Ventitré

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Dolore.

Era tutto ciò che Andy sentiva in quel momento.
Si svegliò su un pavimento duro, in una stanza buia; era davvero freddo ed aveva mal di testa.
Ogni volta che accennava un movimento, sentiva un dolore acuto salire fino al cervello. Si sentiva intorpidito e vuoto, come se non gli importasse più di niente. O forse no.

"Svegliati, coglione." gli gridò qualcuno dal centro della stanza. Riconobbe la sua voce qualche secondo dopo: era Brooklyn.
Andy si mise a sedere, cercando di non cadere; era stordito e il ronzio nelle sue orecchie non accennava a diminuire, mentre i suoi occhi diventavano sempre più pesanti. Era distrutto e voleva solo tornare a casa. "Perchè mi stai facendo tutto ciò, Brook? Pensavo fossimo amici." singhiozzò, lasciando che le lacrime gli rigassero le guance arrossate. Brooklyn rise amaramente e alzò gli occhi al cielo. Andy si girò a sinistra, avendo finalmente localizzato la figura dell'altro ragazzo, e vide che impugnava un coltello nella mano destra.

"Non siamo mai stati amici. Sei solo uno scarafaggio, un brutto e insignificante scarafaggio. Nient'altro per me, e neanche per Rye." gli sussurrò in un orecchio, così vicino che Andy poteva sentire il suo fiato sul collo.
I suoi occhi si fecero rossi e gonfi: era difficile non credere alle sue parole quando sapeva che a Rye non era mai piaciuto. E mai gli sarebbe piaciuto.

Brook iniziò a passare delicatamente il coltello sul collo di Andy, quel tanto che bastava per lasciare un segno.
Il più piccolo gemeva, cercando di spostarsi, ma Brook lo teneva stretto. "Suvvia, non fare il bambino!" disse con un falso broncio prima di spingere il coltello più a fondo, questa volta sul suo petto, lasciando dei piccoli tagli qua e là.
Bruciavano. Gli facevano malissimo, ma il fatto che si era lasciato umiliare così lo feriva ancora di più.
"Potrei ucciderti proprio adesso, proprio qui. E mi piacerebbe molto farlo, ma non è una mia decisione, quindi..." disse infastidito. Andy non rispose, voleva solo far smettere il dolore, ne aveva bisogno. Anche solo un momento, se lo meritava dopo tutti quegli anni, no?

"Oh, guarda cosa mi hai fatto fare!" disse, fingendosi sorpreso, mentre lasciò un grosso taglio sul torace di Andy.
"P-per favore fermati." lo implorò piangendo.
"Perchè dovrei?" Te lo meriti." ghignò "Sai, amavo veramente Rye, era tutto per me. Ed eravamo sereni finché non sei arrivato tu." disse. Poteva sentire i gemiti di Andy, mentre lo feriva ancora.
"Non riesco ancora a capire perchè abbia fatto tutto questo per te quando io sono migliore sotto tutti gli aspetti. È tutta colpa tua, quindi ora pagherai." sputò amaro.

Andy voleva scappare via da lui, ma non poteva: il suo cuore batteva così velocemente a causa del dolore e non riusciva a tenere gli occhi aperti. Sapeva che sarebbe svenuto presto, se Brook non si fosse fermato.
Aveva provato a non ascoltarlo, ma sapeva che aveva ragione, su tutto. Brook guardò il suo petto, pieno di ferite e sangue.

"Così, solo per fartelo sapere," sogghignò "è solo un gioco. Non ti amerà mai, sei solo uno dei suoi giocattoli: si annoierà e ti butterà via."

"Quindi siamo sulla stessa barca?"

Poi sentì un dolore acuto alla testa e diventò tutto nero.

* justfovvs

A/a: che sassy queen Andy (:

Toy || Randy || ItalianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora