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A Seoul era una giornata invernale, nuvoloni grigi coprivano l'intero cielo, i palazzi alti sembravano sfiorarlo. Tra quegli alti palazzi ce n'era uno in particolare, il liceo St. John High School. Nella classe 5H la professoressa Jisoo stava spiegando agli alunni quali erano le opzioni per l'alternanza scuola lavoro di quell'anno. Alla lavagna erano scritti i vari lavori disponibili, per decidere chi sarebbe stato assegnato a quale struttura. La professoressa scrisse i nomi dei vari alunni in dei foglietti per poi mescolarli all'interno di una ciotolina. Uno alla volta vennero estratti e assegnati ai vari lavori.
Quando Jeon Jungkook sentì nominare il suo nome alzò la testa dalle braccia cercando il suo nome: Associazione Kim Corporation, Jeon Jungkook.
"Ah, sei fortunato!" Gli disse il suo migliore amico, Jimin, dandogli un colpetto col gomito.
"Mah, se lo dici tu." Replicò il castano. Negli anni precedenti era sempre stato sfortunato nella selezione del lavoro: in terza si era ritrovato ad essere lo schiavetto di un'anziana signora in una fioreria, mentre in quarta passava le giornate sepolto da migliaia di documenti polverosi da sistemare negli archivi.
Era comprensibile quindi che non avesse grandi aspettative per l'ultimo anno scolastico.
"Fidati di me Kook, ho sentito delle voci interessanti sul presidente dell'azienda." Jimin gli fece l'occhiolino e tornò a scarabocchiare nel suo quaderno degli appunti, lasciando un Jungkook disinteressato al suo sonnellino.
Dopo che l'assegnazione dei vari lavori terminò, la campanella di fine ora suonò segnando la fine delle lezioni.
Jungkook, dopo essersi informato sugli orari e i giorni annuì ed uscì dalla classe, per poi andare via e tornarsene a casa. Avrebbe iniziato il giorno dopo, e già si sentiva demoralizzato.
Non che avesse di meglio da fare che stare a casa a giocare ai videogame, a parte le rare uscite con Jimin quando sua madre gli concedeva un po' di libertà, ma trovava il mondo del lavoro davvero noioso e stressante, poco adatto a quella che era la sua personalità.
Dopo aver pranzato velocemente salì in camera sua e si stravaccò sul letto, estraendo il cellulare per fare qualche ricerca sul luogo in cui avrebbe fatto lo stage per i prossimi mesi.
"Vediamo... 《la Kim Corporation è una delle maggiori e più influenti agenzie di moda della Corea, che vede come timoniere il giovanissimo Kim Taehyung, a capo dell'azienda dal 2016.》 Mah, sarà sicuramente qualche figlio di papà che schiavizza i suoi assistenti."
Con i nervi a fior di pelle Jungkook si sistemò a pancia in giù, la testa affondata sul cuscino, e si lasciò avvolgere dal sonno.

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Il rumore assordante della sua suoneria lo fece alzare di soprassalto-sapeva che mettere una canzone dei BigBang come suoneria non sarebbe stata una buona idea-, così ancora confuso allungò la mano verso il telefono e rispose, senza preoccuparsi di controllare chi fosse.
"Pronto?" Strascicò con tono assonnato, riaffondando la testa nel cuscino.
"JUNGKOOK! DOBBIAMO VEDERCI SUBITO, SONO SOTTO CASA TUA IN 5 MINUTI!" La voce squillante ed inconfondibile di Jimin gli rimbombò nelle orecchie, irritandolo.
"Jimin ti giuro che se mi hai svegliato per una delle tue solite stronzate io ti-"
"Jungkook. Non fare storie, alzati da quel letto e vestiti. È uno dei giorni più belli della mia vita!" Cinguettò il rosa dall'altro capo del telefono.
Al limite della sopportazione, il castano riattaccò in faccia a Jimin e a malavoglia si alzò dal suo comodissimo materasso, andando a lavarsi i denti.
Appena fu pronto prese la sua giacca in pelle e chiuse la porta di casa, lasciando un biglietto alla madre in caso che tornasse dal lavoro prima di lui.

Jimin era davanti al cancello, con un sorriso sognante dipinto sul volto. Appena si accorse del castano corse ad abbracciarlo, sfoderando il telefono dalla tasca e mostrandogli lo screen di una notifica.
"MIN FOTTUTO YOONGI HA MESSO MI PIACE ALLA MIA FOTO!" Urlò per almeno 5 volte, prima che Jungkook gli tappasse la bocca con una mano.
"Aish, Jimin. Non potevi dirmelo al telefono?"
"Assolutamente no, dobbiamo festeggiare! Sai da quanti secoli aspettavo questo momento?"
Ebbene sì, Jimin aveva una cotta per Min Yoongi dai tempi delle medie. Lui era più grande di un anno, ma era stato bocciato, finendo così a frequentare alcuni dei corsi di Jimin e Jungkook, per la gioia del bassino. Il suo era sempre stato un amore a senso unico, ma non aveva mai perso le speranze, nonostante i continui rimproveri di Jungkook, che dell'amore non ne voleva proprio sapere niente.
"L'amore, che cosa inutile. Vedi poi cosa provoca? La fine delle mie dormite pomeridiane." Sbuffò Jungkook, camminando con le mani nelle tasche mentre calciava qualche sassolino nel selciato.
"Io scommetto che ti ricrederai. Prima o poi troverai qualcuno che ti piace, o vuoi rimanere zitello a vita?" Gli chiese con tono retorico Jimin, guardandolo interdetto.
Infastidito ancora una volta dalla domanda futile di Jimin, il moro lanciò uno sbuffo aumentando il passo, lasciandosi alle spalle il piccoletto.
"Waaa kook, scherzavo" disse il piccoletto ridendo e raggiungendolo; senza bisogno di parlare entrambi andarono diretti al loro solito bar dove ordinarono una cioccolata con panna e dei semplici biscotti. "Tu dove sei stato assegnato per l'alternanza?" Chiese il moro curioso, non sapendo ancora che dovesse fare il ragazzo davanti a lui; " Sono in una casa editrice, faccio l'assistente ai ragazzi che lavorano ai giornali". Il moro rise divertito "quindi in poche parole sei quello che porta il caffè e roba varia". Il rosa scosse la testa divertito e rise con lui.



A/N
Ciao! Ecco il primo capitolo di questa storia, a cui stiamo lavorando in due. Speriamo possa piacervi e vi chiediamo di lasciare un voto e dei commenti!

War of Hormone|| Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora