Rideva un sacco mentre mi schizzava e giocava con l'acqua come una bambina. Io lo facevo con lei e non mi ero mai divertito tanto in vita mia.
«Dai sollevami! Come in Dirty dancing!» esclamò ad un tratto mentre mi asciugavo la faccia con la mano.
«Ma dai non sono mica Patrik Swayze! Non ce la faccio mai più!» dissi di rimando ridendo.
«Avanti ti spiego io, l'ho già fatto con un mio amico quando ero piccola! Tu devi solo tenermi e io mi spingo.» insistette lei mentre metteva le mie mani sui suoi fianchi nudi. All'improvviso vidi che le venne la pelle d'oca su tutto il corpo. Sorrisi e lei ricambiò con le guance rosse di imbarazzo. «Al mio tre mi devi alzare su. Uno... due... tre!» gridò e si spinse su mentre io facevo come aveva detto. Era leggera più di quanto mi aspettassi e non feci nessuna fatica a tenerla mentre stendeva le gambe e allargava le braccia ad angelo.
«Ce l'ho fatta! Poi sei una piuma, potrei stare qui per ore!» esclamai mentre lei rideva.
«Anche se ti faccio così...?» disse poi iniziando a farmi il solletico sotto le ascelle, facendomi lasciare la presa, mentre finivamo entrambi sott'acqua. Riemergemmo in superficie ridendo come matti, mentre lei si aggrappava a me con le gambe sulla mia vita e con le braccia intorno al collo. Mi colse impreparato e non ricambiai subito la stretta, così lei mollò le gambe timidamente, pensando che non la volessi. Allora la presi per le cosce e la sollevai per metterla com'era prima, facendole un sorriso rassicurante.Poi appoggiai la fronte alla sua e fissai i suoi occhi castani che mi avevano sempre catturato. Dal mento le gocciolava l'acqua di cui eravamo bagnati, il piercing al naso luccicava, le sue lentiggini sembravano ancora più evidenti, le sue labbra erano umide e mi facevano tanta voglia di baciarle. Così feci, senza esitare minimamente, gustando il sapore un po' salato che avevano. Nel contempo la strinsi ancora di più a me, sentendo tutto il suo corpo a contatto con il mio. Lei fece lo stesso, mentre mi stringeva i cappelli con le mani. I respiri si facevano affannati e la voglia di andare oltre era tanta, ma dovevo controllarla perché non sapevo ancora se lei ricambiasse il mio sentimento e se soprattutto volesse superare il limite... con me.
Poi ad un tratto la sentii tremare tra le mie braccia. Aprii gli occhi e aveva le labbra viola di freddo. Rise leggermente, quindi decisi di riportarla a riva perché stava veramente congelando.
«Ho f-freddo... s-scaldami, Nathan...» mi implorò una volta arrivati sulla terra ferma.
Allora la distesi sopra i miei vestiti e mi misi vicino a lei ad abbracciarla. Non capivo come mai potesse avere tanto freddo, c'erano trentacinque gradi e il sole picchiava forte.
Le toccai la fronte ed era bollente. Aveva preso la febbre in pieno luglio: un'altra cosa particolare di lei.
«Ali hai la febbre, ti devo portare a casa...» le dissi quando sembrava essersi un po' scaldata.
«Lo so, ma sto bene non ti preoccupare...»
«Come lo sai? Non...»
«Avevo già la febbre prima, ma sono venuta lo stesso da te perché mi mancavi. Volevo vederti e beh... ora probabilmente ti avrò infettato.» disse ridendo leggermente contagiando anche me.
«Potevi chiamarmi, sarei venuto lo stesso a trovarti...» le dissi poi accarezzandole il viso su cui erano appiccicati alcuni capelli ancora bagnati.
«Nah... poi se stavo a casa la stanza si sarebbe riempita di batteri e virus e... bleah che schifo. Meglio così, ora sto congelando magari, ma ne è valsa la pena.» mi disse per poi fare quel suo bel sorrisi di sempre.
«Sai una cosa?» le dissi ad un tratto, quando un rantolo di coraggio mi pervase.
«Cosa?» chiese.
«Forse... mi piaci.» le dissi, ricambiando il sorriso. Vidi per un attimo la felicità nei suoi occhi e poi mi tirò per il collo perciò che la baciassi.
Non era un forse, era sicuro che fossi perso di lei. E non aveva importanza se lei avesse bisogno ancora di tempo per capirlo, avrei aspettato, anche per sempre.Alice Stok
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La curva del sorriso
RomanceUna stupida lettera. Lei aveva già deciso tutto. Se solo io avessi saputo per quale assurdo motivo lei lo voleva fare, l'avrei fermata. Da quando se n'era andata, tutto aveva perso senso. Tutto era vuoto e silenzioso. Era semplicemente andata a mori...