Sectumsempra

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Sophie è rientrata da una sola settimana in internato e già non riesce più a capire niente. Avrà dormito si e no 18 ore in sette giorni.

Ce la mette tutta, sia come madre che come aspirante medimaga, ma non ha i superpoteri. Ogni tanto deve pur riposarsi e dormire, o mangiare qualcosa che non sia confezionato o surgelato.

Harry è partito da tre giorni per una missione in Scozia. A suo dire, ne vale della sua promozione che incombe. E Sophie poteva impedirgli di andare? Ovvio che no.

Così, da tre giorni, si alza al mattino, e cercando di non disturbare il sonno precario di Remus si fa una doccia, si prepara e prepara anche la borsa di suo figlio e di Teddy. Li sveglia, dà da mangiare al piccolo e prepara la colazione per Teddy,  e poi insieme escono, diretti al San Mungo. Non ha avuto scelta, se non quella di affidarli al nido dell'ospedale.

Aveva pensato anche a zia Andromeda, quando poi si è ricordata della sua partenza per il Dorset insieme a Maddison. Maddy sta per diventare magizoologa ufficialmente, e voleva esserci a tutti i costi.

E sta proprio uscendo dall'ala ovest dell'ospedale, dove appunto si trova il nido, quando la sua bacchetta lampeggia di rosso. È appena arrivata un'emergenza grave, a quanto pare. Non perde tempo e corre a perdifiato fino all'ala est, dove c'è il pronto soccorso, e ferma il primo infermiere che le capita a tiro.

«C'è stato un attentato a Diagon Alley. Cinquanta feriti di cui trentaquattro gravi e cinque più di là che di qua. Altri sette sono già morti». Lo ringrazia sbrigativamente e con gli occhi intercetta Draco e Marietta che corrono nella direzione opposta. Non perde altro tempo e li affianca.

«Alla buon'ora, Black» dice Malfoy, con la voce affaticata per la corsa. Sophie si limita a grugnire.

Intorno a loro è il caos: persone che urlano, camici e vestiti macchiati di sangue, i dottori che corrono nella calca. Vengono subito richiamati dalla dottoressa Kassie, la loro responsabile, che li conduce ognuno ad un paziente diverso. Uno messo peggio dell'altro.

«Non abbiamo tempo di fare squadra. Ognuno di voi sarà responsabile di una sola persona. Se muore, dichiarate il decesso e passate al prossimo.» e si accorge dell'espressione esterrefatta di tutti e tre. «Ripeto:non abbiamo tempo da perdere».

Sophie corre verso il primo letto e afferra la cartella. Quasi le viene da vomitare quando legge il nome di Dean Thomas.

«Dean» lo chiama, dopo aver affidato la cartella all'infermiera che l'affianca. «Andrà tutto bene, ok? Cerca solo di non morire,mh? Andrà tutto bene» continua a farfugliare, perché non sa bene cosa dire e nemmeno cosa fare. La camicia azzurra sotto il mantello da Auror del ragazzo è completamente zuppa di sangue.

Strappa in un colpo solo mantello e camicia, e per un attimo viene invasa dal panico quando riconosce la maledizione Sectumsempra sul petto dell'amico. I tagli sono profondissimi, ad una distanza minima l'uno dall'altro e zampilla sangue oleoso da ognuno di essi. Ne ha contati undici, ma forse sono di più.

Chiude per un attimo gli occhi mentre l'infermiera continua ad urlarle di fare qualcosa o Dean morirà. Pensa, Sophie, si dice. Non andare nel panico e pensa.

Riafferra la bacchetta che aveva abbandonato nella tasca del camicie e con la mano tremante prova a lanciare qualche Epismendo, che comunque sembrano vani al confronto con tagli così profondi e gravi.

Li esamina meglio, e dal più grande riesce persino a scorgere una buona parte dello stomaco e il bianco delle costole del ragazzo. Sa quale incantesimo bisogna usare, lo ha studiato e provato centinaia di volte, ma la sua difficoltà è molto elevata ed è comunque molto rischioso e con poche probabilità di successo.

Gli arriva ovattata alle orecchie la voce di Seamus che urla, quella dell'infermiera e tutti i rumori superflui intorno a lei. Chiude di nuovo gli occhi, e questa volta la sua mano non trema più.

La punta della bacchetta sfiora la pelle lacerata del taglio più grande quando la sua voce sussurra un Vulnera Sanentur. Dean continua a gemere e dalla sua bocca inizia ad uscire sangue a fiotti. Non ha funzionato.

Urla all'infermiera di tamponare le ferite e si volta un attimo, giusto il tempo per vedere la dottoressa Kassie coprire con il lenzuolo una donna che avrebbe potuto avere trent'anni.

Si volta di scatto e chiude gli occhi. «Non morirai» sussurra, più per convincere se stessa. «Non oggi». La sua voce trema quando la formula Vulnera Sanentur abbandona di nuovo le sue labbra. Non ha il coraggio di guardare se abbia funzionato.

L'infermiera tira un sospiro di sollievo e le posa una mano su una spalla. «Ben fatto» dice. «Ora continua. La dottoressa Kassie sarà orgogliosa di te.». Apre gli occhi proprio mentre il taglio mostruoso sull'addome di Dean si rimargina. Sente la fierezza e la gioia farsi spazio nella sua testa, mentre l'adrenalina va scemando insieme al senso di panico. Lo ha salvato.

Non è facile lanciare altri quattro incantesimi di quel livello, ma quando Dean smette di vomitare sangue non riesce a credere ai propri occhi. Le viene quasi da piangere.

«Forse dovevo fare l'impiegata al ministero» osserva ad alta voce, abbassando gli occhi sul suo camice, completamente intriso del sangue di Dean Thomas.


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