ℭapitolo 10☯ Parliamone

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Penso che possiamo concordare tutti che Zheng era una persona molto tranquilla, calma e pacata. Uno qualsiasi dei suo amici avrebbe potuto dirvi che vederlo arrabbiato era molto, molto raro.
Purtroppo c'è una legge naturale molto importante che tutti sembrano sempre dimenticare: le persone che si arrabbiano di meno sono le peggiori da arrabbiate.
Shi potrebbe confermarvelo benissimo. Quell'unica volta che aveva visto Zheng da arrabbiato era rimasto terrorizzato, anche se il corvino aveva a malapena undici anni. Anche a quindici non era molto diverso. Lin si era sicuramente spaventato, e Yuki sembrava pronta a scappare.

«LEI HA FATTO COSA?!» urlò Zheng il momento stesso che venne a sapere cos'era successo con Dalia. Si era presentato alla porta della loro suite appena un'ora dopo che erano riusciti a tirare Emanuela fuori dalla sua stanza, bagnato fradicio – erano nel bel mezzo di un temporale estivo con i fiocchi e i contro-fiocchi, è naturale – e pronto a commettere un omicidio.

«Zheng.» disse Shi, spostandosi dietro al corvino e mettendogli una mano sulla spalla, come era solito fare ogni volta che si innervosiva.
Questa volta, però, Zheng aveva più che un semplice nervoso, una mano sulla spalla non era neanche lontanamente abbastanza.

«Non incominciare, Shi! Dov'è Mako? Dobbiamo parlarle, e anche a Dalia.» ribatté Zheng, scrollandosi di dosso la mano di Shi e facendo qualche passo verso la porta, prima di essere bloccato ancora una volta dal moro, che l'aveva abbracciato da dietro nel tentativo di limitare i suoi movimenti, anche se lui continuava ad agitarsi nel tentativo di liberarsi e andare a cantarne quattro a Dalia e Makoto.

«Zheng, calmati. Non ne vale la pena ora. Al momento quella che ha più bisogno di te è Ema. Vai da lei e parlale, sei quello che la conosce meglio. Ok?» disse Shi dolcemente dalla sua posizione con il viso nell'incavo del collo di Zheng e le braccia attorno al corvino. Fortunatamente, questa tattica sembrò funzionare e Zheng si calmò, sciogliendosi nella stretta di Shi.

«Va bene.» sospirò dopo qualche minuto, rilassandosi visibilmente «Ma domattina la prima cosa che facciamo è parlare con Dalia. E qualcuno dovrà parlare con Mako.»

«A Mako conviene che ci pensino Marinette e gli altri, noi concentriamoci su Ema e Dalia. Vai a parlarle?» disse Shi, sempre col tono morbido che aveva prima.

«Quando mi lasci andare, razza di orsacchiotto gigante.» lo prese in giro Zheng, facendo ridere anche la povera vittima. Shi lasciò andare il giovane principe e fece un passo indietro.

«In fondo al corridoio la camera a sinistra.»

Zheng sorrise e si diresse verso il corridoio, ma prima di attraversare la porta che lo separava dalla sala si fermò e si girò verso Shi.
«Ti ho già detto che mi fermo a dormire?» disse sorridendo, per poi chiudersi dietro la porta e ridere al suono del cuscino che ci sbatteva contro.

Dietro la porta, Yuki e Lin guardavano i due con aria stralunata, soprattutto vista la facilità con cui Shi aveva calmato Zheng.

«Shi, tu hai qualche potere magico. Dimmi come hai fatto.» disse Lin, provocando una risata da parte di Yuki.

«È il potere dell'amore!» cantilenò lei, prima di prendersi un cuscino in faccia.
Il suo istinto suicida non si fece fermare da questo però, e due secondi dopo la si poteva vedere sbucare da dietro al cuscino e chiedere «Dormite assieme anche stanotte?»

Non aveva neanche finito la domanda che Shi era sopra di lei con un mano il terzo cuscino della giornata a tentare di soffocarla.

«Ma che stai dicendo Yuki?! Io e Zheng siamo solo amici.»

«Che magnifico profumo di bugie che c'è in questa fantastica sera, non trovate?»

«Yuki, sono a tanto così dallo strozzarti qui e ora.»

È impresso nella tua anima ☯ Miraculous FanficDove le storie prendono vita. Scoprilo ora