Capitolo dodici - Senza te

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Capitolo dodici - Senza te


Un nuovo messaggio: ore 08.23

Da: Miles (resisti)

"Buongiorno amore"

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«Morirò sola» sospirò Nikole.

Nonostante fosse quasi ora di pranzo, le temperature non si erano affatto smorzate, incoraggiate dalla brezza fredda ed umida che continuava a far rabbrividire chiunque: Emma non avrebbe mai dovuto acconsentire a quell'idea malsana, dato che fare esercizio fisico all'aperto non era tra i suoi hobby, né lo era il guardare la sua migliore amica mentre faceva lo stesso. Eppure, tra gli impegni di entrambe, quella era l'unica occasione disponibile per poter parlare in tutta tranquillità.

«Mi sento una persona orribile» sussurrò Emma, incrociando le braccia dietro la nuca: con indosso una vecchia tuta di Melanie, era sdraiata sull'erba di rugiada del parco nel quale si trovavano. Sopra di lei, le fronde degli alberi impedivano al sole di colpirle il viso con troppo vigore.

«Sono grassa» continuò l'amica, pronunciando quelle parole con uno sforzo dovuto agli strani esercizi di rassodamento che stava eseguendo: le guance paffute arrossate dall'attività e la fronte corrugata per la concentrazione e la consapevolezza.

«Credo che anche io morirò sola, perché non so... Non so cosa fare. Non riesco nemmeno a pensare.»

«Mangiare solo frullati di cavolo non sta affatto funzionando. Forse dovrei provare qualche altro stupido vegetale.»

«Ho sbagliato tutto e Miles è ancora qui. Dovrebbe odiarmi.»

«E poi non posso continuare a fare la cameriera per tutta la vita.»

«Harry mi odia di sicuro.»

«È triste che sia l'unica cosa che so fare, no? Che razza di fallita.»

«Sono davvero una persona orribile.»

«Sono davvero una grassa fallita» sbuffò Nikole in risposta, lasciandosi cadere a terra al suo fianco ed ansimando con le mani sullo stomaco e le ginocchia piegate.

Emma si voltò nella sua direzione e aspettò di incontrare il suo sguardo. «Devi smettere di provare tutte queste diete ipocaloriche che ti fanno mangiare solo segatura: hai sempre detto che ti piacciono i tuoi chili in più, quindi tieniteli e vedrai che prima o poi troverai qualcuno a cui piaceranno allo stesso modo» la rassicurò, nonostante non fosse certa che la sua autostima fosse suscettibile a determinati discorsi. «E non sei una fallita: lavori, sei in grado di mantenerti senza l'aiuto di nessun altro e hai un appartamento in centro che paghi con i tuoi soldi. Se proprio sei stanca di fare la cameriera, licenziati, ma non farlo prima di aver trovato un altro lavoro.»

Nikole si mordicchiò le labbra secche mentre il respiro cercava di tornare regolare: si strinse nelle spalle e le si avvicinò di qualche centimetro, strisciando goffamente sul terreno umido. Qualche filo d'erba le si incastrò nei capelli legati in una coda ormai sfatta.

«Tu non sei una persona orribile.» Fu il turno di Emma di essere rassicurata. «Sei solo estremamente confusa: e ti chiedi perché Miles non ti odi? Insomma, guardati, dove la trova un'altra così? Ci credo che è disposto a tutto pur di non perderti» continuò, con un sorriso malizioso e carico d'affetto.

«Niki, so che mi vuoi bene, ma le lusinghe non mi sono d'aiuto» scherzò Emma, voltandosi su un fianco. Sapeva che le parole dell'amica erano volte a consolarla – e le apprezzava – ma aveva anche bisogno di qualcos'altro.

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