12. Sguardo fisso e pillole

15 5 3
                                    

Quando feci per bussare, la porta si aprì da sola e apparve Moira, con le lacrime agli occhi e un fazzoletto in mano.
Mi guardò con la disperazione negli occhi, poi se ne andò e mi lasciò entrare. Trovai Alison seduta a terra con la schiena appoggiata alla dispensa della cucina, un pezzo di stoffa premuto sul polso e lo sguardo fisso davanti a sé, nel vuoto. Per terra c'erano delle piccole pillole bianche e il contenitore poco lontano.
«Nathan...» sussurrò con voce tremante. Si vedeva che aveva pianto per gli occhi rossi, ma in quel momento sembrava essere su un altro universo parallelo.
«Sì, Alison, sono qui. Cosa hai...» dissi avvicinandomi immediatamente a lei. Le presi il polso e appena tolsi il tessuto blu, vidi un taglio che sanguinava un po'. Non sembrava tanto profondo però era abbastanza chiaro il fatto che avesse provato a farsi del male. Speravo fosse la prima e ultima volta.
«Mi sentivo tanto giù. Come se il mio umore fosse caduto al centro della terra. Non riesce nemmeno a risalire. Così la mia mano ha fatto quello sul mio braccio. Poi Moira è venuta qui da me e ha visto la scena, così mi ha tamponato la ferita. Poi si è messa a urlarmi contro che devo stare attenta a prendere sempre le mie pastiglie, sennò sto male. Allora le ho tirate sul pavimento e sono tutte sparse qui. E il fatto è che è tutta colpa mia perché mi sono dimenticata io di prenderle e ora tu devi sopportarmi e io sono depressa e tu...»
«Okay, calmati ora. Va tutto bene. Sono qui perché lo voglio io, non ti devo sopportare perché non è affatto un peso per me venire ad aiutarti.» le dissi asciugandole una lacrima che stava di nuovo iniziando a scendere. Con quella frase riuscii a guadagnare il suo sguardo disperatamente bisognoso d'aiuto.
«Nathan, non lasciarmi mai, ti prego. Sennò lei viene fuori...» mi disse con la voce che tremava.
«Lei chi?» le chiesi, non capendo.
«L'altra Alison. Se ci sei tu, non c'è. Non permettere che mi sostituisca. Mi fa stare male e mi costringe a fare queste cose.» guardò il suo polso, con afflizione «Voglio essere solo una, ma purtroppo siamo in due ed è una difficile convivenza.» concluse, sempre piangendo silenziosamente. Era terribile vederla così invece che sorridente e con quei suoi strani modi di fare.
«Non ti lascerò, Alison. Neanche se mi urlassi contro di andarmene. Ora andrà tutto bene, prendi le tue medicine e starai meglio. Poi rimarrò con te quanto vorrai.» la rassicurai accarezzandole la schiena. Lei mi fece un mezzo sorriso e fece come le avevo detto.

Qualche ora dopo eravamo distesi sul suo letto e si stava per addormentare sul mio petto. Era molto tardi e avrei dovuto andare a lavoro il giorno dopo, ma non volevo assolutamente incontrare Phil. Sarei rimasto con Alison in modo da poterla controllare.
«Come mai sei venuto qui prima?» mi chiese con gli occhi chiusi. In sottofondo si sentivano solo i nostri respiri ed era estremamente rilassante.
«Ho litigato con mio zio. E poi mi mancavi. Non ti ho vista per tutta la settimana...» le dissi sperando che non mi chiedesse di raccontarle perché avessimo discusso. Aprì gli occhi per guardarmi.
«Perché avete litigato?» appunto. Non era affatto stupida quindi voleva sapere. E io ora dovevo dirle che non avevo rispettato la sua richiesta di non dirgli nulla.
«Non mi va di parlarne ora. Dormi, che hai bisogno di riposare.» le dissi, facendole i grattini sulla nuca.
«Okay, ma domani mi racconti.» mi disse fissandomi come a obbligarmi a prometterlo.
«Va bene. Buonanotte, Alison.» le dissi posandole un bacio sulla testa.
«Buonanotte, Nathan.» rispose e poi ci fu completamente silenzio.
Così misi le cuffiette di nuovo e aspettai di addormentarmi ascoltando la mia solita playlist di canzoni random. Quando stavo per mettere via il telefono rividi la foto che avevo sulla schermata home e sorrisi. Rimasi a fissarla ancora un po', poi mi addormentai anche io facendo lo stesso sogno di qualche settimana prima. E nemmeno sta volta riuscii a leggere la lettera.

Alice Stok
🔸🔸🔸

La curva del sorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora