seduta accanto a lui, l'avrei baciato. Eravamo tutti assorti nel film quando la porta d'ingresso si spalancò facendoci fare un salto a tutti e quattro.
Urlai per lo spavento. «Ah! Oddio, Annabelle è qui!»
Ci voltammo e vedendo i nostri genitori ci rilassammo all'istante. «Siamo tornati!», esclamò mamma entrando in soggiorno.
Mi precipitai giù dal divano e corsi ad abbracciarla. «Ci avete fatto prendere un colpo!», esclamai.
«Oh piccola, mi dispiace tanto. Credevamo che stesse dormendo a quest'ora», mi consolò lei accarezzandomi i capelli.
«L'idea era quella, ma qualcuno a caso ha deciso di fare un po' di cineforum», dissi fissando Filippo il quale stava ridacchiando come un imbecille.
«Ciao ragazzi!», li salutò Matteo e tutti e i tre risposero con un flebile ciao. «Ciao Camilla», mi salutò e io gli sorrisi. «Allora, come è andato il ponte? È successo qualcosa di particolare?», mi domandò e per poco non scoppiai a ridere.
Ero uscita di casa, quasi nuda, ero andata in discoteca, mi ero ubriacata fino a perdere i sensi. Avevo vomitato l'anima e mi ero risvegliata nel letto di suo figlio. Come se non bastasse questo mi aveva fatto una dichiarazione d'amore, ci eravamo baciati ed io ero finita stesa giù per le scale e come souvenir avrei avuto presto un bernoccolo. Scossi la testa. «No, tutto nella normalità», mentii.
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VIENI CON ME (1-The Rossi's Series)
RomanceLa vita di Camilla prende una piega inaspettata quando è costretta ad abbandonare la sua realtà per trasferirsi in un paesino al nord di Milano. Non solo dovrà sopportare la presenza del nuovo fidanzato di sua madre, ma bensì dei suoi tre figli: Ale...